The Day After: Hong Sang-soo, l’editoria e i triangoli amorosi

Il cineasta coreano propone l'ennesima variazione sul tema delle complicazioni sentimentali, mantenendo intatta la sua poetica a base di leggerezza e minimalismo. Presentato in concorso a Cannes 2017.

The Day After: Kwon Hae-hyo e Kim Sae-byuk in una scena del film
The Day After: Kwon Hae-hyo e Kim Sae-byuk in una scena del film

La giovane Areum ha trovato un nuovo lavoro in una piccola casa editrice, gestita da Bongwan. A insaputa della ragazza, il suo datore di lavoro ha da poco interrotto una relazione extraconiugale con un'altra donna, la cui partenza per l'estero è il motivo per cui si è liberato il posto. Un dettaglio di cui è all'oscuro la moglie di Bongwan, che sospetta tradimenti ma non ha mai colto il marito in flagrante, e che creerà problemi quando costei si presenta sul luogo di lavoro convinta che Areum sia l'amante...

Ossessioni ricorrenti

Di Hong Sang-soo, regista coreano molto amato in ambito festivaliero ed estremamente prolifico (almeno una volta all'anno tende a far parte della programmazione delle grandi kermesse europee, ossia Berlino, Cannes e Venezia), si tende a dire che racconta sempre variazioni della stessa storia, che da alcuni anni si focalizza su relazioni sentimentali tragicomiche con un ruolo di riguardo per le figure femminili. Dal 2015 questa ha il volto dell'attrice Kim Min-Hee, vista in Right Now, Wrong Then (Pardo d'Oro a Locarno) e successivamente nei tre film del regista usciti finora nel 2017: On the Beach at Night Alone (in concorso a Berlino), Claire's Camera e The Day After (entrambi a Cannes, il primo nella sezione Séances Spéciales, il secondo nella competizione principale). Questo sodalizio artistico è ora inscindibilmente legato alla sfera privata, e contribuisce a spiegare i motivi del ritorno di certe tematiche nell'opera di Hong: è infatti emerso tra la fine della Berlinale 2017 e l'annuncio del programma di Cannes che il cineasta, proprio come i mariti fedifraghi che popolano i suoi film, ha una relazione con la giovane attrice.

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The Day After: Kwon Hae-hyo in una scena del film
The Day After: Kwon Hae-hyo in una scena del film

Da un lato questa collisione tra realtà e finzione (guarda caso anch'essa una tematica del cinema di Hong) si presta inevitabilmente come chiave di lettura per entrare in questa nuova, spumeggiante zona del mondo cinematografico del regista, che trasforma situazioni neanche tanto velatamente autobiografiche in deliziosi siparietti la cui disarmante semplicità cela tutto un universo sullo schermo; dall'altro la situazione personale del cineasta non è strettamente necessaria per capire l'onnipresenza recente di Kim Min-hee (vista anche in The Handmaiden di Park Chan-Wook) nella sfera artistica dell'autore, poiché l'attrice ha un talento in costante fase di maturazione che merita di essere posto al centro di queste storie stratificate che fanno emergere tutto un vissuto per personaggi con cui abbiamo l'impressione di aver trascorso anni anziché quei pochi giorni che Hong tende a raccontare in meno di due ore di film (questo supera di poco i 90 minuti, mentre Claire's Camera arriva appena ai 70).

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Editoria, portami via

The Day After: Kwon Hae-hyo e Kim Sae-Byuk in una scena del film
The Day After: Kwon Hae-hyo e Kim Sae-Byuk in una scena del film

The Day After non rivoluziona in alcun modo gli ammirevoli strumenti narrativi di Hong Sang-soo, sebbene per gli appassionati di vecchia data ci sia un simpatico giochino che stravolge le aspettative sull'espediente del doppio racconto. La narrazione è ridotta al minimo indispensabile, fotografata in bianco e nero con un'asciuttezza ricca di graziosi momenti di umanità e humour. Rimane intatta anche la questione culturale, passando qui dal cinema alla letteratura ma sempre con il rapporto illecito tra datore di lavoro e persona subordinata, esibito però non come esercizio di potere ma come relazione quasi alla pari, tendente più a un equilibrio in favore della donna. I tempi cambiano, il cinema (di Hong) no, e nella sua apparente ripetitività si riconferma un altro tassello di tutto rispetto in una filmografia sempre fresca e vivace, che ci regala squarci di vita idealmente collocati sul confine tra riconoscibile verosimiglianza e fiabesca irrealtà. Il tutto al servizio di tre personaggi femminili deliziosi, che rimarranno impressi nei nostri cuori per il resto del 2017 e oltre.

Movieplayer.it

4.0/5