Partirà giovedì 27 giugno su Canale 5 la nuova edizione di Temptation Island, nato come reality trash sbertucciato a destra e a manca ma con il passare degli anni diventato autentico punto fermo della programmazione estiva di Canale5, oliato e ipnotico meccanismo catodico low budget benedetto dalla mano santa di Maria De Filippi, che lo produce con la sua Fascino insieme a Banijay Italia.
Semplice e inattaccabile il format, con sette coppie al bivio, diversissime tra loro, che chiedono di partecipare al gioco per mettere alla prova la propria relazione, accettando di passare tre settimane distanti dall'amato o dall'amata, vivendo a stretto contatto con tentatori/tentatrici che faranno di tutto per conquistarli e farli capitolare. Non a caso Temptation Island è stato soprannominato a furor di popolo anche il reality delle 'corna', perché l'infedeltà è all'ordine del giorno, con i traditi costretti ad ammirare la nascita di una potenziale scappatella con dei video che monitorano la quotidianità dell'amato/amata.
I motivi di un clamoroso successo
Definire Temptation Island un reality è innegabilmente un eccesso di fiducia nei confronti del programma e dei suoi ottimi autori, chiamati a costruire storie, intrecci, ad immaginare e delineare litigi, scenate di gelosia davanti ad un falò con un tablet in mano e una cuffia sulla testa. Temptation Island è un programma che vive anche se non soprattutto sulla sua scrittura, con chissà quante coppie arrivate già scoppiate alla prima puntata e molto banalmente andate incontro ad una recita ad uso e consumo di telecamere voraci e spettatori divertiti nel vedere fidanzamenti in frantumi, relazioni complicate, spesso ben oltre i limiti dell'eccesso, per non dire tossiche.
E qui risiede probabilmente l'incredibile e costante successo del programma, in grado di ipnotizzare ogni anno milioni di telespettatori, evidentemente felici nel constatare che c'è chi se la passa peggio di loro, almeno in amore. Nel guardare Temptation Island ci diciamo spesso che certi comportamenti noi non potremmo mai tenerli, mai digerirli e/o immaginarli, che mai potremmo umiliare il nostro amore in quel modo, davanti alle telecamere. Al cospetto di Temptation Island ci sentiamo tutti liberi di poter giudicare le fragilità altrui ridando forza ai nostri rapporti di coppia, magari scricchiolanti, imperfetti, bellicosi, ma senza mai arrivare "a quel punto".
Poi c'è il montaggio, che è il vero fiore all'occhiello del programma. Chiaramente registrato, Temptation Island lavora di cesello con un impianto che raramente cede il passo alla noia, continuando ad alimentare quel voyeurismo che è DNA di qualunque reality. Leggenda narra che Maria De Filippi guardi tutto il pre-montato del programma, avallando ogni singola puntata, chiedendo aggiustamenti laddove ce ne sia bisogno, con Filippo Bisciglia, ormai storico conduttore, a fare da menestrello, Grillo Parlante nei confronti delle sette coppie, saggia voce off chiamata ad ascoltare sfoghi, a dispensare video compromettenti, a calmare spiriti aggressivi. Con risultati puntualmente clamorosi.
La scalata Auditel
La prima storica edizione di Temptation Island, che all'epoca si chiamava Vero Amore, è datata addirittura 2004 e fu un successo, con una media al 23,48% di share e una finale schizzata oltre il 30%. Quattro puntate appena, quelle andate in onda 20 anni or sono, con Maria De Filippi in persona a condurre le danze. Poi inspiegabilmente il format (di origini olandesi) è scomparso da Canale 5 fino al 2014, quando ha preso il nome di Temptation Island. Ripartito con una media del 16,11%, in netto calo rispetto alla prima edizione, è poi salito al 17,61% nel 2015, al 19,41% nel 2017, al 22,63% nel 2018, al 23,23% nel 2019, al 23,53% nel 2020, fino al 26,45% della scorsa edizione, l'undicesima, trainata dalla telenovela a tre tra Mirko Brunetti, la fidanzata Perla Vatiero e la tentatrice Greta Rossetti, successivamente proseguita al Grande Fratello come una qualsiasi brutta soap turca.
Una scalata Auditel inarrestabile, quella di Temptation Island, che in questa edizione del 2024 si prepara a sbancare nuovamente la programmazione estiva nazionale con sette coppie che sin dai singoli promo intelligentemente diffusi nel corso delle ultime settimane hanno fatto intendere di non avere nulla da invidiare a chi li ha preceduti. Un enorme lavoro di casting che va a sommarsi al certosino lavoro di scrittura e all'invidiabile lavoro di montaggio, per un programma che anno dopo anno è riuscito a scrollarsi di dosso la singola, limitante, riduttiva e oltremodo snob etichetta di "tv trash", mostrandosi per quello che è. Ovvero un ammaliante romanzetto rosa diabolicamente costruito con cui ridere delle disgrazie sentimentali altrui, per stare meglio con sé stessi, con la propria dolce metà e con la propria coscienza, eventualmente sporca e condita da chissà quanti scheletri nell'armadio ma "mai quanto la loro".