Sapevate che il presente e il futuro del cinema horror è stato inesorabilmente segnato (più o meno) da un'inaspettata comparsa su Teen People Magazine? Era il lontanissimo 2001, all'epoca Ti West aveva poco più di vent'anni, era appena uscito dalla School of Visual Arts di Manhattan e, intanto, aveva iniziato ad affinare l'arte girando il suo primo corto, The Wicked, quando insieme a un amico venne fermato per strada. "Indossavo i peggiori vestiti della mia vita, uno strano dolcevita con zip e scarpe ridicole", raccontò il regista in un'intervista a Maxim, "Ci pagarono tipo 50 dollari per essere all'interno di questo speciale su Teen People. Mia madre ha ancora la foto...". Un aneddoto decisamente curioso, che però spiega bene quanto l'inaspettato sia l'essenza stessa del suo cinema. Già perché Ti West, nato a Wilmington il 5 ottobre 1980, si può e si deve considerare come uno dei massimi esponenti della new horror wave (al fianco di Jordan Peele, Ari Aster, Panos Cosmatos, Robert Eggers) capace di miscelare l'estetica alla sostanza, come dimostra X - A Sexy Horror Story, tanto da far drizzare le antenne ad un brand come A24, che lo ha distribuito con successo negli USA.
B-HORROR STATE OF MIND
X - inserito in un trucido e folgorante contesto slasher - lo potremmo quasi definire il film della definitiva consacrazione, ma che Ti West avesse un grande futuro davanti era già chiaro dagli sperimentali lungometraggi low budget d'esordio, segnati da intuizioni visive, sangue a fiotti e frequenze umoristiche: Trigger, che segue tre amici di Manhattan inseguiti da uno stalker nella zona rurale del Delaware, e The Roost (che trovate addirittura su YouTube in versione integrale!) dove si mischia il road movie alle influenze dello splatter e degli zombie movies, con particolare attenzione verso L'alba dei morti viventi. Due piccoli film quasi inediti che, però, suscitarono l'attenzione degli appassionati di genere (e sappiamo quanto possano essere pretenziosi), tanto che The Roost venne definito dalla stampa US un omaggio grezzo ma creativo ai B-horror degli Anni Settanta.
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THE HOUSE OF THE DEVIL, UNO DEI MIGLIORI HORROR RECENTI
Una delle particolarità costanti nonché fondamentali sta nel fatto che Ti West ha finora scritto e montato tutti i suoi film (tranne il dimenticabile Cabin Fever 2: Il Contagio), dandogli così una forte connotazione personale, oltre il fatto di poterli controllare totalmente dal punto di vista artistico. E il montaggio, come l'atmosfera, è protagonista di The House of the Devil (lo trovate su Prime Video) che, senza paura di esagerare, potremmo definire come uno dei migliori horror relativamente recenti (è del 2009). Prendendo in prestito il titolo dell'omonimo film del 1896 di George Méliès, il film ribalta la figura della baby sitter in pericolo (in questo caso interpretata da Jocelin Donahue) inserendola nel contesto dell'isteria collettiva legata ai rituali satanici, che imperversavano negli USA tra gli Anni Ottanta e Novanta. Speculazioni e complotti legati a una fantomatica rete di satanisti, di cui avrebbero fatto parte anche esponenti politici e importanti manager. Un contesto succoso che ispirò Ti West, ricostruendo in modo preciso un fenomeno di massa all'interno di un film horror girato con le stesse tecniche utilizzate dalle produzioni low budget degli Anni Settanta. Non solo, come per Non aprite quella porta, anche The House of the Devil segue una moda dell'epoca: avvisare il pubblico che la vicenda è ispirata a fatti reali. Ah, dimenticavamo: se l'inaspettato è il filo rosso di Ti West, allora non è strano trovare nel cast, pensate un po', Greta Gerwig.
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IL FOUND FOOTAGE, LE SERIE E UN WESTERN CON ETHAN HAWKE
Se le atmosfere e i sensi giocano un ruolo preponderante nella sua poetica, Ti West ha affrontato anche discorsi diversi rispetto a quelli puramente horror. Andiamo con ordine: tra il 2011 e il 2016 il regista ha sfornato The Innkeepers, una ghost story ambientata all'interno di un albergo che, qua e là, cita Shining (altro film-guida per West) e ha partecipato ai progetti collettivi V/H/S e The ABCs of Death con i segmenti antologici Second Honeymoon e M is for Miscarriage. Ma fondamentalmente sono due i titoli che hanno fatto svoltare la carriera di Ti West: il primo è The Sacrament prodotto da Eli Roth, in cui West si tuffa nel massacro di Jonestown datato 1978, tramite il linguaggio del found footage, e di conseguenza va a confrontarsi con la storia vera che ha segnato uno dei più sconvolgenti suicidi di massa della storia. L'altro, a proposito di inaspettato, è invece... una black comedy mascherata da un western che sfuma nel revenge movie alla John Wick. Nella Valle della Vendetta, infatti, è l'ennesima sterzata di Ti West, l'ennesima prova irregolare che lo definisce autore trasversale e meravigliosamente pop. Non solo, Nella Valle della Vendetta, prodotto da Jason Blum, è il primo film in cui Ti West dirige delle vere e proprie star di Hollywood: Ethan Hawke, Karen Gillan e John Travolta. Parallelamente, Ti West è stato scritturato anche come regista di diversi episodi di altrettante serie: tra le tante è stato regista per Scream, per Wayward Pines, per Outcast, per Chambers e per due grandi serie Prime Video, ossia Tales from the Loop, nel quale ha diretto l'episodio sette, e per Them, firmando la regia dell'ottava e dell'ultima puntata.
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I DIRTY MOVIES E IL PROGETTO LEGATO A X: PEARL
E ora veniamo all'epilogo. X: A Sexy Horror Story, che in Italia è distribuito da Midnight Factory, è l'omaggio diretto che Ti West fa ai suoi numi tutelari: Non Aprite Quella Porta, Shining, Psycho. Ci porta nel bollente Texas del 1979, insieme alla sgangherata troupe di un dirty movie che approda in una fattoria di un'ambigua coppia d'anziani. Inflessioni creepy, humour, sangue e riflessioni sul concetto di nostalgia, mentre la protagonista Mia Goth si divide in doppio ruolo: quello di Maxine, la scream queen della situazione, e quello di Pearl, la vecchietta creepy intenzionata a vendicarsi per aver perso la bellezza di un tempo. Guardando il film ci si chiede da dove venga Pearl, cosa la spinga a covare un così marcato rancore. Intuiamo delle cose, e ipotizziamo sia stata una ragazza bellissima. Materiale interessante, tanto che Ti West, su geniale intuizione, ha anticipato lo stesso pubblico girando subito dopo il prequel di X, intitolato proprio Pearl. Ambientato durante nel 1918, la backstory vede ancora Mia Goth nel main role, oltre che essere co-sceneggiatrice insieme Ti West. "Sarà un melodramma che incontra il Technicolor di Mary Poppins, ispirato ai lavori di Douglas Sirk...", ha dichiarato Ti West a proposito del prequel, con il pubblico che già spera possa essere l'inizio di un ipotetico franchise prodotto e distribuito da A24.