Smart is the new sexy
Sono queste le parole che hanno caratterizzato la promozione di una serie arrivata come un erede e allo stesso tempo uno spartiacque nella tradizione delle sitcom statunitensi. Il 24 e 25 settembre sono due date importanti (e vicinissime) per la storia del genere. Sono passati infatti 15 anni dal pilot di The Big Bang Theory, che ha chiuso i battenti nel 2019 dopo 12 stagioni, e 5 anni dal primo episodio di Young Sheldon, il suo spin-off tuttora in onda, arrivato alla sesta stagione. Ma che cosa ha decretato il successo dei nerd sul piccolo schermo? Scopriamolo insieme in questo piccolo excursus in occasione del doppio anniversario dei due show.
La rivincita dei nerd
Perché The Big Bang Theory ha avuto un tale successo a livello mondiale mantenuto quasi intatto (se non addirittura cresciuto) per le sue 12 annate di programmazione? Gran parte del merito va sicuramente alla scrittura, semplice ma brillante, del suo creatore Chuck Lorre, il "Re Mida delle comedy", che ha dimostrato come saper far ridere grazie a punch lines (i botta e risposta tipici delle sitcom) che puntano tutto sulla quotidianità e sui giochi di parole. Dopo Due uomini e mezzo, il prolifico showrunner ha portato su CBS The Big Bang Theory, ed è stata quasi subito un'esplosione, perché è riuscito a incrociare un pubblico più giovane che solitamente non si collegava sul network statunitense noto per il target di età medio-alta. Un pubblico abituato a procedurali e sitcom, i due generi che se ti perdi un episodio non è la fine del mondo sulla trama orizzontale. I giovani si sono sentiti chiamati in causa vedendosi rappresentati sullo schermo, e soprattutto una categoria che nell'ultimo decennio ha visto la propria categoria avere una sorta di rivincita da tempo agognata: i nerd e i geek (quelli più legati al settore scientifico). La storia di quattro ragazzi, fisici e ingegneri, rachitici, poco sportivi e con scarsa capacità sociale (Johnny Galecki, Simon Helberg, Kunal Nayyar), di cui due coinquilini, che incontrando la ragazza bionda appena trasferitasi di fronte, molto pragmatica e un po' sciocca vedono la propria routine stravolta e iniziano ad aprirsi a nuove esperienze.
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Allo stesso tempo la sitcom prese l'eredità da Friends non tanto per il gruppo di amici protagonista, ma perché i personaggi ebbero un'evoluzione nel corso delle 12 stagioni, crescendo, maturando, scoprendo se stessi, senza tradire la propria natura ma smussandone le caratteristiche come si fa nella vita reale in cui bisogna sempre scendere a compromessi. Questo soprattutto quando arrivarono le altre protagoniste femminili, esclusa Penny (Kaley Cuoco, che rappresentava la femme fatale) presente fin dall'episodio pilota, che rappresentavano l'essere smart ma anche donna nella scienza: Bernadette (Melissa Rauch) e Amy (Mayim Bialik, nella realtà laureata in scienze per davvero), pensata come una versione femminile di Sheldon, inizialmente respingente e poi entrata nel cuore degli spettatori. The Big Bang Theory non ha certamente rivoluzionato il genere come fece How I Met Your Mother, anzi accentuò e fece proprie le caratteristiche del genere comedy multicamera. Lo stile di Lorre funzionava proprio perché giocava sui pochi ambienti, spesso interni (tra cui una fumetteria, luogo nerd per antonomasia), quattro camere fisse, pubblico dal vivo quando registravano e così via. Questi elementi potevano diventare anche parte della narrazione, come l'ascensore rotto che solo più avanti nello show verrà svelato raccontando l'origin story del suo malfunzionamento. Creò dei veri e propri tormentoni, come il "Bazinga" di Sheldon e le sue magliette iconiche, che rappresentavano gli hobby e gli interessi della categoria.
