Insieme all'atteso Ferrari di Michael Mann, la Mostra del Cinema di Venezia 2023 ospiterà in anteprima mondiale anche l'intrigante The Killer, ritorno dietro la macchina da presa dell'ingegnoso David Fincher. Appena tre anni fa e sempre in collaborazione con Netflix, l'autore di Seven e Zodiac ci regalava il bellissimo Mank con Gary Oldman, il suo film più diverso e sovversivo, ed è forse per questo che la sua nuova fatica affonda nuovamente le radici nel genere a lui prediletto: il thriller. Messo infatti - e purtroppo - da parte Mindhunter, il regista ha scelto un progetto che ben si adatta alle sue rodate sensibilità stilistiche, amanti di toni e personaggi freddi e di storie crudeli con notevoli risvolti psicologici e drammatici. Un film di cui Netflix, al momento, ha mostrato appena un paio di immagini ma di cui conosciamo perfettamente sviluppo, obiettivi e concettualità, tutti elementi che proveremo a mettere in ordine in queste righe per parlare dei dettagli e delle curiosità più importanti di The Killer, dal 10 novembre in streaming sulla piattaforma di Hastings.
Dalla Francia con passione
Anche Fincher si dà ai cinecomic, dopotutto. Nulla di strano però: non si tratta di supereroi. Nella concezione comune, i cinecomic riguardano le trasposizioni cinematografiche dei supereroi Marvel, DC o di altre etichette "minori" come la Image, ma la verità è che questo immenso sottogenere racchiude qualsiasi adattamento di un fumetto; e The Killer, di fatto, è prima di tutto un fumetto. Francese, per la precisione, scritto da Alexis Nolet aka Matz e arricchito dalle splendide tavole di Luc Jacamon. Un'opera pubblicata originariamente in Francia nel 1998 e successivamente premiata tra America e Inghilterra con alcuni dei più importanti riconoscimenti del settore una volta editata nella raccolta da collezione. Un racconto visivamente impattante che si muove tra classico crime-thriller e polar seguendo la vita e gli incarichi di un micidiale assassino senza nome alla prese con un lavoro alienante e in preda a un devastante crollo psicologico, sull'orlo della follia. Una storia intima, potente e viscerale che Fincher tentava di trasporre in lungometraggio sin dal 2007, quando alla produzione era già legata la Plan B - che resta tuttora - e della distribuzione avrebbe dovuto occuparsene Paramount Pictures.
Gli interessi di Fincher sono poi mutati nel tempo e l'adattamento è rimasto un cosiddetto passion project fino al 2021, quando la prolifica collaborazione con Netflix ha spinto l'autore a proporre al colosso dello streaming proprio The Killer come nuovo titolo da sviluppare. Non con superficialità ma richiamando alcuni dei più noti e apprezzati collaboratori del filmmaker: Andrew Kevin Walker (Seven, Il mistero di Sleepy Hollow) alla sceneggiatura, Erik Messerschmidt (Mank, Ferrari) alla fotografia e Trent Reznor e Atticus Ross (da The Social Network a Mank) alla colonna sonora. Sulla carta, dunque, uno dei film che raccoglie insieme alcuni dei feticci preferiti di Fincher (persino Brad Pitt come produttore), partendo dal genere primario d'appartenenza fino a una netta presa di personalità nella concezione tecnico-artistica dell'opera, che deve rispettare ogni criterio del cinema fincheriano, tra standard assicurati e sperati virtuosismi.
The Killer: Michael Fassbender nelle prime scene del film di David Fincher
Sguardi glaciali
Dicevamo dell'amore per "storie e personaggi freddi", ed essendo crime-polar nell'anima The Killer necessitava di un attore che sapesse restituire al protagonista le stesse inquiete emozioni già vissute su carta. Non poteva che essere Michael Fassbender a interpretare allora l'assassino del lungometraggio, con il suo sguardo azzurro e glaciale, un sorriso impunito da psicopatico e una fisicità mostruosa per quanto tonica, asciutta e marmorea. Un attore, Fassbender, che già in passato ha interpretato ruoli "rotti" simili a questo, pensando ad esempio al suo David di Prometheus e Alien: Covenant, allo Stelios di 300, a qualche aspetto del Brendon Sullivan di Shame o al perfido Burke di Jonah Hex. In The Killer è chiamato a intercettare la sua parte più introversa e in qualche modo disturbata insieme a una ricerca della dramma mediante l'assenza d'empatia, raggiungendo nel personaggio la consapevolezza di qualcosa d'inafferrabile e allo stesso tempo incomprensibile ma desiderabile. Deve agire come una specie di Agente 47 di Hitman che abbraccia diversi aspetti più malati e corrotti a' la John Doe di Seven, rispettando comunque le direttive del fumetto di Matz e Jacamon, per altro molto amato.
Insieme a lui anche la magnifica Tilda Swinton in un ruolo ancora da rivelare, anch'essa alla prima collaborazione con l'autore di Fight Club e anch'essa accompagnata dal suo penetrante e gelido sguardo smeraldo. Sappiamo inoltre che il film sarà il secondo più corto del regista, lungo 118 minuti totali. Se pensate che la durata posso essere un problema, però, ricredetevi: a quanto pare è tra le cose preferite di chi ha avuto la fortuna di partecipare ai test screening del film, terminati con grande soddisfazione di Netflix. Stando ad alcune indiscrezioni riportate da World of Reel, infatti, The Killer avrebbe "sorpreso e sbalordito il pubblico", rivelandosi un "thriller gelido e dall'atmosfera intrisa di terrore". Si aggiunge che il titolo sarebbe poi "decisamente carico di violenza grafica ma anche molto divertente", con un Michael Fassbender "straordinario e risucchiato nel suo abisso psicologico" e dove "la pianificazione dei colpi dell'assassino è uno degli elementi più affascinati e riusciti del progetto". Una descrizione che non fa che aumentare l'interesse per uno dei titoli più promettenti del prossimo autunno e che non vediamo l'ora di poter ammirare a Venezia e infine su Netflix.