Nonostante un nome che sembra prendere in giro la categoria dei giustizieri mascherati, The Cape non è il Supermaxieroe del XXI secolo né tantomeno un partecipante di Who Wants to Be a Superhero? (esilarante - chi l'avrebbe detto - reality prodotto da Stan Lee trasmesso da Axn Sci-Fi), bensì l'eroe incappucciato protagonista della nuova serie di NBC da domenica 9 gennaio.
Ultimamente i supereroi non hanno fatto faville in TV, implicando che le figure iperboliche meglio si adattano alla maestosità del grande schermo: guardando alle produzioni televisive più recenti, la No Ordinary Family di Berlanti è tediosa e sconsolante, la Heroes di Kring era talmente involuta da snervare anche i suoi sceneggiatori.
Ora NBC ci riprova, nonostante Heroes, esordendo con un doppio episodio (i successivi andranno in onda di lunedì, come... Heroes) scritto dal creatore Tom Wheeler, diretto (solo la seconda parte) da Deran Serafian - regista di molti episodi di House - e musicato da Bear McCreary, originale compositore di Battlestar Galactica qui votato a sonorità meno memorabili. The Cape manifesta fin dai primi minuti la volontà di venire incontro sia al pubblico avvezzo ai fumetti supereroici che a quello "comics-free", e lo fa puntando su un eroe e un'ambientazione spogliati delle connotazioni più fantasiose.
Le prime difficoltà, The Cape le incontra nel secondo episodio Tarot scontrandosi con un sicario - chef francese ed esperto avvelenatore - membro del solito sindacato segreto di assassini (ne saranno membri anche Elektra o l'agente 47?). The Cape è interpretato dall'australiano David Lyons, l'odioso dottor Simon Brenner di E.R. - Medici in prima linea, mentre il cattivo è nientemeno che il britannico James Frain, il folle vampiro Franklin di True Blood qui un po' meno folle ma egualmente sarcastico. La seducente hacker versione femminile di Eyes Only di Dark Angel è Summer Glau, che dopo essere stata la silenziosa Prima Ballerina di Angel, la semi-muta River di Firefly, la poco ciarliera cyborg Cameron di Terminator: The Sarah Connor Chronicles (di Dollhouse ci rifiutiamo di parlare), finalmente ottiene un ruolo con il pieno dono della parola. Sorpresa del cast è Keith David nei panni di Max, che trasuda ironia e presenza scenica, e funge non solo da mentore ma anche da guardiano di The Cape.
Le prime due puntate stemperano spesso e volentieri con qualche pausa divertente (la morte ritrattata di Malini, il procione rapinatore - avrà agito da solo? -, lo scambio di battute tra il segretario Portman e Faraday che si annuncia come The Cape ma è privo di costume), preservando un registro drammatico e puntando sulla verosimiglianza fin dove possibile. Nonostante un protagonista non proprio accattivante e inevitabilmente derivativa, esibisce la capacità di prendere le distanze da alcuni stilemi supereroici affibbiando al protagonista una famiglia per cui lottare e a cui tornare. Per non parlare della sua peculiare incarnazione del Male: la privatizzazione.