The Hateful Eight: Cosa cambia nella versione in 70mm?

Un confronto tra le due versioni del nuovo film di Quentin Tarantino: non solo la dimensione visiva, ma anche altri piccoli elementi differenziano la versione in digitale da quella in Ultra Panavision 70 mm che sarà visibile da noi all'Arcadia di Melzo, al Lumière di Bologna e al Teatro 5 di Cinecittà.

Tra le tante cose notevoli di The Hateful Eight, l'ottavo film di Quentin Tarantino, domina su tutte la decisione di far uscire due versioni di questo Western atipico e claustrofobico. Tarantino è infatti un grande sostenitore della necessità di continuare a girare in pellicola, e ha quindi deciso di portare all'estremo la sua cinefilia realizzando The Hateful Eight come un film "all'antica", riesumando l'ormai desueto formato noto come Ultra Panavision 70, usato negli anni Cinquanta e Sessanta per kolossal come Ben Hur e La caduta dell'impero romano.

Per giustificare l'uso di un mezzo che nelle proiezioni normali in DCP sarebbe passato inosservato, Tarantino si è poi messo d'accordo con la Weinstein Company per distribuire il film in modo abbastanza anomalo: per l'uscita americana, infatti, è stata data la precedenza alla versione in pellicola, distribuita in un centinaio di sale il 25 dicembre prima di cedere il posto alle copie digitali a partire dall'8 gennaio. In altri paesi, laddove possibile, le due versioni escono quasi contemporaneamente, mentre anche in Italia la copia in 70mm - disponibile a Melzo, Bologna e Roma - arriva il 29 gennaio, ovvero qualche giorno prima rispetto alle sale tradizionali.

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Al di là del formato dell'immagine, che dà al film un'epicità maggiore nella versione voluta dal regista, vi sono delle differenze più evidenti a livello di contenuto e struttura. Vediamole insieme.

Overture e loghi vintage

The Hateful Eight: Kurt Russell e Jennifer Jason Leigh in una scena del film
The Hateful Eight: Kurt Russell e Jennifer Jason Leigh in una scena del film

Chi ha visto in DVD film come Via col vento ed altre opere "extralarge" dell'epoca d'oro di Hollywood avrà sicuramente notato la scritta Overture (o in francese ouverture), che appare all'inizio del film, spesso sull'immagine di un sipario, con una musica realizzata appositamente per l'occasione che funge da preludio sonoro all'esperienza cinematografica. È così anche per The Hateful Eight, con una partitura firmata da Ennio Morricone, autore di tutte le musiche originali del film. Inoltre, la versione in 70mm si apre con un finto logo vintage della Weinstein Company, seguito dal logo Cinerama. Questi elementi sono assenti nella copia DCP, che inizia con il logo tradizionale della casa di distribuzione, prima di passare direttamente ai credits principali.

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Programma

The Hateful Eight: il programma della proiezione americana in 70mm
The Hateful Eight: il programma della proiezione americana in 70mm

Ad accrescere ulteriormente l'esperienza cinematografica di The Hateful Eight in 70mm (almeno negli Stati Uniti, ma speriamo anche in Italia) c'è il programma, dato ad ogni spettatore prima della proiezione. Costituito soprattutto da foto scattate sul set, contiene anche una doppia pagina di presentazione degli otto protagonisti (foto, nome dell'attore e del personaggio, più una battuta pronunciata da quest'ultimo nel film) e una parte testuale sulla genesi del progetto e la decisione di proiettarlo in versione speciale, con ulteriori chiarimenti sul formato Ultra Panavision 70 e sulla pratica del roadshow.

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Intermission

The Hateful eight: i profili di Walton Goggins e Tim Roth si stagliano nella neve
The Hateful eight: i profili di Walton Goggins e Tim Roth si stagliano nella neve

Per il pubblico italiano forse farà poca differenza, trattandosi di una consolidata - e poco apprezzata - tradizione delle sale nostrane, ma in altri paesi è alquanto inconsueto il concetto dell'intervallo a metà film. Nello specifico, l'interruzione, che dura 12 minuti, ha luogo alla fine del terzo capitolo, ed è riconosciuta come parte dell'esperienza all'inizio del quarto, quando il narratore (Tarantino stesso nella versione in lingua inglese) ci ricorda che sono passati circa 15 minuti dalla conclusione del capitolo precedente. Questa battuta rimane, tale quale, anche nella versione digitale, sprovvista di intervallo, e potrebbe quindi provocare qualche grattacapo a spettatori occasionali che non conoscono i retroscena del film e non hanno modo di vederlo in pellicola. Nella versione estesa viene anche usata, per aprire il quarto capitolo, la canzone Ready for the Times to Get Better, assente nella copia tradizionale (e nel CD della colonna sonora).

The Hateful Eight: Quentin Tarantino sul set del film
The Hateful Eight: Quentin Tarantino sul set del film

Dialoghi tagliati e ciak alternativi

The Hateful Eight: Samuel L. Jackson in una scena del film
The Hateful Eight: Samuel L. Jackson in una scena del film

La versione più lunga consente anche a Tarantino di dare maggiore respiro a certe conversazioni, più brevi nella copia in DCP. Per l'esattezza, è più lungo il dialogo fra John Ruth e Marquis Warren nella diligenza, quando si parla di cavalli (nella copia digitale manca quello che dice Ruth sul suo vecchio destriero), e anche la conversazione fra Ruth e Oswaldo Mobray quando si incontrano per la prima volta, con delle domande aggiuntive su Joe Gage. Infine, manca completamente nella copia digitale l'episodio del pollo spennato solo a metà, che fa imbestialire Ruth perché porterebbe sfortuna.

Vi è anche la presenza, nelle due versioni, di ciak diversi per una scena in particolare, quella in cui Daisy Domergue canta la ballata australiana Jim Jones at Botany Bay. Nella versione in pellicola, l'esibizione è ripresa in un'unica inquadratura, senza stacchi, mentre il DCP contiene un misto di due ciak separati.