È difficile dire addio a una serie come The Good Wife. Innanzitutto perché, dopo sette anni e centocinquantasei episodi in cui abbiamo seguito fedelmente le vicende - private e professionali - di Alicia Florrick e dei suoi parenti, colleghi e avversari, quell'universo di avvocati, giudici, politici e clienti (più o meno singolari) ci era diventato incredibilmente familiare. E poi, come già saprete se avete seguito la nostra copertura delle varie stagioni della serie, perché la serie - di cui ci accingiamo a ricordare non solo i migliori episodi ma anche i colpi di scena - si è imposta come uno dei prodotti televisivi più appassionanti, divertenti e ben costruiti della TV americana, e in particolare di quella generalista (è stato non a caso il fiore all'occhiello della CBS, con un totale di cinque Emmy Award).
Il series finale di The Good Wife ha chiuso un ciclo fortunato e irripetibile, lasciandoci con un profondo senso di nostalgia per una delle serie che più abbiamo amato in questi anni (nonché con un certo rammarico per una conclusione non proprio all'altezza delle aspettative). Dunque, mentre siamo ancora impegnati ad "elaborare il lutto" per la fine di The Good Wife, abbiamo deciso di rivivere alcuni fra i momenti più memorabili della parabola di Alicia Florrick. Quella che segue, pertanto, è una rassegna di dieci colpi di scena fra i più clamorosi e sorprendenti nella storia della serie, tutti riferiti ai vari "plot orizzontali": dieci sequenze che ci hanno lasciato a bocca aperta, tenuto con il fiato sospeso o, in qualche caso, ci hanno fatto venire un sostanzioso groppo alla gola. Vi auguriamo dunque buona lettura, rammentandovi ovviamente che da qui in poi non mancheranno gli spoiler, in ordine cronologico, su queste sette, splendide stagioni...
1. 'Show me a plan!' (1x23, Scegliere)
Se c'è qualcosa in cui i coniugi Robert e Michelle King, creatori e showrunner della serie, si sono mostrati molto abili, questa è la costruzione dei season finale, contraddistinti da portentosi cliffhanger. E il finale della prima stagione, Running, ha inaugurato la tradizione, portandoci a un bivio fondamentale nella travagliata storia d'amore fra la protagonista, interpretata da una bravissima Julianna Margulies, e il suo ex compagno di università nonché nuovo datore di lavoro, Will Gardner (Josh Charles).
Mentre suo marito Peter (Chris Noth), riabilitato presso l'opinione pubblica, è in procinto di annunciare il suo ritorno in politica, Alicia riceve una telefonata di Will, il quale vorrebbe chiarire la loro situazione, ma la replica della donna mostra tutto il suo pragmatismo di madre di famiglia: "I need a plan. I have two kids who mean the world to me... I have the press... and I have a husband. Show me a plan! Poetry is easy: it's the parent teacher conferences that are hard". La comunicazione è interrotta e Alicia sale sul palco per raggiungere Peter, in un richiamo al pilot della serie, quand'ecco che arriva un'altra chiamata da Will. Alicia risponderà al telefono? La prima stagione si interrompe su questo interrogativo.
2. 'We're the perfect couple' (2x16, Contromosse)
Uno degli aspetti più interessanti di The Good Wife è senz'altro la descrizione dei rapporti di forza e dei meccanismi di potere all'interno di un ambiente di lavoro: e lo studio legale di cui fa parte Alicia offre una miriade di spunti in tal senso. Nell'episodio della seconda stagione Great Firewall assistiamo così alla fitta rete di sotterfugi, doppi giochi e alleanze con cui Will Gardner, Diane Lockhart (Christine Baranski) e David Lee (Zach Grenier) si adoperano per sottrarre lo studio dalle mani del loro infido socio Derrick Bond (Michael Ealy), con tanto di meeting segretissimo sotto la neve. La riunione dei partner dello studio, con la votazione proposta da Bond per silurare la sua rivale Diane, è uno dei momenti clou della stagione 2, ma la situazione si rivela a sorpresa a favore del team Will/Diane, con la conseguente estromissione di Bond (e l'immancabile sarcasmo di David Lee). "We're the perfect couple", dirà in seguito Diane a Will, mentre festeggiano la loro vittoria; "Yeah, everything but the sex", risponderà lui.
3. 'Have you heard of her... Lela?' (2x20, Affari esteri)
Per quanto Alicia dimostri un'enorme forza di carattere, a renderla una protagonista così carismatica sono anche le sue fragilità; e come qualunque "brava moglie", anche lei non può non provare una lacerante sofferenza quando, al termine dell'episodio Foreign Affairs, scopre un altro tradimento da parte di suo marito. Ad elevare alla potenza il senso di delusione, però, è il fatto che l'ex amante di Peter sia la migliore (l'unica?) amica di Alicia, la detective privata Kalinda Sharma (Archie Panjabi). La rivelazione arriva alla fine di una puntata in cui Alicia, grazie a una provvidenziale intervista televisiva, ha permesso a Peter di vincere le elezioni per la carica di Procuratore di Stato, e con crudele ironia: quel nome, Lela, che per gli altri non ha alcun significato, per una Alicia in lacrime è invece la prova di questo doppio tradimento, proprio mentre, nella stanza accanto, una piccola folla è intenta a celebrare la vittoria di Peter.