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Apologia degli sfigati
The Big Bang Theory ha avuto anche un contraccolpo, come quando si spara col fucile, che è un po' quello che è successo più di recente col personaggio di Eddie nella quarta stagione di Stranger Things in rappresentanza dei metallari appassionati di Dungeons & Dragons e simili. Se ciò che era di nicchia, diventa di tutti e di cultura popolare e di massa, esso perde valore e perde la sua, in un certo senso, unicità? Questa l'annosa domanda che ha la sitcom ha dovuto portare sul groppone insieme ad un'altra polemica. L'altra critica fatta alla serie dai nerd duri e puri, riguardava proprio l'introduzione dei personaggi femminili per fare da contraltare ai ragazzi e per dare delle amiche e compagne di (dis)avventure a Penny negli episodi. Un'esigenza narrativa ma che non fece felici molti dei fan dello show e sostenitori della categoria, che non si vedevano adeguatamente rappresentati a quel punto ma vittime di una sorta di fan service al contrario. Sentivano inoltre che le loro caratteristiche venivano utilizzate per far ridere, anche se questo è sempre stato lo stile "spregiudicato" di Lorre. Il finale di serie in un certo senso ha fatto pace con questo atteggiamento, concentrandosi unicamente sul nucleo originale e omaggiando loro cinque e il percorso fatto nei 12 anni di risate raccontate.
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Giovane Sheldon
Sheldon Cooper è sempre stato il personaggio simbolo dello show, quello che si odiava amare e amava odiare, perché simbolo dell'estremizzazione di una categoria (che anche per questo non si vedeva ben rappresentata), con le sue idiosincrasie e fissazioni abitudinarie che non potevano essere modificate. Sebbene ognuno della cinquina originaria lo sia a proprio modo, Sheldon è diventato un tutt'uno con il suo interprete, Jim Parsons, che ha fortemente voluto uno spin-off dedicato all'origin story del genio del suo personaggio. Spin-off intitolato Young Sheldon, fatto nascere quando la serie era ancora in corso d'opera per mettere un traino prima di lasciarlo correre in bici da solo senza le rotelle. Un prequel in cui Parsons oltre a essere produttore, ne è la voce narrante onnisciente, cosicché l'addio all'universo di The Big Bang Theory non l'ha mai davvero dato finora. Ha contribuito a scegliere il suo alter ego più giovane, un azzeccatissimo Iain Armitage, sempre sul filo del rasoio tra fastidioso e adorabilmente insopportabile. Per Young Sheldon però Lorre & soci non scelsero il genere sitcom ma preferirono la comedy single camera: una family comedy a tutti gli effetti con un genio precoce difficile da gestire per tutti i membri.
Dal padre burbero ma dal grande cuore George (Lance Barber), dalla madre apprensiva e molto religiosa Mary (Zoe Perry, nella realtà figlia dell'interprete di Mary da anziana, Laurie Metcalf, segnando un casting perfetto), dal fratello maggiore Georgie (Montana Jordan), dalla sorella gemella Missy (Raegan Revord), dalla nonnina (Annie Potts), tutti apparsi più o meno frequentemente nella serie originale e qui approfonditi a dovere. Strizzando occasionalmente l'occhio ai fan, dando quel sapore retrò alla storia senza eccedere in costumi e ambientazioni, e allo stesso tempo raccontando di quando in quando l'origine di alcuni tormentoni della serie madre. La comicità anche qui pragmatica e caustica di Lorre ne ha decretato il successo, oltre a riuscire a camminare con le proprie gambe poiché aveva un assetto narrativo diverso, pur rientrando nel genere comedy. In definitiva The Big Bang Theory e Young Sheldon rappresentano forse l'ultimo baluardo di una comicità "vecchio stampa" di lunga durata che non esiste più, perché sono cambiati i tempi e quindi le risate. Ma allo stesso tempo rimarranno senza tempo grazie ai loro personaggi cult.
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