Lo abbiamo scritto nella nostra recensione, la terza (e ultima stagione) di Star Wars: The Bad Batch è ancora più epica e ancora più oscura, materializzando al meglio l'immaginario della Galassia lontana lontana. Un'ultima stagione che tira una linea, tra la mitica Clone Force 99 e l'ascesa dell'Impero, via via sempre più protagonista delle puntate che, ricordiamo, fanno da ponte tra la trilogia prequel e la trilogia originale di Guerre Stellari. Se ritroviamo tutti i protagonisti, compresa Omega, personaggio sfaccettato e sfumato, maggiormente approfondito in The Bad Batch 3, la stagione compie un nevralgico salto avanti dal punto di vista tecnico.
L'animazione, infatti, è decisamente migliorata, restituendo al meglio l'atmosfera studiata da Dave Filoni, e poi messa in scena da Brad Rau, Supervising Director and Executive Producer, su sceneggiatura di Jennifer Corbett. In occasione dell'uscita delle prime puntate su Disney+ (sono 15 in totale), abbiamo intervistato via zoom proprio Brad Rau e Jennifer Corbett, chiedendo loro quanto sia effettivamente cambiato il tono degli episodi, e quanto sia fondamentale l'apporto della musica composta da Kevin Kiner. Soprattutto, abbiamo chiesto loro perché Star Wars sia (ancora) la saga più amata di tutte.
The Bad Batch 3, dietro le quinte della serie
Se la tonalità e i colori di Star Wars: The Bad Batch 3 si fanno più scuri, è perché "Siamo persone molto diverse, ma io e Jen siamo piuttosto crepuscolari. Quindi è stato naturale che la storia prendesse questa strada. È stato intenzionale", ci dice Brad Rau. Per Jennifer Corbett, invece, "Visto il finale della seconda stagione, ci sembrava di dover ricominciare da un punto molto diverso rispetto alla prima. Quindi, sì, è più epico e più scuro. Ma è ancora divertente e speranzoso". Ma secondo loro, è più difficile girare una prima o un'ultima stagione? "A mio parere personale, direi la prima stagione, perché tutti i personaggi devi ancora conoscerli, e si cerca di metterli in piedi e di saperne di più su di loro, bilanciando al contempo il genere cardine, di come sarà la struttura della storia", confida Jennifer Corbett.
"Nel corso della prima, della seconda e della terza stagione, abbiamo sempre sfidato noi stessi e il nostro team a spingerci più in là, più audaci, più epici e più oscuri. E questo diventa davvero difficile, soprattutto perché la trama è molto intrecciata nella terza stagione, cosa che amiamo fare. Questo rende tutto molto impegnativo. Sì, sono d'accordo. Probabilmente è più difficile far decollare qualcosa, ma non è diventato più facile farlo atterrare", dice il regista a Movieplayer.it.
The Bad Batch 3, la recensione: ancora più Star Wars, ancora più epica
Da John Williams a Kevin Kiner: la forza della musica
Se lo score di John Williams per Guerre stellari è diventato leggendario, la musica di Kevin Kiner mantiene alta l'attenzione rispetto alle immagini, diventando una storia nella storia. "La musica è un elemento fondamentale, e siamo molto fortunati che Kevin Kiner abbia musicato The Bad Batch", dice il regista. "E il lavoro che ha fatto con Dave Filoni su The Clone Wars e Rebels è fantastico. Siamo davvero entusiasti di poter lavorare con il suo team nello show. Il motivo per cui la musica è così buona è perché sono bravi. Ma quando realizziamo i nostri preview reel, li costruiamo sempre con una musica temporanea per stabilire il tono. Poi, una volta arrivati a un certo punto dell'episodio, mi siedo con il team di Kiner e lo esaminiamo. Facciamo il music spotting e parliamo del tono. Sono dei collaboratori fantastici, perché a volte portano qualcosa di significativo. Molte volte hanno intuizioni che non avrei mai. Non sono un musicista, dico loro a cosa puntiamo io e Jen nella narrazione, e poi loro mettono in campo tutti i loro superpoteri per dare vita alla storia".
La speranza di Star Wars
In chiusura, chiediamo a Brad Rau e Jennifer Corbett qual è la forza di Star Wars, e perché è ancora una delle saghe più amate e seguite della storia. Per la sceneggiatrice, "Tutta la saga è sempre stata incentrato sulla speranza. E credo che questo sia il motivo per cui mi piacciono storie del genere: possiamo parlare dei momenti bui. Possiamo parlare di molte cose che accadono nelle vite di questi personaggi e di ciò che stanno attraversando, ma ha uno strato di ottimismo e, ancora una volta, quella dinamica familiare che può farti superare qualsiasi cosa".
Invece, per il regista, "Star Wars spiega mette in scena il bene contro il male, e l'opportunità che il bene possa prevalere. Un mito incredibile, Voglio dire, credo che ci dia speranza nella vita di tutti i giorni. Amiamo tutto ciò che fa parte della saga. Siamo così fortunati a poter lavorare in questo universo".