L'esploratore Taddeo Jones continua a coltivare il sogno di diventare un grande archeologo, ma il suo impegno e i relativi propositi cozzano spesso con la dura realtà: quando è sul punto di realizzare una qualche scoperta, per un motivo o per l'altro finisce sempre per combinare un pasticcio che rovina tutto, portandolo dalla gloria al disonore in un battito di ciglia. La sola a supportarlo è rimasta Sara, la sua ragazza, mentre come invadente coinquilino ha a che fare con Mummia, il guardiano di Paititi, ormai presenza fissa nella sua rocambolesca quotidianità.
Come vi raccontiamo nella recensione di Taddeo l'esploratore e la tavola di smeraldo, in quest'occasione il nostro ha a che fare con una nuova missione dopo che un antico sarcofago di origini egizie viene ritrovato nel sottosuolo messicano e trasportato a Chicago per poi esservi esposto. Taddeo è l'unico a possedere la chiave per venirne a capo, ma finisce per essere al centro dell'ennesimo guaio e sia Mummia che il suo amato cagnolino e il pappagallo muto sono vittima di una maledizione. Tra vecchi amici e nuovi nemici, il protagonista finirà per ritrovarsi prima al Louvre e poi addirittura al Cairo, lì dove tutto ebbe inizio.
Avventura dopo avventura
Nel primo episodio ha avuto a che fare con gli Inca, nel secondo addirittura con quel Re Mida che trasformava tutto in oro e in questo terzo capitolo tocca alla mitologia egizia, al centro di un racconto che segue le linee guida dei predecessori rivolgendosi principalmente a un pubblico di giovanissimi spettatori. Il personaggio di Taddeo è nato prima in forma di cortometraggio e poi espanso sulle pagine dei fumetti nel 2008, per mano di Javier Barreira e Gorka Magallón, esordendo poi quattro anni dopo sul grande schermo. Taddeo l'esploratore e la tavola di smeraldo è l'ultimo capitolo di una - per ora - trilogia che ha garantito al principale target di riferimento un intrattenimento comico-avventuroso, guardante ovviamente ai classici in carne ossa stile Indiana Jones e La mummia nella gestione delle dinamiche narrative, con i pericoli nascosti dietro ogni angolo e misteri secolari che tornano alla luce a seconda dell'occasione.
Un intrattenimento semplice
Il protagonista è un pasticcione senza mezze misure, che non ne combina una giusta e non paga praticamente mai dazio per i propri errori: a differenza di altre operazioni omologhe manca forse quel percorso di formazione che insegna a fare i conti con gli sbagli commessi, ma è un difetto dovuto anche all'età adulta del personaggio, che non è più certo un ragazzino. Accettando le ingenuità nella caratterizzazione del suddetto ci si può divertire, pur senza pretendere originalità o guizzi stilistici di sorta. Nell'ora e mezzo di visione infatti tutto è ampiamente prevedibile, con le figure principali al centro di sequenze d'azione via via più frenetiche e spettacolari nel tentativo di risolvere il mistero in questione: la storia è puramente accessoria e inverosimile, atta a trainare l'impianto ludico verso colpi di scena in serie e fasi action di sorta.
In giro per il mondo
Lo stile animato è abbastanza classico e ovviamente questa produzione spagnola non può competere con Pixar e altri studi d'animazione più famosi, ma il character design pur senza eccellere è alquanto gradevole e in linea con le aspettative, con una buona gestione delle scelte cromatiche che rendono suggestivo anche il contorno scenografico, che vede tra i tanti luoghi visitati anche il Louvre e le piramidi egizie, con tanto di capatina a "sua maestà" la Sfinge. Proprio la città di Parigi, con l'inseguimento in motoscafo sulla Senna, un'involontaria ingerenza al Tour de France e la sfortuna che perseguita la cattedrale di Notre-Dame, gioca un ruolo determinante ai fini degli eventi, all'insegna di una varietà di situazioni e ambientazioni comunque ampia e tale da non far venire mai a noia quanto accadente su schermo, complice anche la breve durata che taglia le gambe sul nascere a ipotetici tempi morti.
Conclusioni
Quando un sarcofago millenario viene rinvenuto in territorio messicano, l'esploratore Taddeo finirà per combinare l'ennesimo guaio nella sua lunga carriera di pasticci e scatena una maledizione. Per cercare di porvi fine lo sfortunato protagonista dovrà viaggiare fino al Louvre e poi in Egitto, in compagnia di vecchi amici e nuovi nemici. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Taddeo l'esploratore e la tavola di smeraldo, il terzo capitolo della saga cinematografica nata dal relativo fumetto spagnolo è forse il migliore a livello tecnico, anche se l'animazione si mantiene comunque su livelli medi e la storia risente sempre di ingenuità e forzature in serie. Considerando che il target principale è composto dai più piccoli, viene facile chiudere un occhio su suddette sbavature, anche grazie ad un ritmo scatenato che dall'inizio alla fine propone una lunga lista di disavventure sempre più rocambolesche, per un divertimento di facile consumo.
Perché ci piace
- Un divertimento più per piccini che per grandi, ma ad ogni modo gradevole.
- Il film è colorato e variegato al punto giusto.
Cosa non va
- Lo stile d'animazione non eccelle, anche per ciò che concerne il character design.