4. 'Fine: arrest me!' (3x14, Gioco al massacro)
Eccoci a un altro passaggio importante nel rapporto fra Alicia e Will Gardner, costretto dal procuratore Wendy Scott-Carr (Anika Noni Rose) a rispondere di fronte al Gran Giurì di un'accusa di corruzione giudiziaria. E nel momento clou dell'episodio Another Ham Sandwich, dopo l'accesa testimonianza di Will, è Alicia ad essere chiamata alla sbarra e a dover rispondere della sua relazione con il proprio capo. La palpabile tensione del durissimo faccia a faccia fra Alicia e la Scott-Carr segna una delle scene di maggior presa emotiva della terza stagione, con Alicia determinata a proteggere la propria privacy ("Fine: arrest me!", è la sua replica alle minacce del procuratore) ma messa di fronte alla prospettiva di uno scandalo che potrebbe travolgere la sua intera famiglia.
5. 'Or what? We don't get partnership?' (4x14, Squadra rossa, squadra blu)
Ancora fuoco e fiamme alla Lockhart/Gardner, in una quarta stagione che torna a raccontare conflitti e guerre intestine fra le pareti dello studio legale. Infatti, dopo l'apertura a cinque associati invitati a diventare partner, nell'episodio Red Team, Blue Team l'offerta viene ritirata di colpo, provocando l'ovvio risentimento di Alicia e di Cary Agos (Matt Czuchry), impegnati nel frattempo in un "processo simulato" che li vede contrapposti ai loro capi, Will e Diane. Il repentino passaggio dall'entusiasmo alla frustrazione suscita il desiderio di rivalsa di Alicia e Carey, pronti a stringere un'inedita alleanza e a dare battaglia fino all'ultimo sangue nel 'finto' tribunale. Ed è a questo punto che, sfruttando il risentimento fra i personaggi, l'episodio ci regala alcune sequenze da antologia: l'atteggiamento ribelle di Alicia, che replica con sferzante ironia ai rimproveri di Will ("Or what? We don't get partnership?"), e poco dopo una lite a porte chiuse che si risolve con l'improvviso bacio di Will ad Alicia.
6. 'We're going to lose, aren't we?' (4x22, Un pugno di voti)
Una delle peculiarità di The Good Wife, dalle sue origini fino alla conclusione, è stato l'amalgama fra la sua natura da legal drama e una dimensione politica che ha sempre avuto notevole rilevanza in ogni stagione; e non a caso l'episodio conclusivo della quarta stagione, What's in the Box?, conduce in porto la storyline dedicata alla campagna elettorale di Peter per la carica di Governatore dell'Illinois. Una delle migliori puntate negli annali della serie, What's in the Box? si apre con la scoperta, da parte di Zach Florrick (Graham Phillips), di un presunto broglio elettorale; nelle ore successive si scatena un pandemonio, e come sempre gli autori riescono a sfruttare i momenti di massima concitazione per creare scene cariche di suspense.
Basti vedere, a tal proposito, le frenetiche udienze durante le quali Alicia, Will e Diane tentano prima di far escludere e poi - sorpresa! - di far ammettere nel conteggio le schede incriminate, ben sapendo che dalla decisione del giudice potrebbe dipendere l'esito stesso delle elezioni (i voti sarebbero infatti a favore di Peter). Le sequenze ambientate in tribunale, con il team della Lockhart/Gardner schierato contro la temibile Patti Nyholm (Martha Plimpton), con tanto di bebé gemelli al seguito, mentre il giudice Charles Abernathy (Denis O'Hare) è in preda ad attacchi di sciatica, rimangono fra i "momenti d'oro" della serie... e non vi abbiamo neppure citato la pioggia di twist e di cliffhanger in arrivo negli ultimi minuti dell'episodio. Una di quelle puntate, insomma, capaci di provare fino in fondo la capacità di coinvolgimento di questa serie.
7. 'This was never meant personally' (5x05, Rivelazione)
Altro episodio al cardiopalma, con una costruzione narrativa da standing ovation: Hitting the Fun, quinta puntata della quinta stagione, basata su uno dei capovolgimenti di maggior impatto nella storia di The Good Wife, vale a dire la guerra aperta fra 'allievi' e 'maestri'. Diane Lockhart scopre infatti che Alicia e Cary si preparano a lasciare la Lockhart/Gardner per aprire un loro studio legale, portando con loro gli associati del quarto anno e un gran numero di clienti. La rivelazione scatena una guerra civile all'interno della Lockhart/Gardner e dà vita ad alcuni scontri furibondi fra i personaggi, incluso un clamoroso faccia a faccia: quello fra Alicia e Will, il quale entra come una furia nell'ufficio della donna, avventandosi sulla sua scrivania. Uno dei momenti topici di The Good Wife: il definitivo deterioramento nel rapporto professionale e affettivo dei due ex innamorati, ma anche una prova dell'astuzia e della spregiudicatezza di Alicia, pronta a "spiccare il volo" insieme a Cary (ma anche a versare sincere lacrime nella solitudine dell'ascensore che la condurrà verso un'altra avventura lavorativa). Da questo punto in avanti, The Good Wife prenderà una direzione del tutto nuova e avvicente, regalandoci fra l'altro la sua migliore stagione in assoluto.
