Dopo il San Diego Comic-Con, Lucca Comics & Games è il secondo schermo al mondo a mostrare le prime sequenze dell'atteso The Hateful Eight. Grazie a_ Leone Film Group_ e The Wenstein Company, le dissacranti immagini del revenge western di Quentin Tarantino - che approderà nelle sale italiane il 4 febbraio con 01 Distribution - si sono abbattute sui divertiti spettatori di Lucca.
Dopo aver visto la prima sizzle reel, montata da Tarantino insieme al montatore Fred Raskin, che ha già lavorato a Django Unchained, non ci sentiamo di affermare di conoscere molti dettagli in più della trama del western - la selezione di sequenze mostrata si sofferma principalmente sulla presentazione dei personaggi che vanno a formare la posse al centro della storia - ma abbiamo finalmente avuto l'opportunità di toccare con mano l'inconfondibile atmosfera che solo Tarantino sa creare.
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Otto uomini (e donne) rabbiosi
The Hateful Eight si apre con una serie di inquadrature che mostrano un Wyoming invernale, tra boschi e foreste ricoperte nella neve, fotografato nello splendore dei 70 mm. La guerra civile si è ormai conclusa, ma i suoi strascichi si fanno sentire nelle dinamiche sociali che si innestano tra i cittadini. Da dietro una curva compare una diligenza che avanza con difficoltà in mezzo a una tempesta di neve. Dopo una curva, il mezzo è costretto a fermarsi di fronte a un uomo fermo in mezzo alla strada, seduto su un mucchio di cadaveri. Si tratta del maggiore Marquis Warren, interpretato dalla vecchia conoscenza Samuel L. Jackson. Warren viene accolto a bordo della diligenza su cui viaggiano un violento cacciatore di taglie interpretato da Kurt Russell e la sua prigioniera, una Jennifer Jason Leigh dal volto tumefatto e dal pesante accento del sud.
I due sono diretti a Red Rock, dove il cacciatore di taglie consegnerà la donna alla giustizia incarnata da un misterioso boia. Con loro sul mezzo troviamo, inoltre, Walton Goggins nei panni di un rinnegato del sud che sostiene di essere il nuovo sceriffo. Fin da questo primo frammento notiamo come i tratti stilistici del cinema di Tarantino siano più marcati che mai. Dialoghi al fulmicotone, montaggio rapidissimo e personaggi coloriti che, uniti alla scelta della pellicola 70 mm, alle musiche, alla grafica dei titoli e alla fotografia retrò, compongono un esplicito omaggio ai modelli amati da Quentin.
Antieroi logorroici nella tempesta
Dopo un'ellissi la scena si sposta in un interno. Una tempesta di neve ha costretto i viaggiatori a fermarsi in un rifugio di montagna in cui fanno la loro comparsa altri quattro rancorosi (come indica il titolo, in questa America ferina post-bellica in cui dominano violenza e minacce tutti hanno un motivo per essere furiosi). Si tratta dello sbruffone Bob, conducente della diligenza interpretato da Demián Bichir, dell'anziano generale confederato Sanford Smithers, che ha il volto severo del grande Bruce Dern, dall'infido boia di Red Rock Oswaldo Mobray (Tim Roth) e dal cowboy sornione Joe Gage (Michael Madsen).
L'atmosfera nella casa si surriscalda e i dialoghi si fanno serrati, con battute degne del miglior Tarantino. I sette minuti si chiudono con Samuel L. Jackson che promette proiettili senza se e senza ma per poi lasciare posto a un ultimo cartello che annuncia, per l'appunto, il glorioso formato scelto dal regista, l'Ultra-Panavision 70 mm. La qualità di scrittura si preannuncia, anche stavolta, altissima. In più, al team di duri riunito sotto un unico tetto (innevato) si aggiunge una Jennifer Jason Leigh sciatta e pesta che, nei modi sguaiati e nello sguardo spiritato, lascia trapelare una vena di follia che potrebbe rappresentare uno degli ingredienti più gustosi della storia. A questo punto non ci resta che attendere il 4 febbraio, giorno in cui finalmente potremo godere della visione completa del film accompagnata dalla colonna sonora originale di Ennio Morricone.