Fin da quel 2013 in cui uscì quello che sarebbe stato il primo capitolo di una saga horror come non se ne vedevano da tempo al cinema, il The Conjuring Universe, c'è stata una sorta di costante, di fil rouge che ha unito i vari tasselli dell'universo creato da James Wan, già dietro la macchina da presa di Saw e Insidious. Stiamo parlando della maternità, intesa in vari modi e a diversi livelli, biologica o putativa, che ci dice molto di noi a livello generazionale e anche sulla figura della donna nell'horror, che solitamente ha rappresentato la final girl nelle saghe del genere, da Laurie Strode a Sidney Prescott, e qui è diventata qualcos'altro. Oggi, settembre 2023, decimo anniversario dell'inizio del franchise mentre è al cinema The Nun 2, sequel del secondo spin-off nato dalla saga horror, vogliamo ripercorrerne e celebrarne i passi proprio attraverso tutte le madri di questa storia dell'orrore potenzialmente infinita.
The Conjuring: essere madri significa soffrire
Parte del successo del franchise horror creato da James Wan è stata l'idea di avere come protagonisti che univano tutti i capitoli due persone realmente esistiti, ovvero due investigatori del paranormale che la stessa Chiesa ha utilizzato nella realtà, Ed e Lorraine Warren (interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga). In tutti i casi di cui si sono occupati al cinema hanno dovuto confrontarsi con la maternità. Il primo L'Evocazione - The Conjuring riprende la storia dei Perron nel 1971 in New England e della loro permanenza in una casa infestata, che aveva già ispirato film come Amityville Horror e The Haunting in Connecticut: i coniugi sono interpretati da Lili Taylor e Ron Livingston ed è soprattutto la prima ad essere al centro delle presenze in quella dimora, per via della precedente proprietaria Bathsheba Sherman, processata e assolta nella realtà per l'omicidio di un neonato, ritenuta dalla comunità una strega che aveva sacrificato il proprio bambino a Satana. Un modo inquietante e ciclico di vedere la maternità, riferimenti religiosi compresi.
Il secondo The Conjuring - Il caso Enfield si basa sul caso poltergeist di Enfield avvenuto negli anni '70 a Londra, e la famiglia protagonista Hodgson è composta dalla madre single Peggy (interpretata da Frances O'Connor) con ben quattro figli, che si sente una madre inadatta e sopraffatta vista la numerosa prole e la presenza extra-umana in casa. Una madre arriverebbe a fare qualsiasi cosa per i propri figli, ma se si trattasse di veder soffrire una di loro? Non solo: la stessa Lorraine è madre e fa di tutto per proteggere la figlia, che ha paura di ereditare i suoi poteri di chiaroveggenza, dal demone Valak, la suora demoniaca che conosceremo meglio nello spin-off The Nun. Il terzo The Conjuring: Per Ordine Del Diavolo come da titolo diventa un legal drama ed è basato sul processo ad Arne Johnson del 1981, dove tutto parte dall'esorcismo di un bambino di otto anni, David Glatzel, e tornerà la figlia dei Warren, Judy, e l'apprensione della madre per lei e per ciò che potrebbero farle i demoni che la coppia combatte ogni giorno.
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Annabelle: la maternità come desiderio a tutti i costi
Nel primo spin-off della saga, Annabelle, ci viene raccontata la storia della bambola maledetta che avevamo visto nella teca dei Warren. Una bambola, per tradizione, rappresenta il corrispettivo di un figlio nel mondo dei giocattoli (almeno prima che arrivasse Barbie, come ci ha ricordato il film di Greta Gerwig). In questo caso è una (futura) madre, Mia (interpretata da Annabelle Wallis), a collezionarle nella cameretta che sta preparando per la nascitura. Una notte però, una tragedia coinvolgerà i vicini di casa e la loro figlia, che si rivela una dei due aggressori e si suicida proprio in quella cameretta, con il sangue che cola sulla bambola. Una volta madre della piccola Leah, Mia non si sbarazza della bambola riapparsa in uno scatolone ma decide di regalarla alla neonata, innescando una pericolosa catena di orrore e morte che si concentrerà appunto su madre e figlia, sul loro rapporto che alla nascita a volte fa tragicamente rima con depressione post partum. Non è tutto: alla fine del film la bambola passerà ad un'altra coppia di madre e figlia, due infermiere, che chiederanno un esorcismo ai Warren e con le quali era iniziato il film. Altro evento ciclico e altro punto di vista su un rapporto complesso e spesso competitivo esplorato dal franchise.
