I cambiamenti radicali nel cast, come spieghiamo nella recensione di The Crown 3, non hanno modificato in nessun modo la qualità della serie Netflix dedicata alla storia di Elisabetta II di cui, nelle puntate inedite, si approfondiscono gli anni dal 1964 al 1977. A sostituire Claire Foy nel ruolo della sovrana è il premio Oscar Olivia Colman, mentre Tobias Menzies è il nuovo Principe Filippo, ma il salto temporale permette inoltre di introdurre presenze essenziali nel racconto come Carlo e Anna, proseguendo inoltre a delineare la figura a tratti tragica di Margaret, affidata alla talentuosa Helena Bonham Carter.
La serie creata da Peter Morgan mantiene alta la qualità del progetto che si conferma uno dei titoli di maggior successo della piattaforma di streaming, in grado di accontentare ogni tipologia di spettatore grazie a un mix ben equilibrato di ricostruzione storica, drammi personali e passaggi che sfiorano atmosfere da soap opera per sottolineare il peso metaforico di una corona che influenza la vita di chi la indossa, ma non solo.
Una fase complicata per il regno di Elisabetta
La terza stagione di The Crown copre tredici anni del regno di Elisabetta, seguendo eventi chiave come la morte di Winston Churchill, la tragedia di Aberfan, la missione che ha portato per la prima volta l'uomo sulla Luna, il ritorno in scena della madre di Filippo, l'incontro tra Carlo e Camilla e un viaggio di Margaret negli Stati Uniti.
Nonostante la possibilità di avere a disposizione un'attrice di incredibile talento come Olivia Colman, la serie propone quasi degli episodi "tematici" dedicati ai singoli personaggi, dando della regina un ritratto maggiormente dimesso e alle prese con più di un dubbio personale, come quando Elisabetta si chiede perché è incapace di provare emozioni o si allontana dagli obblighi di corte per occuparsi dei suoi amati cavalli, una pausa che le fa provare un po' di rimpianto nei confronti di una vita normale, senza dimenticare il suo complesso e non sempre facile rapporto con Margaret.
Proprio la sorella della sovrana, Margaret, emerge come star in un paio delle puntate mostrando una difficoltà sempre più grande nel sopportare il fatto di essere sempre in ombra rispetto a Elisabetta e nel fare i conti con un matrimonio che sta andando in pezzi.
Carlo è mostrato mentre si confronta con il suo ruolo di principe del Galles e si innamora per la prima volta, scatenando le reazioni negative della corte. Anna, purtroppo, emerge solo brevemente e in relazione ad altri personaggi tra cui la nonna che non ha mai conosciuto o il fratello, perdendo anche l'occasione di mostrarne il matrimonio avvenuto nel 1973, mentre, come prevedibile, Filippo è una figura centrale di questa terza stagione, che lo ritrae insofferente e infastidito dalla propria posizione e ferito dal proprio passato.
Ovviamente The Crown 3 porta in scena anche i problemi della monarchia: dal rapporto di Elisabetta con chi assume la carica di primo ministro alla richiesta sempre più pressante da parte dei cittadini di abolire la monarchia.
La seconda versione di Elisabetta II
Olivia Colman interpreta la protagonista in modo profondamente diverso rispetto a Claire Foy, dovendo ora portare in scena una donna di mezza età calatasi da tempo nel proprio ruolo istituzionale e, nonostante tutto, ancora piuttosto incerta nel muoversi tra la politica e le aspettative dei cittadini. La morte di Winston Churchill, figura chiave nei primi anni del suo regno, si riflette nel modo in cui la regina affronta le crisi senza un sostegno e una guida al suo fianco di cui fidarsi totalmente. Il premio Oscar gestisce bene il senso di frustrazione che rimane dentro di lei e le insicurezze nel trovare un equilibrio tra l'essere la guida di una nazione e la necessità di far emergere il proprio lato più "umano". Olivia sa sostenere con talento gli alti e bassi di Elisabetta II e i brevi momenti in cui dà spazio alle proprie insicurezze e ai propri bisogni regalano il ritratto di una donna che subisce il peso della corona in modo stoico e determinato, seppur non senza qualche sofferenza.
Le scene che vedono in scena Helena Bonham Carter e Olivia Colman sono forse tra le migliori dell'ultima stagione grazie al talento delle due interpreti dal temperamento e dalla presenza scenica così agli antipodi.
La protagonista convince in particolare nell'episodio dedicato alla frana che ha spazzato via innumerevoli vite innocenti in Arbefan, in cui Elizabeth viene mostrata incapace di comprendere i bisogni dei suoi cittadini e troppo ancorata ai rigidi schemi di corte, e nel momento in cui scopre che il Duca di Windsor è molto malato e sta per morire in esilio, situazione che la porta anche a scoprire qualche segreto del figlio Carlo.
