Altro giro, altra corsa? Non proprio: perché The Equalizer 3 - Senza tregua di Antoine Fuqua segue - in parte - le regole del franchise moderno, prendendosi tempo e spazio per umanizzare un protagonista capace di ritagliarsi un discreto spazio tra i last action hero del cinema. Una saga che ha fatto dell'azione (divertita, e spesso esagerata) il suo punto di partenza, mettendo al centro dello show un uomo comune - ed ex agente segreto - con la voglia di godersi in pace la pensione. Ecco, se nei due precedenti capitoli, entrambi diretti da Fuqua, non c'era un attimo di pace, in The Equalizer 3 - Senza tregua, al contrario del titolo, i toni si fanno più dilatati e leggeri, con lo scopo di trovare (definitivamente) un posto nel mondo all'anti-eroe di Denzel Washington, giustiziere sui generis che si rifà alla serie anni Ottanta Un giustiziere a New York.
Diversamente dai film antecedenti, la stessa idea di giustizia viene sfumata, con una narrazione che procede per gradi, tra personaggi e situazioni, legate indissolubilmente alle location principali. Più film in uno, in cui svetta il profilo ammaccato del protagonista. Sempre centrale, sempre risolutivo, sempre mosso da una precisa filosofia. Intorno, il (solito) cinema di Antoine Fuqua, tra qualche stortura, bislacche ingenuità (dettate anche dal ri-doppiaggio italiano) e un umore non sempre all'altezza. Dall'altra parte, proprio nella sua struttura da sequel umanizzato, e per giunta finale, ciò che rimarchiamo di più nella recensione The Equalizer 3 - Senza tregua è la costante ricerca emotiva da parte delle scene, regalando al film una certa predisposizione sentimentale.
The Equalizer 3 - Senza tregua, vacanza in Italia
A proposito di posto nel mondo: quale migliore, se non la Costiera Amalfitana? Già perché The Equalizer 3 - Senza tregua è girato interamente in Italia. Uno spunto non solo cine-turistico, ma anche sorprendentemente ideale alla storia scritta da Richard Wenk. Riecco infatti Robert McCall, che sta cercando di perseguire una nuova rotta, più stabile e più sicura. Più o meno. Perché, incappando in un traffico di droga, che ha per base la Sicilia, resta ferito e trasportato in Costiera Amalfitana.
Verrà accudito dai cittadini dell'accogliente Altamonte (un paesino fittizio della Costiera, che in verità si chiama Atrani), splendida cittadina a strapiombo sul mare. Tuttavia, McCall, sempre più inserito nella comunità, scopre che il paese è sotto il controllo spietato di una famiglia mafiosa, capeggiata dal boss Vincent Quaranta (Andrea Scarduzio). Lo stesso capo mafia che controlla il giro di letali anfetamine trovate in Sicilia. Inutile dire che inizierà una vera e propria caccia ai criminali, con il supporto di una giovane agente della CIA, interpretata da Dakota Fanning.
Un capitolo finale, tra cuore e ingenuità
The Equalizer 3: Senza Tregua, tecnicamente impeccabile, bisogna dirlo, sfrutta gli spazi e il tempo a disposizione, senza che lo spazio geografico - splendido, lo ricordiamo - sia troppo edulcorato, o banalizzato. Di questo va dato atto ad Antoine Fuqua, che va dritto al punto, preferendo una maggiore riflessione, e un'interessante (auto)analisi che Denzel Washington si ritaglia per il suo personaggio. Un analisi che mette insieme giustizia, violenza, accettazione, miscelando i tormenti del protagonista ad una messa in scena da action movie disfunzionale. Che vuol dire? Che l'anima pop è preponderante, che il filo è quello dell'intrattenimento, ma la ricerca di Fuqua - di conseguenza di Washington - non è finalizzata all'esasperazione, concedendo una certa intimità emotiva ad un character che, lo diciamo, potrebbe tranquillamente aver concluso il suo arco narrativo con un soddisfacente e svagato ultimo capitolo.
Svagato perché l'indole romantica, mischiato ad un sentimento scoperto, rende il tutto avulso dal genere, offrendo una visione a modo suo piacevole, e avvolta da una coltre di ingenuità sprovveduta. Il cortocircuito, in questo caso, è dato dall'incastro tra cast italiano e cast originale: come spesso accade si recita con lingue diverse, e il ri-doppiaggio causa notevoli dislivelli, alterando la percezione, e in parte il giudizio finale. Percezione generale sbilanciata anche dallo script che, come detto, preferisce (anche intelligentemente, perché no) le parole, gli sguardi, i silenzi, all'azione dura e pura. Un cambiamento tonale, però, forse troppo gracile per sorreggere le storture di uno script, a volte, frettoloso, e slegato nel confronto tra i due punti di vista (Denzel Washington e Dakota Fanning). Tuttavia, è l'indole accorata ed evidentemente appassionata a salvare The Equalizer 3: Senza Tregua (basti pensare alla sequenza finale, ingenua ma irresistibile), finalizzata nell'enfatizzare un concetto magari banale ma sempre idoneo: non è questione di bene o di male, ma di giusto e di sbagliato.
Conclusioni
Lo abbiamo scritto nella nostra recensione: The Equalizer 3 - Senza tregua, ultimo capitolo della saga, predilige l'emotività all'azione, costruendo il film attorno all'umanità ritrovata del protagonista. Location italiana d'eccezione, mai banalizzata né stereotipata. Dall'altra parte, però, alcuni personaggi non funzionano, come non funziona il ri-doppiaggio italiano.
Perché ci piace
- Il panorama.
- Una certa emotività.
- Il calore generale.
Cosa non va
- Il ri-doppiaggio italiano.
- Poco action, se cercate un film d'azione.
- Alcuni personaggi poco approfonditi o centrati.