Un dramma a tinte fosche, ispirato alla leggenda della contessa Erzsèbet Báthory, rappresenta la terza prova alla regia per la deliziosa Julie Delpy: siamo molto lontani dalle atmosfere del precedente 2 giorni a Parigi, commedia romantica ambientata nella capitale francese, e siamo ancora molto lontani anche da risultati davvero incisivi; ma The Countess è un film che si lascia guardare con piacere nonostante qualche ingenuità, soprattutto all'avvio.
La Delpy è accompagnata in conferenza stampa dalle sue co-star Anamaria Marinca (che, qui a Berlino, ci era piaciuta decisamente di più in Storm) e Sebastian Blomberg, e dal produttore Andro Steinborn.
Signora Delpy, Come si è imbattuta in questa storia?
Julie Delpy: Molto tempo fa avevo sentito del mito di questa donna per cui la bellezza diventa ossessione. Credevo che si prestasse più ad un dramma che ad un horror, genere invece a cui la sua storia è spesso stata associata. Ne volevo fare una sorte di tragedia greca: si tratta comunque di una storia che ha ispirato molti scrittori e non è difficile capire perché in fondo Bathory nel folklore è considerata una sorta di regina cattiva di Biancaneve.
Si tratta di una storia molto al femminile, crede che il suo possa essere considerato un film femminista?
Julie Delpy: Non lo considero un film femminista perché trovo che molto spesso questo aggettivo sia usato nel mondo sbagliato: non sono una di quelle che crede che le donne siano perfette, le donne possono avere un lato oscuro e accettarlo è importante.Quali sono le fonti a cui ha fatto riferimento per quanto riguarda l'aspetto storico della pellicola?
Julie Delpy: Non volevo leggere un libro o un romanzo perché non volevo essere influenzata, ci tenevo a mantenere un approccio personale. Ovviamente ho parlato con diversi storici e gli avvenimenti principali raccontati nel film sono tutti molto accurati, però ho anche voluto inserire molto mie idee personali, si tratta quindi di un lavoro di fiction basato su una persona realmente esistita.
Quanto c'è di personale nel suo film, anche lei per esempio ha paura di invecchiare?
Julie Delpy: Il film è sicuramente una storia anche sulla bellezza e il piacere che dà, per una donna - e non solo - è importante sentirsi bella e giovane ma personalmente non mi importa poi tanto invecchiare, ma viviamo in una società in cui la bellezza è sempre più importante.
Ho piuttosto paura di morire, ma penso si tratti di qualcosa di molto diffuso.
Quanto è difficile stare davanti e dietro la camera da presa?
Julie Delpy: Tantissimo. Non penso che in futuro continuerò a fare sia l'attrice che la regista per uno stesso film, ma se dovesse ricapitare probabilmente mi drogherei prima!
Per il mio film precedente avevo sul set un assistente di cui mi fidavo ciecamente, ma purtroppo per diversi motivi non ha potuto lavorare a questo film. Ma ovviamente avevo tante persone sul set con cui confrontarmi giornalmente, anche con gli attori per esempio chiedevo consiglio soprattutto per quanto riguarda la mia performance attoriale.
Come è stato lavorare con Julie?
Anamaria Marinca: Al contrario di quanto si può pensare Julie non mi ha cercato dopo avermi vista in 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni, in realtà nemmeno mi aveva riconosciuta al provino visto che avevo capelli corti e neri e parlavo inglese. Abbiamo cominciato a confrontarci sui personaggi e da lì in poi non abbiamo più smesso di parlare. Per me è stato soprattutto molto bello poter lavorare in un film in costume perché era una cosa che avevo sempre sognato, ma in realtà la cosa che mi chiedono tutti - uomini e donne - è sempre: com'è stato baciare Julie Delpy?Sebastian Blomberg: Ovviamente non posso dire di identificarmi con il mio personaggio ma devo ammettere che è stato molto divertente prendere botte da Julie. Sono contento di aver avuto questa opportunità anche perchè all'inizio non sembrava fosse possibile conciliare le date delle riprese con quelle dei miei spettacoli teatrali, ma per fortuna tutto è andato per il meglio.
Anamaria lei è qui a Berlino con due film, cosa prova?
Anamaria Marinca: Ho girato cinque film lo scorso anno, tutti ruoli divertissimi ed è per me qualcosa di straordinario. Ed è un privilegio per me essere qui anche in concorso (con Storm n.d.r.) dopo che l'anno scorso ero stata presente tra le shooting star.