Un cast di altissimo livello
Tobias Menzies è un Filippo invece più apparentemente misurato e attento rispetto alla versione più giovanile e piena di energia di Matt Smith. L'attore ha a disposizione, oltre ad alcune battute taglienti e piene di sarcasmo rivolte anche a Margaret, due episodi da assoluto protagonista in cui costruisce un personaggio maggiormente riflessivo e ferito. Dall'inaspettato ritorno della madre Alice (Jane Lapotaire) all'entusiasmo, e successiva delusione, di fronte all'ipotesi di conoscere gli astronauti che hanno camminato sulla Luna, l'attore propone una performance piena di sfumature e attenta a non intaccare le contraddizioni di Filippo.
Helena Bonham Carter possiede poi il giusto equilibrio tra fascino ed eccessi, Charles Dance ritorna nei panni di un uomo machiavellico e carismatico dopo l'addio a Il Trono di Spade, e Ben Daniels, purtroppo, ha poco spazio per motivare la trasformazione di Snowdon in un traditore poco attento alle esigenze della moglie e della sua famiglia.
The Crown 3: Helena Bonham Carter ha parlato con lo spirito della Principessa Margaret
I giovani interpreti
La nuova generazione di interpreti, nelle prossime stagioni assolutamente centrale, inizia a dimostrare in che modo gli autori si avvicineranno al racconto di intrighi sentimentali, tradimenti e matrimoni.
Dispiace molto, durante la visione della terza stagione di The Crown, il poco spazio concesso alla principessa Anna, ruolo affidato a Erin Doherty, di cui si tratteggia solo a grandi linee il carattere determinato e indipendente della giovane nobile.
Come prevedibile Josh O'Connor, nella parte di Carlo, ha più materiale a disposizione per recitare nella parte di un principe animato dalle buone intenzioni ma privo di un sostegno sincero da parte della propria famiglia. Il giovane attore interpreta il bisogno di essere capito e di ottenere l'approvazione degli altri con sensibilità, spaziando dalla capacità di immergersi totalmente negli studi al suo amore per il teatro e l'arte, passando poi all'incontro con Camilla, interpretata in modo piuttosto convincente da Emerald Fennell, legame nato quasi per far compiere al principe delle "esperienze" e sfuggito dal controllo dei burattinai della casa reale, pronti immediatamente a correre ai ripari.
Grande cura per i dettagli
A livello visivo The Crown si conferma come una serie incredibilmente curata in ogni minimo dettaglio: dai costumi alla ricostruzione delle atmosfere del passato, senza dimenticare un sapiente uso della colonna sonora e dei brani utilizzati nelle puntate.
Il team di autori sa intrecciare bene gli eventi storici con la dimensione privata dei reali ma gli script pagano un po' il prezzo di dover equilibrare lo spazio dato agli eventi storici più importanti avvenuti nel Regno Unito con la dimensione privata della famiglia reale, formula che spesso non funziona a dovere. La produzione è comunque una spanna sopra molti altri progetti targati Netflix e il talento di tutte le persone coinvolte ha pochi rivali all'interno del panorama televisivo contemporaneo.
Conclusioni
La serie, cercando di non ripetere quanto detto fino a questo momento nella nostra recensione di The Crown 3, ha avuto il coraggio di rinnovarsi per dare spazio a un nuovo capitolo contrassegnato da diverse sfide. Muovendosi sempre sul confine tra figure iconiche e una realtà ben più comune e quasi banale, è senza alcun dubbio apprezzabile la parentesi dedicata al team che ha raggiunto la Luna, o la passione di Elisabetta per i cavalli da corsa, elemento che crea un interessante spunto di riflessione sulla necessità di modernizzarsi e rimanere al passo con i tempi. Le puntate creano sicuramente una grande attesa per scoprire come nella prossima stagione verranno introdotte, e gestite, due donne complesse come Margaret Thatcher e Diana Spencer ma, nel frattempo, non si può che lodare le interpretazioni del cast anche se, quasi ironicamente, è proprio Elisabetta II che in questo terzo ciclo di episodi viene messa parzialmente in ombra dagli altri membri della famiglia reale.
Perché ci piace
- Il talento del cast sostiene con efficacia la stagione.
- L'attenzione per i dettagli e lo spazio dato agli eventi storici si confermano come due degli elementi vincenti della serie.
- L'introduzione della nuova generazione dei membri della famiglia reale anticipa intrecci e sviluppi interessanti.
- Olivia Colman propone un approccio personale e molto diverso a Elisabetta II rispetto a Claire Foy.
Cosa non va
- Molti personaggi, come Anna o Snowdon, rimangono troppo in secondo piano.
- L'evoluzione della società britannica è meno curata rispetto alle stagioni precedenti.
- Gli autori non hanno dato spazio a eventi importanti come il matrimonio della figlia di Elisabetta e Filippo.