La graphic novel di Charles S. Forsman The End of the Fing World è stata adattata per il piccolo schermo in una serie, suddivisa in otto parti, che ha debuttato in ottobre su Channel 4 e ora è distribuita in tutto il mondo grazie a Netflix.
Il progetto si contraddistingue per un'atmofera particolarmente leggera nonostante un contesto drammatico e a tratti surreale, sfruttando inoltre nel migliore dei modi la breve durata degli episodi, circa venti minuti, due elementi che lo rendono perfetto per il binge watching sulla piattaforma di streaming.
La storia di James e Alyssa non solo diverte, ma riesce al tempo stesso a esprimere con forza e originalità la rabbia adolescenziale e l'incapacità di comunicare tra figli e genitori*, grazie all'ottimo lavoro compiuto dall'intero cast tecnico e artistico, diventando così uno show adatto a più di una generazione di spettatori.
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L'incontro tra due solitudini
James, ruolo affidato all'attore Alex Lawther, è un diciassettenne incapace di provare emozioni che fin da bambino uccide animali come hobby, situazione che lo porta a convincersi di essere pronto a compiere il grande passo e uccidere un essere umano. La vittima "perfetta" sembra essere Alyssa, interpretata da Jessica Barden, una sua compagna di scuola dalla vita complicata che è attratta dalla sua diversità e decide di presentarsi in modo anti-convenzionale durante la pausa pranzo del liceo, dando vita a una serie di eventi inaspettati e violenti. La teenager ribelle, dal sarcasmo tagliente e sopra le righe, vive con la madre Gwen (Christine Bottomley) che, dopo il divorzio, si è risposta con Tony (Navin Chowdhry) e ha avuto due gemelli, creando così una vita apparentemente perfetta. Alyssa, però, deve fare i conti con l'interesse inappropriato da parte del patrigno e sembra riporre le sue speranze, alimentate dall'arrivo ogni anno di un biglietto di auguri per il suo compleanno, di trovare un affetto sincero in suo padre Leslie (Barry Ward).
Dopo essersi avvicinata a James, la ragazza gli chiede di fuggire, e i due iniziano un viaggio che li farà cambiare profondamente e darà il via a una catena di eventi drammatici su cui indagheranno le detective Eunice Noon (Gemma Whelan) e Teri Donoghue (Wunmi Mosaku).
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Due protagonisti "folli" e amabili
La sceneggiatura di Charlie Covell, già nel team di Humans, sviluppa in modo coinvolgente la storia dell'improbabile coppia composta da un potenziale psicopatico e da una giovane che sta entrando nel tunnel della depressione, mostrando come l'incontro tra due anime inquiete possa gettare le basi per una trasformazione radicale. La profondità emotiva di Alyssa e James viene portata in scena grazie ai numerosi flashback e all'utilizzo della voce narrante che svela i pensieri dei due protagonisti, aggiungendo con il passare del tempo nuove sfumature e offrendo un punto di vista sulla loro rabbia e sui problemi che devono affrontare in grado di far provare nei confronti dei personaggi un'empatia che supera la loro apparente follia, inserendoli in un contesto che li rende quasi le presenze più equilibrate, tra genitori incapaci di rappresentare un punto di riferimento e predatori di vario tipo.
Alex Lawther, attualmente protagonista anche sul grande schermo con Vi presento Christopher Robin, e Jessica Barden, apparsa in film come The Lobster e serie del calibro di Penny Dreadful, sanno interpretare con bravura gli aspetti più duri e spigolosi della personalità e le sfumature più fragili e vulnerabili di due adolescenti nei cui confronti diventa quasi impossibile non provare simpatia. I due attori hanno saputo creare un feeling che getta le basi per un legame sincero che fa emergere, tappa dopo tappa del loro folle viaggio, la capacità di amare e stabilire un legame profondo, elemento che anima con grande forza la trama anche nei passaggi più estremi. James e Alyssa, con i loro atteggiamenti scostanti e i modi bruschi rivelano infatti progressivamente fragilità, insicurezze e il bisogno affettivo, e tra tanti momenti cupi i due giovani riescono a ritagliare dei momenti di inaspettato romanticismo, come il tentativo di riappacificarsi con un mazzo di fiori improvvisato, o di allegria e spensieratezza, mantenendo così la figura dei due giovani particolarmente realistica. La gestione della storia si rivela efficace nell'equilibrare i forti contrasti che esistono nell'anima dei due teenager, sfruttando nel migliore dei modi il lavoro compiuto da Covell nello scrivere gli script delle otto puntate.
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Un cast di livello per portare in scena degli adulti confusi
I due giovani protagonisti sono inoltre sostenuti nella loro interpretazione da un cast di ottimo livello, in cui spiccano Barry Ward alle prese con un uomo dalle mille contraddizioni che rende amabile anche nei suoi momenti peggiori, e Gemma Whelan che tratteggia la figura di una poliziotta dalla vita privata complicata ma forse l'unica, tra gli adulti, a capire realmente le motivazioni che possono essere alla base dei comportamenti dei due ragazzi.
Christine Bottomley e Steve Oram infondono poi alla madre di Alyssa e al padre di James un mix di insicurezza e amore per i figli che, nonostante gli errori commessi, permettono di capire come entrambi agiscano per amore dei ragazzi, pur essendo totalmente incapaci di comprenderli realmente e iniziare con loro un dialogo costruttivo.
Covell ha saputo offrire un ritratto di due famiglie infelici per motivi diversi, ma entrambe costruite su un amore inespresso e su incomprensioni che sembrano insormontabili, rendendo il contesto in cui si muovono i due teenager distante da ogni stereotipo e interessante per la sua capacità di essere al tempo stesso originale e realistico.
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Una serie curata sotto ogni aspetto
The End of the F*ing World convince anche dal punto di vista della regia, affidata a Jonathan Entwistle e Lucy Tcherniak che confezionano degli episodi particolarmente curati visivamente, in particolare nelle ultime puntate e in un finale emotivamente d'impatto. La fotografia è brillante e sa adeguarsi con efficacia ai cambiamenti di location e di atmosfera, passando dalle tante ombre agli assolati paesaggi in cui avviene l'incontro con il controcorrente Leslie.
Un elemento apprezzabile è inoltre la colonna sonora che propone una selezione di brani di artisti come Fleetwood Mac, Hank Williams, Mazzy Star, Brenda Lee e Julie London che con la sua struggente The End of the World accompagna l'epilogo della storia di Alyssa e James. Un mix di sonorità e stili musicali, quello offerto dalle otto puntate, che crea un'atmosfera ricercata e un po' vintage perfetta per il progetto.
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Conclusione
Addentrandosi con coraggio nel lato oscuro dell'adolescenza, The End of the F*ing World riesce a proporre un racconto coinvolgente e al tempo stesso in grado di divertire e intrattenere che non mette mai in secondo piano l'aspetto emotivo degli eventi. Le interpretazioni convincenti e l'attenzione nel creare il mondo in cui si muovono Alyssa e James permettono alla serie di distinguersi in positivo nell'affollato panorama televisivo dedicato alle storie degli adolescenti, regalando una storia d'amore e di crescita personale che fa riflettere.
Movieplayer.it
4.0/5