Ormai si fa a gara per incensare The Flash di Andy Muschietti, arrivando prima del cinecomic stesso. Nonostante la Saetta Scarlatta DC sia il velocista per eccellenza del parterre supereroistico dell'etichetta americana, questa volta deve accettarlo pacificamente: le lodi prendono l'oro e lui solo l'argento. Una situazione curiosa e paradossale, quella del controverso film con protagonista Ezra Miller nel ruolo di Barry Allen, soprattutto viste le tante polemiche mediatiche e beghe legali della star ma anche i problemi concettuali correlati a un titolo che nasce, cresce ed esce per mettere la parola fine a un progetto mal naufragato da tempo e già superato.
Curioso perché inizialmente nessuno ci credeva e il prodotto sembrava già condannato in partenza. Paradossale perché a un mese e mezzo dall'uscita tanto i dirigenti Warner e DC quanto la stampa americana stanno spendendo solo parole positive - quasi fosse un plebiscito - per presentare al mondo The Flash come "uno dei migliori cinecomic di sempre". Il fuoco dell'hype è divampato ancora di più dopo la presentazione al CinemaCon di Las Vegas pochi giorni fa, dove oltre a un nuovo e spettacolare trailer è stata proiettata agli addetti lì presenti una versione non definitiva del film, scaldando non poco gli animi degli astanti in primis e i social poi. Ma sembra davvero tutto così luminoso e perfetto? Proviamo a parlarne analizzando l'ultimo footage pubblicato.
Eroi a confronto
La cosa più interessante del trailer è la sua impostazione. Ci dà subito l'idea della gravitas del racconto e della sua struttura drammatica, anche se dalla prime reaction sappiamo che il film si presenta come un mix equilibrato tra dramma, azione e commedia. Per andare sul sicuro, a quanto pare, si è deciso di rispettare la sacra formula dei cinecomic senza esagerare questa o quella caratteristica, dandogli un taglio in qualche modo originale ma anche ispirato al recente passato snyderiano. Ciò detto, il filo conduttore del discorso narrativo sembra essere la tragedia personale della perdita. È proprio questo che mette faccia a faccia una vecchia gloria come il Batman di Michael Keaton e non uno ma ben due Barry Allen, entrambi interpretati da Miller. Ce lo dice subito Bruce Wayne: "Ho perso i miei genitori. Quel dolore mi ha reso ciò che sono. Ho trascorso una vita a cercare di rimediare agli errori del passato, come se combattendo il crimine ritrovassi i miei genitori". La perdita è il meccanismo primo e trasversale di formazione di un supereroe, pensando ad esempio anche allo Spider-Man di casa Marvel. È una tragedia che sfrutta il dolore in chiave motivazionale e agisce in modi differenti sulla psicologia di questo o di quel personaggio, che spinti da sentimenti buoni o meno decidono di lottare il crimine in prima persona, qualcuno aiutato da abilità straordinarie. The Flash non fa altro che mettere questo elemento al centro stesso della storia, trasformando una buona azione personale ed egoistica (in senso positivo) in un disastro globale con ripercussioni "multiversali".
Si va dal particolare all'universale, la tragedia si sdoppia e poi triplica e con Supergirl (Sasha Calle) addirittura arriva a quadruplicarsi, pensando anche alla sua perdita, alla distruzione di Krypton e della sua civiltà. Ma è proprio l'azione di Barry a convince Batman ad intervenire, perché "nel combattere il crimine" il ragazzo ha saputo ritrovare in effetti i suoi genitori, nonostante le conseguenze. A unire la Saetta Scarlatta e Il Cavaliere Oscuro è il fil rouge del dolore, mentre per il Barry Allen con i genitori e per Kara Zor El è la speranza di non dover soffrire come loro o di nuovo (la battuta sul simbolo della S è abbastanza chiara). In questo senso The Flash appare effettivamente centrato e con un grande potenziale emozionale. Possiamo addirittura riflettere sulle parole di Ben Affleck nel suo breve ritorno nei panni del Batman snyderiano: "In nemmeno dieci minuti di screen time ho finalmente capito come interpretare il mio Bruce Wayne". In effetti traspare egregiamente dal trailer quando dice: "Le nostre ferite ci rendono chi siamo, non dobbiamo tornare a sistemarle. Non farti definire dalla tua tragedia". Perché le tragedie bisogna accettarle e lavorare affinché non accadano più, scendendo anche in campo contro un esercito alieno in un team-up colossale tra eroi di altri universi per salvare la situazione "facendo i pazzi".
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Showdown
Non volevamo crederci, ma al momento The Flash è quasi più convincente per il fan service e la potenziale struttura della trama che per l'azione in sé. Intendiamoci, i trailer visti finora sembrano promettere alto tasso d'adrenalina e una buona dose d'invenzioni visive da parte di Andy Muschietti, ma appare comunque predominante lo slow motion come escamotage tecnico e gli effetti speciali non sembrano ancora finalizzati al meglio, rischiando un effetto Quantumania 2.0. In tutta onestà, in questo preciso aspetto non ci sembra che il film possa rappresentare qualcosa di completamente innovativo o profondamente sensazionale. Discorso diverso, invece, per l'impostazione dello showdown e la bellezza di alcune soluzioni estetiche. Magnifica per esempio l'idea di disegnare il Batwing per chiudersi come un vero pipistrello mentre dorme, lasciandolo calare da una fessura nella roccia per poi spiegare le ali in tutta la sua magnificenza. Adesso è anche chiaro il perché del primo teaser poster, considerando la bellezza dell'oggetto e della scena.
Ci sono poi una serie di situazioni che appaiono già cult, dalla battuta "facciamo i pazzi" di Batman fino alla sequenza del paracadute e poi l'arrivo sul campo di battaglia di tutti i supereroi, con una cura per le coreografia e la spettacolarizzazione delle stesse apparentemente più marcata rispetto a quella dell'azione nella sua generalità. Anche qui sembra si voglia dare più spazio alla caratterizzazione dei poteri e delle abilità dei protagonisti rispetto a una pura strumentalizzazione in action delle stesse. In sostanza, crediamo che la volontà produttiva e registica sia quella di ricercare carisma e "momenti d'oro" in un lungo showdown che al momento non sappiamo nemmeno se sarà quello finale oppure no. Attualmente è innegabile che i VFX vadano rifiniti, mentre è impossibile esprimersi sul montaggio, anche se la stampa americana ha elogiato al momento la costruzione cinematografica dell'editing. Insomma, a fronte di qualche perplessità, The Flash è pronto ad abbattersi sul mercato con tanta voglia di riscatto per dimostrare tutto il suo valore cinematico, soprattutto a chi lo dava già morto a priori. Il film di Muschietti corre invece veloce e mostra i muscoli, nella speranza che si possa continuare a competere anche sulla lunga distanza e non fermarsi a un solo traguardo, seppure encomiabile.