Ci siamo, è arrivato il tempo dell'addio. Una saga dentro la saga, la concezione di quanto la serialità sia una questione legata all'approccio, tanto narrativo quanto estetico. E ve lo diciamo subito, in apertura di recensione: The Bad Batch 3, che chiude lo show animato ideato da Dave Filoni nel 2021 (ambientata tra il finale di The Clone Wars ma prima dello spin-of Solo: A Star Wars Story), è Guerre Stellari allo stato puro. Riesce, ma non è una sorpresa, ad essere quello che le serie live-action non sono pienamente state (ad esclusione di The Mandalorian e di Andor). Sia per tono, che per colori, che per sceneggiatura.
E vi diciamo anche che ciò che più conta nelle nuove puntate (abbiamo visto le prime otto in anteprima, le cui prime tre già disponibili su Disney+) sono le relazioni umane tra i protagonisti, emblema di una ribellione che non conosce fine. C'è l'azione, chiaro, ma ci sono anche le parole. Tante, parole. Le relazioni, ma anche le sfumature, sia drammatiche (per quanto possa essere drammatico un prodotto animato, rivolto ad un pubblico trasversale) che epiche, si accentuano in un climax più oscuro. Le ombre, e l'aspetto estetico, dalla regia di Brad Rau (e la direzione artistica di Kilian Plunkett è eccezionale) fino alla musica, sempre più centrale nell'universo di Star Wars, dettano i giri di ogni episodio, che sembrano maturare in una stagione conclusiva decisamente ambiziosa, ponendo attenzione verso i dettagli, verso i legami, e verso quella cornice generale che continua ad influenzare i sogni di milioni di appassionati.
The Bad Batch 3: dove eravamo rimasti?
Certo, la terza stagione di Star Wars: The Bad Batch, come detto, è un punto d'arrivo. Per goderne appieno, il viaggio dovrebbe partire da lontano. Discorso probabilmente banale, ma doveroso nel contesto di una saga fatta da tanti personaggi, da tante parentesi, da tanti titoli. Doveroso, anche perché la trama di The Bad Batch 3 riprende, più o meno, dove si era conclusa la seconda stagione. Non vi riveliamo troppo, ma a seguito di un sacrificio, la banda composta da Hunter, Wrecker, Crosshair si sfilaccia quando Omega viene portata sul monte Tantiss, in una base dell'Impero.
Le nuove puntate iniziano dalla ricerca della stessa Omega parte della Clone Force 99 (o di ciò che ne rimane), affrontando un Impero via via più strutturato (quello che poi vedremo nella trilogia cinematografica di George Lucas). Per salvare Omega, e per salvare se stessi (dovranno affrontare anche un gigantesco Sarlacc!), la Clone Force 99 dovrà quindi scendere a compromessi (anche legandosi a personaggi controversi), intanto che Omega, ancora più centrale nell'economia del racconto, comprenderà la sua vera natura di ragazza clone.
Il mito della frontiera intergalattica
Insomma, solita, grande esperienza visiva (con un'animazione sensibilmente migliorata, rispetto a quella spigolosa e spesso criticata relativa a The Clone Wars), solita enfasi legata ad un pugno di personaggi formidabili, che si inseriscono perfettamente tra le pieghe di una storia senza tempo. Del resto, oltre il valore seriale in sé, The Bad Batch sintetizza al meglio lo spirito di Star Wars: umorismo, emozioni, azione, ragione. Suddivisa in quindici episodi (il prima si intitola Confinato, l'ultimo È arrivata la cavalleria), da quello che abbiamo potuto vedere in anteprima, The Bad Batch 3, prendendosi i suoi spazi, in una trama tanto elaborata quanto verticale, nonché colma di presenze interessanti (quella di Asajj Ventress già anticipata), riesce a tenere alta l'attenzione, mantenendo lo spirito intatto lo spirito ribelle della Clone Force 99.
In fondo, se il paradigma Star Wars è stato ampiamente esplorato (anche nei fumetti, o nei libri adiacenti alla time-line canon), il gruppo di Cloni sono l'emblema tra gli outsider. Reietti, liberi, fuorilegge. Immaginando lo spazio come se fosse un Far West (cosa approfondita da The Mandalorian), The Bad Batch è pura narrativa di frontiera, in particolar modo nelle puntate che compongono la terza stagione. I fili cominciano a districarsi, intanto che la traccia dell'Impero - meravigliosamente approfondito, in linea con The Clone Wars - mostra la sua vera natura. È così che nasce il mito, ed è così che tramonta. The Bad Batch, dunque, solidifica in modo splendido la sua natura di spin-off, funzionando però come tassello a se stante. In fondo, oggi più che mai, abbiamo bisogno di credere in un gruppo di ribelli, che lottano per la libertà di una galassia lontana divenuta vicinissima.
Conclusioni
Animazione, sceneggiatura, personaggi. La terza stagione di The Bad Batch ha compiuto enormi passi avanti, sia a livello estetico che a livello narrativo. Un'ultima stagione potente – in base a ciò che abbiamo potuto vedere in anteprima – capace di intrattenere e divertire, cogliendo al massimo il senso epico di Star Wars. Sì, della Clone Force 99 ne sentiremo la mancanza.
Perché ci piace
- L'animazione, ha compiuto importanti passi avanti.
- Il tono epico.
- L'atmosfera dark.
Cosa non va
- Non tutte le puntate spingono sul lato action, questo potrebbe far desistere.