Non possiamo che aprire questa recensione di The Call, la pellicola coreana appena arrivata su Netflix, con una constatazione doverosa: era parecchio tempo che non venivamo così tanto coinvolti e catturati dalla visione di un film tra quelli propositi dal colosso dello streaming. In questo riuscitissimo mix di generi - un po' horror, un po' thriller e un po' sci-fi - abbiamo trovato esattamente quello che cercavamo in questo periodo: brividi, tensione ma anche la giusta dose di divertimento. Questo film diretto da Lee Chung-hyun colpisce tanto per l'idea originale da cui prende il via - un particolare tipo di viaggi nel tempo - quanto per le ottime performance del duo protagonista, le attrici Park Shin-hye (#Alive, sempre Netflix) e Jeon Jong-seo (già vista in Burning, di Lee Chang-dong).
Sono proprio i suoi personaggi principali, ed il legame empatico che riescono a creare con lo spettatore, a trascinarci ed ancorarci in una narrazione che da semplice diviene sempre più contorta: se la storia potrebbe sembrare a tratti fin troppo intricata, i continui colpi di scena e l'atmosfera progressivamente più tesa mantengono sempre alta l'attenzione di chi guarda.
Al telefono con il passato
Seo-yeon (Park Shin-Hye ) torna alla casa di famiglia per prendersi cura della madre malata, ricoverata in ospedale ed in attesa di potersi operare. Dopo aver perso il proprio smartphone durante il viaggio si trova costretta a rispolverare il vecchio cordless di casa da cui, inaspettatamente, iniziano ad arrivare delle stranissime telefonate: una ragazza - apparentemente terrorizzata - chiede aiuto contro le vessazioni della madre. Dall'altro capo della linea c'è Young-sook (Jeon Jong-seo), una coetanea di Seo-yeon che, vent'anni prima, viveva nella stessa casa dove si trova lei ora: in balia di una violenta matrigna, la ragazza cerca uno sfogo dove può, ed il legame che pian piano stringe con Seo-yeon sembra portare uno spiraglio di luce nella sua esistenza. Le due, prima mandandosi regali da un'epoca all'altra poi cambiando sempre più attivamente il corso del presente, cercano di migliorare le proprie vite, entrambe segnate da dolore e sofferenza. Le cose, però, prenderanno presto una piega inaspettatamente oscura: con le informazioni che l'amica le fornisce dal futuro, Young-sook proverà ad affrancarsi dal giogo materno, scoprendo al tempo stesso un inaspettato gusto per la violenza. Lo squillo del vecchio telefono diventerà presto, per Seo-yeon, fonte di terrore ed angoscia: Young-sook si trasformerà velocemente in qualcuno di completamente diverso e la ragazza dovrà fare di tutto per proteggere se stessa ed i suoi cari da lei.
Per quanto sia Park Shin-hye che Jeon Jong-seo riescano ad essere estremamente convincenti nei rispettivi ruoli è la seconda, il cui personaggio per necessità di copione va incontro ai cambiamenti più sconvolgenti, a brillare di più. Se dapprima proviamo pena per lei - e la vediamo esclusivamente come vittima di una madre folle - con il tempo la sua figura si fa più sfaccettata, diventando sempre più terrificante. Dal canto suo Shin-hye riesce a mettere in scena un personaggio estremamente credibile nel suo essere prima confuso e felice, poi progressivamente più sconvolto e spaventato, restando al tempo stesso vulnerabile ma forte e determinato. Lo spettatore non potrà fare a meno di empatizzare con lei, seguendo la vicenda - che resta quasi sempre dal suo punto di vista - con partecipazione e coinvolgimento crescente.
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Raccontare i viaggi nel tempo
Se tendenzialmente i film che trattano un tema come il viaggio nel tempo - o l'alterazione del presente a partire dal passato, come sarebbe più corretto dire in questo caso - tendono a complicarsi inutilmente e ad evidenziare incongruenze, in questo caso le regole date rimangono sorprendentemente semplici, rendendo lo sviluppo della narrazione coerente con se stesso seppur complesso ed intricato, e per questo - per quanto possibile ovviamente con una storia di questo genere - realistico. The Call è il film perfetto per gli amanti del genere thriller/horror (e che non disdegnano una buona dose di gore quando necessaria), ma anche per chi ha semplicemente voglia di farsi catturare da una storia ben scritta e da dei personaggi particolarmente affascinanti: questo film sorprende una sequenza dopo l'altra e resta profondamente impresso nello spettatore, anche a visione ultimata. Siamo sicuri che la pellicola di Lee Chung-hyun non si perderà nello sconfinassimo catalogo Netflix, ma anzi potrebbe ottenere un discreto - e meritato - successo con il pubblico internazionale.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di The Call ancora piacevolmente stupiti e soddisfatti dalla visione di questo nuovo thriller/horror coreano. L'idea originale da cui prende il via e le solidissime performance dei suoi due personaggi principali lo rendono davvero imperdibile per gli amanti del genere (ma anche per chi semplicemente ama una storia ben scritta e coinvolgente).
Perché ci piace
- L'idea da cui prende il via e che rielabora in maniera particolare il tema dei viaggi nel tempo.
- Le interpreti principali: Park Shin-hye e Jeon Jong-seo.
- La storia coinvolgente e ricca di colpi di scena, coerente e ben costruita.
Cosa non va
- I personaggi secondari vengono lasciati, inevitabilmente, sullo sfondo.