Non sempre basta una tematica per salvare una serie tv, perché conta anche e soprattutto come quella tematica viene raccontata, strutturata e messa in scena. Ne è un esempio lampante Tell Me Lies, nuovo drama prodotto da Emma Roberts sull'amore tossico dal 16 novembre su Star di Disney+. Come proveremo a spiegare nella nostra recensione di Tell Me Lies, tratta dall'omonimo romanzo del 2018 scritto da Carola Lovering, la produzione targata HULU non convince, nonostante qualche colpo ben assestato, per i troppi rimandi e schemi narrativi già visti.
La vita è una bugia ben raccontata
Una sorta di versione adulta di Tredici, ma molto meno profonda nel risultato, Tell Me Lies racconta come tutti nella propria vita, almeno una volta e per motivi diversi, mentano spudoratamente ai propri amici, familiari e compagni. Al centro due escamotage narrativi: da un lato la tumultuosa relazione sentimentale tra Lucy Albright (Grace Van Patten, che potreste aver adocchiato in Nine Perfect Strangers e nella realtà figlia del regista Tim Van Patten) e Stephen DeMarco (Jackson White), dagli anni del college fino a otto anni dopo, quando gli ex compagni di università ora "adulti" si ritrovano tutti insieme a un matrimonio. Dall'altro, un fatto accaduto otto anni prima al primo anno di college, un mistero che colora di giallo questa storia; una deriva, quella crime, di cui sembra voler colorarsi ogni genere nell'ultimo decennio per rendere accattivante una storia.
Due sono le linee narrative seguite dalla creatrice Meaghan Oppenheimer: gli alti e bassi della storia sentimentale in parallelo a quelli relativi a ciò che accadde davvero quella fatidica notte universitaria. Il cast giovane, a partire da Grace Van Patten e Jackson White, non convince fino in fondo, proponendo un'interpretazione abbastanza superficiale, così come il cast adulto: l'ex Arizona Robbins di Grey's Anatomy Jessica Capshaw sembra aver fatto una brutta fine, così come l'insegnante interpretata dalla nostra Gabriella Pession, nella realtà sposata con l'ex attore di Grey's Richard Flood. Quello che comunque i due protagonisti riescono a restituire è la tossicità del rapporto tra Lucy e Stephen, di come a volte lo stare insieme tiri fuori il peggio e non il meglio dell'altro. Da un lato la strafottenza mascherata da occhi da cucciolo smarrito di Stephen, da tradurre in mascolinità tossica, spesso passivo-aggressiva (ancora più pericolosa di chi viene presto alle mani). Dall'altro la poca empatia e a volte addirittura apatia di Lucy, che diventa una fredda calcolatrice nei momenti di smarrimento emotivo e psicologico.
Tutti mentono sempre
Prendiamo in prestito il titolo di un episodio di One Tree Hill per spiegare come Tell Me Lies più che un drama sentimentale sembri un teen drama per i comportamenti dei protagonisti anche da adulti. A onor del vero l'assetto temporale è uno degli altri aspetti mal gestiti del serial. Troppo del passato e troppo poco del presente viene raccontato, per arrivare a condensare nel finale gli sviluppi più sconcertanti del 2015, anno del fatidico matrimonio in cui sono tutti riuniti, per lasciare spazio a una seconda stagione con un clamoroso cliffhanger. Un plot twist che però ottiene l'effetto contrario, ovvero l'aver voluto diluire troppo la storia in dieci episodi per poi sganciare la bomba narrativa alla fine, con un ragionamento troppo da tv generalista. La relazione tra Lucy e Stephen ha ovviamente conseguenze su tutti gli altri personaggi che ruotano intorno alle loro vite, e lo show vuole raccontare anche questo.
Dalla compagna di stanza di Lucy al college, la timida Macy (Lily McInerny), alle loro nuove amiche e dirimpettaie di corridoio, la ragazza con la testa sulle spalle Bree (Catherine Missal) e la curiosa Pippa (Sonia Mena). Fino ai migliori amici di Stephen, il pacato Evan (Branden Cook), il casinaro Wrigley (Spencer House) e suo fratello minore Drew (Benjamin Wadsworth), e ancora all'ex di Stephen Diana (Alicia Crowder) e alla sorellina di Lucy, Lydia (Natalee Linez). Quelle tra i personaggi sono spesso relazioni di co-dipendenza e che non fanno bene né alla coppia né a chi gli gravita intorno, portando anche a conseguenze inaspettate e davvero terribili. I traumi che questo gruppo di amici ha subìto al college li perseguita anche otto anni dopo, come spesso capita quando diventiamo "adulti" ma non abbiamo imparato a fare davvero i conti col nostro passato.
La strada per l'inferno seriale è lastricata di buoni propositi
Tutti questi buoni propositi dello show però non ottengono il risultato sperato, vuoi per la messa in scena che strizza troppo l'occhio al melò a volte, pescando da serie come Tell Me You Love Me nella resa delle sequenze più piccanti e legate all'incontro di corpi dei protagonisti. Vuoi perché sono tutti belli, belli in modo assurdo: scolpiti, senza un minimo difetto che forse ci saremmo aspettati in prodotti come The O.C. e Gossip Girl ma non da una storia che vuole proporre tematiche importanti come la tossicità sentimentale e relazionale, e il sapersi prendere la responsabilità delle proprie azioni. Tell Me Lies è un romanzo di formazione marcio dall'interno, in cui i personaggi più che una via d'uscita sembrano trovare un nuovo modo per procurarsi del dolore, fisico o psicologico che sia, dimostrando un'instabilità emotiva scricchiolante e pericolosa. Il risultato è un soap operone quasi vojeuristico e pruriginoso, che svela troppi strati sotto la superficie i suoi obiettivi produttivi encomiabili.
Conclusioni
Intenti produttivi ammirevoli ma risultato scadente. È questo che emerge dalla nostra recensione di Tell Me Lies, a partire dalla messa in scena della storia raccontata nel romanzo di cui è adattamento, alla struttura narrativa che troppo pesca dal passato e troppo poco dal presente, fino alle interpretazioni troppo superficiali del cast e all'atmosfera generale da soap. Peccato.
Perché ci piace
- La tematica delle relazioni tossiche e della mascolinità tossica che vuole esplorare lo show.
- Ibridare il racconto sentimentale con il genere crime…
Cosa non va
- …anche se oramai risulta un’operazione davvero abusata.
- Le interpretazioni superficiali del cast.
- La struttura narrativa poco equilibrata a livello temporale e che punta troppo su un cliffhanger finale in vista di un’ipotetica seconda stagione.