Il grande pubblico non potrà che ricordarlo con le sembianze del compianto David Bowie, che ne vestì gli illustri panni in The Prestige (2006) di Christopher Nolan, ma la figura di Nikola Tesla ha vissuto in molteplici forme sia sul piccolo che sul grande schermo. Un personaggio unico e che ha influenzato molto del mondo moderno, anche se il suo apporto avrebbe potuto essere ancor maggiore se gli astri avessero deciso per lui diversamente. Le sue complicate vicissitudini rivivono in questo film biografico del 2020, presentato al Sundance Film Festival e dalla distribuzione limitata, tanto che anche da noi è arrivato direttamente per il mercato home video.
Come vi raccontiamo nella recensione di Tesla, ci troviamo di fronte a un biopic che cerca di distaccarsi dalla consuetudine per rendere giustizia a una personalità stravagante e fuori del comune, ma che proprio nella sua ricerca di originalità rischia di perdere di vista l'organicità del racconto, affidando unicamente sulle spalle di un comunque ottimo Ethan Hawke il peso di una sceneggiatura spesso "fuori sincrono" e vittima di scelte di montaggio non sempre coerenti, tanto da spaesare in diverse occasioni lo spettatore.
E luce fu
La vicenda ha inizio nel 1884 e si concentra principalmente sulla rivalità tra Nikola Tesla e Thomas Edison, colleghi inventori che nel corso delle loro rispettive carriere si sono spesso trovati sui lati opposti della barricata, ognuno di loro pronto a perorare la propria causa e i rispettivi sistemi di elettricità. Accompagniamo così il protagonista in questa odissea nella quale cerca di far valere le proprie ragioni, in cerca di finanziamenti per realizzare quel progetto rivoluzionario che, se ampiamente supportato, avrebbe potuto garantire uno sbalzo evolutivo non indifferente, per quanto ad oggi molte delle sue teorie siano risultate chiave per il moderno sviluppo tecnologico. La storia è accompagnata dalla costante voce fuoricampo del personaggio di Anne Morgan, figlia del ricco finanziatore J.P. Morgan, la quale si ritrova al centro di sequenze surreali, dove si mette addirittura a compiere ricerche su internet in un chiaro dialogo metafilmico rivolto in camera e al pubblico. Uno dei tanti passaggi che cercano di rendere la pellicola meno convenzionale del solito, ma che si rivelano alla fine più gratuiti che realmente necessari al contesto.
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Con i se e con i ma
E che dire dei vari "what if" che si susseguono nel corso degli eventi, mostrando come le cose sarebbero potuto andare se fossero state prese decisioni diverse, nonché di alcune situazioni interattive dove il cast si trova alle prese con sfondi estranei alla realtà, in un gioco di piani fisici e temporali che lascia ben presto il tempo che trova. Lo script ha inoltre il grosso demerito di aver penalizzato eccessivamente il personaggio di Edison, che da potenziale e accattivante nemesi diventa una sorta di macchietta dal minutaggio limitato - ed è un peccato data la scelta di un attore di razza come Kyle MacLachlan per il ruolo. In Tesla si ha l'impressione che Michael Almereyda - regista, sceneggiatore e produttore - vada costantemente di corsa, e che i cento minuti di visione siano stati vittima di enormi tagli che tolgono fascino e sostanza all'intero costrutto.
Dove mai nessuno è giunto prima
Tra riferimenti agli extraterrestri - con Tesla che ammette di credere ciecamente all'esistenza di altre creature nel nostro universo - love-story improvvisate e poco sviluppate (la figura dell'attrice musa cade totalmente nel vuoto, anch'essa eccessivamente ridotta) e uno sguazzo musical nelle fasi finali che sfrutta le abilità canore di Ethan Hawke, l'impressione è quella di un gran calderone, eccessivamente verboso e poco acuto, incapace di cogliere tutte le molteplici sfumature insite nel protagonista. Un film che "vive troppo nei suoi pensieri" come lo stesso Tesla, rimanendo una sorta di essenza incompiuta, limitato proprio laddove vorrebbe farsi senza limiti, con il principale demerito di non trovare mai la necessaria forza emotiva per dar vita a una personalità così iconica.
Conclusioni
Al centro del film c'era un personaggio fuori dal comune, potenzialmente esplosivo se affidato alle giuste mani. Ma come vi abbiamo raccontato nella recensione di Tesla, il risultato è stato un bio-pic incolore e anonimo, che proprio nel cercare l'originalità a tutti i costi paga l'assenza di personalità, finendo per tradire non soltanto la figura del geniale inventore ma anche quel pubblico che si attendeva almeno un minimo di emozione, data la materia narrativa ricca di spunti. Ethan Hawke fa quello che può nel contesto di un cast spesso sprecato, a cominciare da Kyle MacLachlan nelle vesti del grande rivale Edison.
Perché ci piace
- Ethan Hawke è sempre e comunque motivo di interesse.
Cosa non va
- Cast di contorno sprecato.
- Sceneggiatura che sacrifica tensione ed emozioni in favore di gratuità assortite.
- Scelte di montaggio poco chiare, quasi che il film abbia subito diversi tagli.