Nel momento in cui scriviamo questa recensione di The Climb, il festival di Cannes 2019 sta praticamente per concludersi e siamo tutti in attesa del verdetto per la Palma d'oro. I premi delle altre sezioni sono già stati assegnati, e con enorme piacere possiamo notare che un premio speciale, il coup de coeur du jury di Un Certain Regard, è andato proprio a questo film di esordio di Michael Angelo Covino che aveva conquistato anche noi di Movieplayer nei primissimi giorni della manifestazione.
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The Climb é quindi un vero e proprio colpo di fulmine, già a partire dal primo bellissimo piano sequenza iniziale che, con qualche variante, già componeva la totalità del corto di circa 8 minuti presentato al Sundance nel 2018, poi espanso fino a diventare questa buddy comedy della durata di un'ora e mezza, scritta e interpretata dallo stesso Covino e da quello che é il suo migliore amico anche nella realtà, Kyle Marvin.
Una trama lunga quanto un'amicizia
La trama di The Climb ha inizio durante una piacevole e tonificante corsetta in bicicletta in Costa Azzurra, alla vigilia del matrimonio dell'americano Kyle con la bella francese Ava. Nel bel mezzo della salita del titolo, Michael confessa al suo migliore amico di avere una relazione con la donna, causando così l'annullamento del matrimonio. Si tratta della prima di tante lunghe sequenza, quasi tutte girate senza stacchi, che compongono i tanti capitoli in cui il film é suddiviso.
Ogni capitolo rappresenta un salto temporale più o meno lungo nella storia dei due storici amici che più diversi non potrebbero essere: Kyle è buono, altruista e accondiscendente; Michael è invece un adorabile farabutto che mente ad ogni occasione e fa un casino dopo l'altro. Ma insieme formano una delle coppie di amici più simpatiche e memorabili che ci sia capitato di vedere da molto tempo a questa parte.
Il bromance indie che sfida le convenzioni del genere
In mano a qualsiasi altro sceneggiatore e regista, questo The Climb sarebbe diventata un commedia carina ma probabilmente anonima, non troppo differente da mille altre già viste, soprattutto a Hollywood. Quello che fa la differenza in questo caso è l'avere due veri amici alla sceneggiatura, due persone che probabilmente certe dinamiche di "coppia" le conoscono bene e che sanno che, anche le amicizie, per funzionare richiedono lavoro e compromessi. Il rapporto tra Michael e Kyle sullo schermo, per quanto ricco di situazioni molto divertenti e al limite del grottesco, risulta vero e sincero fin dalla scena. Ed é merito soprattutto di quella freschezza e di quella capacità di ridere di ogni problema o disgrazia che é tipica dei veri amici. Non ci sono battute forzate e nemmeno particolarmente sofisticate, ma dialoghi che sembrano davvero provenire da una conversazione tra due amici che si confidano l'uno con l'altro, si prendono in giro e si aiutano.
Tutto d'un fiato! I migliori piani-sequenza cinematografici degli ultimi 25 anni
L'altro elemento di rottura del film é rappresentato dalla regia di Michael Angelo Covino, lontana anni luce da quella standardizzata delle commedie del genere. Qui ogni capitolo rappresenta una sfida: d'altronde già la scelta dei molteplici piani sequenza (per quanto a volte meno lunghi di quello che potrebbe apparire ad un occhio meno attento) vuol dire un approccio completamente diverso dal punto di vista attoriale e della messa in scena, un maggiore ritmo e un senso di naturalezza inedito in produzioni del genere. Come se non bastasse già tutto questo, Covino inserisce anche delle sequenze più "visionarie", anche musicali, molto ben dirette e decisamente ispirate, stando però molto attento a non strafare mai, scegliendo di accompagnare sempre la storia e mai sovrastarla. Facile immaginare che per lui e il suo fedele compagno di avventura, dopo un esordio del genere, la strada verso il successo sia tutta in discesa. Noi saremmo ben felici di prendere la bici e pedalare con loro per molti anni a venire.
Conclusioni
Come avrete intuito da questa recensione di The Climb, questo film è uno dei nostri colpi di fulmine di Cannes 2019, una commedia niente affatto banale che racconta una storia di amicizia in modo realistico, divertente e molto cinematografico.
Perché ci piace
- L'alchimia tra i due protagonisti e amici è perfetta, i dialoghi risultano veri e mai forzati.
- Le ambiziose scelte di regia pagano: alcuni piani sequenza lasciano senza fiato.
- Si ride tanto e di gusto...
Cosa non va
- ... ma quasi dispiace che il film finisca così presto.