L'avevamo già intervistato per Winter Boy, quando venne a Roma. Con una gamba rotta, dopo un infortunio in motorino, Paul Kircher rispose gentilmente alle nostre domande, raccontando della sua fascinazione verso il mito di Jean-Louis Trintignant. Ora, lo ritroviamo - via Zoom - per un'altro film in cui lo vediamo protagonista: The Animal Kingdom di Thomas Cailley. Un film decisamente ambizioso, a metà tra Stephen King e il racconto di formazione dai toni fantasy: l'opera, infatti, immagina un mondo in cui gli esseri umani si stanno trasformando in animali. Esseri ibridi, ghettizzati da una società miope e chiusa. Paul Kircher, tra i giovani attori europei più promettenti, interpreta Émile Marindaze, il figlio (anch'esso mutaforma) di François (Romain Duris). Insieme, partono per un viaggio alla ricerca della loro madre e moglie, scomparsa dopo essersi trasformata.
Con l'attore, partiamo proprio dal lavoro svolto sul corpo. "Quando compaiono i primi segni di mutazione, la cosa necessaria era sentire il corpo, sentirlo fisicamente, ascoltarne i mutamenti. Dopodiché, come ruolo, cominci ad esplorare le nuove possibilità arrivate dal cambiamento. Émile ha paura, cerca di nascondere i segni, ma poi li accetta, e anzi ne è felice, lasciandosi andare. Esplora la trasformazione, che lo porta ad una sorta di felicità".
Paul Kircher, parigino classe 2001, ha debuttato nel 2019 in T'as pécho? di Adeline Picaul, dopo essersi diplomato. Successivamente si è avvicinato al teatro, frequentando corsi alla Manufacture des Abbesses. Il ruolo da protagonista per Winter Boy di Christophe Honoré l'ha ottenuto dopo un casting di tre mesi, recitando con due grandi del cinema francese com Juliette Binoche e Vincent Lacoste. Per il ruolo è stato nominato ai César, vincendo il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di San Sebastian.
The Animal Kingdom: intervista a Paul Kircher
Una trasformazione fisica, però, comporta anche un mutamento della psicologia, come vediamo in The Animal Kingdom, presentato a Cannes nel 2023 (qui la nostra recensione). A tal proposito, l'attore spiega che "C'è una rivoluzione psicologica interiore che viene scatenata da questa trasformazione. Il personaggio si rende conto che non solo è diverso fisicamente ma è attratto da cose diverse. Ci sono delle cose diverse che lo muovono, che lo spingono ad agire, che lo guidano. Come i suoni, che lo indirizzano in modi inaspettati. Anche questo comporta poi una rivoluzione psicologica interiore importantissima".
Sul parallelo con le opere di Stephen King, Paul Kircher confida di non conoscere abbastanza l'autore, trovando però assonanza con il viaggio di Stand by Me. "Non conosco così bene l'opera di Stephen King, quindi l'unica cosa che forse mi viene in mente è l'adattamento cinematografico di Stand by Me. Nel senso, l'idea di questi ragazzini, anche molto più giovani, che si avventurano in un bosco potrebbe richiamare The Animal Kingdom".
The Animal Kingdom, la recensione: se Thomas Cailley sembra Stephen King
L'attualità del film
In chiusura, una riflessione sui toni contemporanei del film, che illuminano la diversità da un'altra prospettiva, per un'attualizzazione della storia che Paul Kircher interpreta così: "Nel film si vuole sottolineare quella che è la violenza con cui la società, il mondo attuale, reagisce nei confronti della diversità e delle differenze. Per esempio, in una scena il compagno di scuola di Emile si rende conto che sta cambiando, e tira fuori un aggeggio con gli ultrasuoni proprio per metterlo in difficoltà. Il mio personaggio ha uno sguardo ancora giovane, fresco, ingenuo anche sul mondo, e non riesce proprio a capire questo livello così forte di violenza e di reazione da parte di un compagno di scuola. Ancora non capisce come va il mondo. Il regista prima di girare mi ha fatto vedere Va' e vedi (Come and See), in cui c'è questo ragazzino molto giovane che appunto non è abituato a come vanno le cose nel mondo".