Sfidiamo videogiocatori seriali o occasionali a non aver mai pensato almeno una volta a quanto sarebbe bella l'esperienza di un gioco totalmente immersivo, in cui la nostra mente viene trasportata, grazie alla tecnologia, in un ambiente estremamente veritiero ma virtuale. Sicuramente ci ha pensato Reki Kawahara che nelle sue light novel racconta proprio di questo, romanzi illustrati che hanno raggiunto un tale successo da dare vita, per ora, ad un anime di due stagioni (visibile su Netflix), manga ed un lungometraggio animato, Sword Art Online. Ordinal Scale - The Movie, anche nelle nostre sale il 13 e 14 per un'uscita evento a cura di Nexo Digital e che introdurrà l'attualissimo tema della realtà aumentata.
Sword Art Online (abbreviato spesso con SAO) è un avanzatissimo gioco in realtà virtuale giocabile grazie ad un dispositivo a forma di casco che permette di connettere al software il cervello del giocatore, stimolando i cinque sensi e permettendo quindi di controllare l'avatar con il solo utilizzo della mente. Proprio il primo giorno di apertura del gioco i malcapitati connessi fanno, però, un'amara scoperta: se si muore nel gioco si muore anche nella realtà e non è possibile disconnettersi se non sconfiggendo il boss finale al 100° livello. Personaggi principali di questo game-drama dal sapore fantasy: Kazuto Kirigaya alias Kirito ed Asuna Yūki, combattenti di grande valore nel gioco nonché una delle coppie più carine ed amate degli anime. Per farvi entrare meglio nel mondo di SAO vediamo quindi cinque curiosità su questa saga.
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1. Gli inizi
La prima light novel ad opera di Reki Kawahara risale al 2002 e venne scritta in previsione del Premio Dengeki Game Novel, ma, essendosi lasciato un po' prendere la mano ed avendo sforato il numero di battute consentite l'autore decise di pubblicare il tutto online con lo pseudonimo di Fumie Kunori, e questa fu la sua fortuna in quanto qualche anno dopo, precisamente nel 2009, la ASCII Media Works chiese di pubblicare la light novel accompagnata dai disegni dell'illustratore noto per il bizzarro pseudonimo di abec. Con il passare degli anni il numero dei libri dedicati a SAO si è moltiplicato, raggiungendo la quota di 29, seppur l'ultima serie, Alternative, abbia registrato un cambio di autore: Keiichi Sigsawa.
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2. Le immagini che influenzano le parole
In un'intervista per Aniplex of America, prima della sua partecipazione al Sakura-con di Seattle, Kawahara con il suo solito fare timido ed educato ha dichiarato di aver visto i suoi personaggi sotto una luce diversa dopo aver guardato la serie animata, simpatizzando spesso con alcuni di loro che nelle light novel comparivano solo come personaggi secondari e di contorno. Ha anche apprezzato il lavoro svolto dagli animatori nel rendere il mondo di SAO nel miglior modo possibile : "Nelle light novel non era mia priorità descrivere gli scenari, ma il modo in cui Aincrad è stato reso nell'animazione, così pieno di paesaggi esotici, mi ha fatto pensare 'Questo è il tipo di atmosfera che volevo raffigurare nelle light novel!' "
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3. Quando l'apparenza inganna
Tutti coloro che sono arrivati a vedere la seconda stagione di SAO non hanno potuto non notare la particolarità del nuovo avatar di Kirito nel gioco Gun Gale Online, ovvero il suo aspetto estremamente femminile, tanto da trarre in inganno anche altri concorrenti dello spietato gioco. Beh, dai primi concept l'immagine virtuale del protagonista sarebbe dovuta essere completamente femminile, con annesse rotondità anatomiche tipiche del genere. Si è scelto poi di adottare un'aspetto più androgino che lasciasse il dubbio e creasse, a favor di fanservice, qualche divertente equivoco.
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4. Ispirazioni dal mondo reale e videoludico
Sul fatto che il creatore delle light novel sia un videogiocatore non ci sono molti dubbi, Kawahara , infatti, si è ispirato a titoli già esistenti come Wizardry, una serie di RPG prodotti dalla Sir-Tech a partire dai primi anni ottanta. Il gioco caratterizzato dai classici dungeon (labirinti) tipici dei giochi di ruolo, ed un'ambientazione fantastica, ebbe un grande successo, almeno per quanto riguarda le prime versioni, poiché prime incarnazioni videoludiche del ben noto e amato gioco di ruolo Dungeons & Dragons. Chi ha visto la prima stagione o letto le prime novel non faticherà sicuramente a ritrovare questi elementi anche in SAO, anzi mettetevi alla prova e trovate quante più citazioni potete!
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5. Ad un passo dalla realtà
Un anno fa IBM annunciò un progetto dal nome Sword Art Online Beginning che avrebbe dovuto unire la tipologia di gioco in MMO con la realtà virtuale, una sorta di primo passo verso qualcosa di piuttosto simile alla tecnologia descritta in SAO. I 200 fortunati alfa-tester dopo essere stati scannerizzati, aver indossato scarpe con sensori di movimento e un casco appositamente creato, hanno potuto fare esperienza di un mondo virtuale dove i movimenti del corpo corrispondevano, con buona precisione, a quelli dell'avatar senza bisogno di pad o joystick di nessun genere. Ovviamente il gioco non verrà commercializzato ed è servito al solo, esclusivo, scopo di capire quanto siamo vicini alla tecnologia di SAO ed in quale direzione volgere i prossimi passi per raggiungerla.
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