In Annabelle 2: Creation, un prequel sull'origin story della bambola maledetta, siamo nel 1943 e Samuel Mullins è un artigiano di pregiate bambole di porcellana. Insieme alla moglie Esther ha una figlia di sette anni, Annabelle, soprannominata dolcemente Bee che, un giorno, per inseguire un bullone dell'automobile di famiglia rimasta in panne in mezzo alla strada, viene investita da un'auto in corsa. Dopo dodici anni i Mullins portano ancora il lutto, soprattutto la madre Esther (Miranda Otto) - per una donna è probabilmente il dolore più grande al mondo - e decidono di ospitare un gruppo di orfane rimaste senza casa dopo la chiusura del proprio orfanotrofio, insieme a Suor Charlotte. C'è quindi un incontro-scontro interessante nella pellicola: una madre putativa (la suora) con tante bambine non sue a una genitrice biologica rimasta senza figli e quindi, all'epoca, senza una ragione per vivere. Chissà se le orfanelle potrebbero rappresentare una seconda possibilità, toccando una tematica come quella del sistema adottivo caldissima ancora oggi.
In Annabelle 3 protagonista è proprio la figlia dei Warren, Judy (Mckenna Grace), che, rimasta sola in casa insieme alla babysitter mentre la coppia è "in missione" per una notte, si trova a dover affrontare la bambola malefica dopo che è stata liberata dalla teca nella stanza degli artefatti da Daniela, un'amica di Mary Ellen il cui padre è deceduto da poco. Se da un lato è la relazione paterna post mortem a fungere da miccia narrativa, dall'altro la risoluzione e salvezza dal demone arriverà proprio dal rapporto con la "madre putativa" della serata, ovvero la babysitter.
C'è moltissima maternità anche ne La Llorona - Le lacrime del male, film apparentemente indipendente ma in realtà parte dello stesso universo narrativo espanso (torna Padre Perez interpretato da Tony Amendola dal primo Annabelle). Questo perché la leggenda folkloristica su cui si basa è proprio tutta incentrata su uno spirito materno che non fa altro che piangere poiché diede alla luce i due figli concepiti insieme ad un colonizzatore ispanico, ma poi venne torturata ed uccisa e quindi separata per sempre da loro. Al centro del film Anna Tate-Garcia (Linda Cardellini), una madre (guarda un po') che nella Los Angeles del 1973 deve salvare a tutti i costi i propri figli da uno spirito maligno che sta cercando di rapirli. Ancora una volta nella saga, assistiamo a cosa è disposta ad arrivare una genitrice per la propria prole.
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The Nun: storie di sorelle e di madri
Veniamo infine ai due capitoli dedicati alla suora demoniaca Valak, di cui il secondo è attualmente in sala e chiude un decennio di horror che mescola blockbuster e autorialità nati dalla mente di James Wan. The Nun - La vocazione del male, che si ricollega al convento di cui faceva parte Suor Charlotte nel secondo Annabelle, vede al centro una serie di morti misteriose su sui sono chiamati ad investigare dalla Chiesa Suor Irene (Taissa Farmiga) e Padre Burke (Demián Bichir). La strana coppia si ritroverà invischiata in una storia secolare sepolta tra le mura del convento, che rappresenta un gruppo femminile di giovani donne.
Gruppo che ritroviamo nel secondo capitolo, The Nun 2, ambientato in un altro concentrato di estrogeni, un collegio femminile, quando il demone torna a minacciare la sacralità del luogo che un tempo era un monastero. Ebbene, a salvare Suor Irene e Suor Debra (Storm Reid), sua nuova compagna di "missioni" per conto del Vaticano, sarà proprio il rapporto con le loro madri, complicato e altalenante, che viene sviscerato attraverso alcuni flashback nel corso della pellicola. Rapporto parallelo a quello di una giovane insegnante, Kate (Anna Popplewell) e la sua figlia adolescente Sophie, di cui scorgiamo la dolcezza e genuinità. Ma c'è anche un'altra madre in questo racconto: la Superiora Madame Laurent (Suzanne Bertish), genitrice di tutte le suore/sorelle e allo stesso tempo madre biologica di un bambino perso durante la guerra in un bombardamento della cappella (luogo religioso per antonomasia). Tutte relazioni che sveleranno una discendenza incredibile, da far risalire addirittura a Santa Lucia, protettrice dei ciechi. Perché sta tutto lì, nel vedere. Noi in questa saga che compie 10 anni abbiamo potuto scovare 50 sfumature di maternità horror. E voi?