8. 'My boss is in here!' (5x15, Colpo di scena)
Se Hitting the Fun rimane con tutta la probabilità il miglior episodio di sempre di The Good Wife, un altro momento storico della serie arriverà dieci puntate più tardi, in un'altra puntata indimenticabile dal titolo Dramatics, Your Honor. Quello che si era aperto come un semplice "caso della settimana" culminerà infatti in un twist scioccante: Jeffrey Grant (Hunter Parrish), un imputato accusato di omicidio e difeso da Will Gardner, sopraffatto dalla tensione afferra una pistola nel bel mezzo del processo e apre il fuoco, uccidendo Will. La sapiente scelta drammaturgica degli autori consiste nel tenere la sparatoria completamente fuori campo, limitandosi a far udire al pubblico i colpi di pistola dall'aula di tribunale adiacente, dove nel frattempo Diane si sta occupando di un altro caso (e il suo sguardo raggelato già anticipa la terribile verità). Dramatics, Your Honor risulta dunque un episodio pivotale, con il colpo di scena più impressionante di tutta la serie (che non aveva mai raggiunto un simile apice di violenza) e l'addio di uno dei suoi personaggi più amati.
9. 'I trusted you!' (6x19, Respinta)
Una delle puntate più beffarde, amare e drammatiche nel percorso di Alicia: in Winning Ugly, episodio che giunge in prossimità della conclusione della sesta stagione, vediamo franare di colpo l'intera carriera politica della protagonista, reduce dalla vittoria alle elezioni come Procuratore di Stato. Si scopre infatti che alcune macchine elettorali usate per registrare i voti sono state manomesse, e Alicia è costretta a presentarsi al cospetto della Election Review Board, affiancata da un celebre avvocato progressista, Spencer Randolph (Ron Rifkin). Quando però l'indagine rischia di trasformarsi in un boomerang per il Partito Democratico, ecco arrivare la "pugnalata alle spalle": Randolph tradisce la fiducia di Alicia in aula, mentre il partito non esita a utilizzarla come capro espiatorio costringendola alle dimissioni. È il KO più doloroso per la nostra good wife, in una puntata intensissima che, come se non bastasse, vede nei guai pure Diane Lockhart: Diane infatti scopre di aver presentato a propria insaputa delle prove false, manomesse appositamente da Kalinda, e di rischiare tre anni di carcere.
10. 'Wanna partner?' (6x22, Socio cercasi)
Il finale della sesta stagione, Wanna Partner?, porta con sé diversi cambiamenti importanti nel percorso professionale e personale di Alicia: dal progetto di una nuova "discesa in campo" da parte di Peter, che coltiva l'idea di correre per la Vice-Presidenza degli Stati Uniti, alla definitiva uscita di scena di Kalinda, con un addio che ha suscitato discussioni a non finire tra i fan (sembra infatti che Julianna Margulies e Archie Panjabi abbiano registrato il loro dialogo senza neppure condividere il set, a riprova delle tensioni fra le due attrici). Ma nel corso dell'episodio, per Alicia arriveranno due colpi di scena ancor più significativi: l'abbandono da parte di Finn Polmar (Matthew Goode), che a sorpresa rinuncia a lavorare in coppia con Alicia per tornare insieme alla propria ex moglie, e la spiazzante proposta di Louis Canning (Michael J. Fox), che in chiusura della puntata chiede ad Alicia di diventare sua partner in un nuovo studio legale.
11. 'Diane?' (7x22, End)
Dell'epilogo di The Good Wife abbiamo già avuto occasione di parlare nel dettaglio, e come saprete ci ha lasciato con più di una punta di delusione. End, spiace dirlo, è un series finale pieno di problemi, di forzature e di buchi di sceneggiatura, ma è anche vero che porta con sé un carico emotivo davvero notevole. E l'ultimissima sequenza, con il richiamo all'incipit del pilot, la speranza di Alicia di riabbracciare Jason Crouse (Jeffrey Dean Morgan) e il brusco 'risveglio', con lo schiaffo di Diane Lockhart, in qualche modo è un pugno nello stomaco: un'uscita di scena amarissima per la povera Alicia, con la scelta contrastiva di un sottofondo musicale (la ballata romantica Better di Regina Spektor) in stridente contrasto con la delusione della donna. Una scena potente e coraggiosa, capace di riscattare un finale tutt'altro che impeccabile e di segnare un altro passaggio fondamentale nella parabola della nostra imperfetta eroina.