Una serie già andata in onda altrove - soprattutto sulla tv generalista - oramai "esiste" solo quando arriva su Netflix, diventando paradossalmente alla portata di tutti. Soprattutto procedurali e simili che richiedono poco impegno di visione e possono essere apprezzati anche durante i pasti. Dopo The Rookie e The Good Doctor, alla lista si aggiunge S.W.A.T., che negli Usa si appresta a chiudere la sua corsa dopo sette anni di onorato servizio e ora, dopo la prima visione su Rai2, è pronta ad essere recuperata anche dagli abbonati del servizio streaming per antonomasia, subito balzata in Top 10. Perché vedere le sei stagioni già disponibili in attesa della settima ed ultima? Ecco 5 motivi per vedere S.W.A.T. su Netflix.
1. Punto di vista
Avete presente nei crime, quando arriva la squadra tattica S.W.A.T. attrezzata di tutto punto per risolvere una situazione particolarmente pericolosa? Spesso scontrandosi con la polizia protagonista e proponendo soluzioni estreme oppure indelicate? Ebbene, la serie vuole provare a raccontare il loro punto di vista, mostrando come il loro obiettivo sia salvare delle vite come chiunque altro del mestiere. La trama della serie parte da una sparatoria nella zona Sud di Los Angeles, durante la quale il capo bianco della squadra, Buck, spara accidentalmente ad un ragazzo nero che si trovava a passare di lì, pensando facesse parte della riffa. A questo punto il direttore delle operazioni pensa di mettere al comando l'ex Marine nero Daniel 'Hondo' Harrelson, cresciuto proprio nella zona più difficile e malfamata della Città degli Angeli, dopo la sospensione di Buck, nonostante il secondo in comando David Kay si aspettasse la promozione. Il direttore inoltre affianca al neo-capitano un novellino, James Street, e a quel punto Hondo deve trovare un nuovo e personale equilibrio in modo che la squadra non venga smantellata e possa adempiere al proprio dovere.
2. Cast
Il cast della serie è ben diviso tra volti nuovi e conosciuti della serialità. Tra i primi iniziamo da Hondo alias Shemar Moore, che i più ricorderanno come l'amato Agente Speciale Supervisore Derek Morgan di Criminal Minds: da un procedurale ad un altro. Jessica Cortez, già la giornalista Valeria Veléz in Narcos, qui si avvale ancora della propria doppia lingua per interpretare Stephanie Sigman, capo di Hondo ma anche sua amante segreta che non vuole perdere il proprio lavoro per nessun motivo al mondo. Dominique Luca, che il co-creatore Shawn Ryan si è portato dietro da The Shield, dove interpretava il Detective Curtis "Lem" Lemansky, qui diventa l'autista provetto Kenny Johnson, capace di sfuggire a qualsiasi situazione. Il padre di Jack in This Is Us, Peter Onorati è Jeffrey Mumford, a capo di un'altra squadra S.W.A.T. con una mentalità da "vecchia guardia" che prova sempre a mettere i bastoni tra le ruote a quella di Hondo e al suo modus operandi. Infine Jay Harrington, visibilmente maturato dalla comedy Better Off Ted è David Kay, colui che avrebbe dovuto essere il nuovo leader del gruppo.
3. Tematica sociale
Il serial dimostra di aggiornare le proprie tematiche al doppio mondo in cui vivono i personaggi, a partire dal protagonista Hondo, diviso tra il quartiere dove è cresciuto e i suoi "fratelli in divisa", con la crescente discriminazione razziale e l'attualità politica degli Stati Uniti. Lo stesso Hondo viene messo a capo dell'unità da parte del direttore Hicks, scavalcando in anzianità Kay, per far fare bella figura al dipartimento di fronte alle telecamere e dimostrare apertura e inclusività. Non solo: si mettono a confronto anche vecchio e nuovo metodo di fare investigazione e soprattutto assalto, per il quale è celebre la S.W.A.T. agli occhi dei più, ma che qui vuole provare a mostrare tutto il proprio dietro le quinte. D'altronde le menti dietro S.W.A.T. sono il già citato Shawn Ryan (che oltre a The Shield ha creato anche The Night Agent per Netflix) e Aaron Rahsaan Thomas, come remake della serie omonima anni '70, già diventata un film nel 2003, S.W.A.T. - Squadra speciale anticrimine con Samuel L. Jackson e Colin Farrell.
4. Scene action
Non potevano mancare le sequenze al cardiopalma in una serie come S.W.A.T. e in questo senso i registi non si risparmiano, a partire da quello del pilot, Justin Lin, già dietro la macchina da presa della saga di Fast & Furious. Inseguimenti, sparatorie, assalti: non manca davvero nulla nel parterre action dello show, mostrando alti e bassi, quiete e tempesta di una vita al servizio dei cittadini ma con la quale si rischia letteralmente ogni giorno la vita e lo spirito di squadra deve essere davvero al massimo per non perdere inutilmente degli agenti sul campo.
5. Un finale
Chi si avvicina a S.W.A.T. su Netflix non deve aver paura di rimanere a bocca asciutta e senza un finale. Non solo perché sono state caricate sulla piattaforma tutte le stagioni finora disponibili. Ma anche perché già sappiamo che, dopo la decisione iniziale di CBS, il network originario che trasmette la serie, di cancellarla alla fine della sesta stagione per motivi economici, ne ha ordinata una settima ed ultima stagione accorciata (13 episodi) permettere alle storyline di tutti i protagonisti di concludersi in modo adeguato e per dare maggior spazio alle personalità femminili dello show.