Swagger 2, la recensione: il basket prima del sogno NBA

La recensione di Swagger 2: la serie ambientata nel mondo del basket giovanile, ispirata all'esperienza di Kevin Durant, è disponibile su Apple Tv+ con il primo episodio venerdì 23 giugno, seguito da un nuovo episodio settimanale ogni venerdì fino all'11 agosto.

Swagger 2, la recensione: il basket prima del sogno NBA

La canotta di Kareem Abdul-Jabbar campeggia nel primo episodio della seconda stagione di Swagger, la serie ambientata nel mondo del basket giovanile, ispirata all'esperienza di Kevin Durant, disponibile su Apple Tv+ con il primo episodio venerdì 23 giugno, seguito da un nuovo episodio settimanale ogni venerdì fino all'11 agosto. Ha il numero 33, ma non ha i colori gialli e viola dei Los Angeles Lakers, quelli con tutti abbiamo ancora negli occhi Adbul-Jabbar. È bianca con i bordi azzurri, i colori dell'UCLA, University California Los Angeles, con cui il famoso cestista ha giocato prima di approdare in NBA. Quella canotta è appesa nel palazzetto dell'UCLA, che Jace Carson visita con la madre, in vista di un trasferimento dopo che concluderà il suo campionato da Junior.

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Swagger 2: una scena

C'è sempre l'NBA, c'è sempre questo sogno, anche quando si parla di basket a livello studentesco. Chi gioca a pallacanestro ad alti livelli, in America sa qual è la sua Terra Promessa, quale deve essere il punto d'arrivo. Ma in mezzo ci sono una vita, e un campionato da vincere. Nella recensione di Swagger 2 vi parleremo di un'ottima serie di epica sportiva, che mescola grandi sequenze di basket a momenti di vita privata. Con un ottimo cast. Swagger è creato da Reggie Rock Bythewood, che è autore, regista, showrunner e anche produttore esecutivo insieme a Kevin Durant e Brian Grazer.

Un video che minaccia di distruggere tutto

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Swagger 2: una scena

Jace Carson (Isaiah Hill) frequenta la Cedar Cove Prep, all'ultimo anno di liceo, e gioca nella squadra di basket della scuola. Le partite sono trasmesse in live streaming e sono seguite da molti fan, ma anche dagli osservatori delle squadre universitarie. I giocatori, così, si trovano sotto una speciale lente di ingrandimento, scrutati in ogni loro aspetto. Jace ha colpito gli osservatori della UCLA, e anche un marchio di abbigliamento sportivo. Tutto sembra andare bene per lui e la madre Jenna (Shinelle Azoroh), che ha avviato un'attività di commercio di cosmetici. L'allenatore della Ceder Cove Prep, intanto, ha accettato l'offerta di una squadra più importante, e lo ha comunicato ai suoi ragazzi. Al suo posto viene chiamato coach Ike (O'Shea Jackson Jr.). Finché non spunta un video che minaccia di distruggere tutto. È un filmato di sorveglianza del coach Warwick, l'ex allenatore di Crystal (Quvenzhané Wallis), che viene picchiato in un vicolo. Gli aggressori sono mascherati ma l'allenatore è convinto di avere le prove che dimostrano il coinvolgimento dei giocatori di Swagger.

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La macchina da presa ad altezza giocatore

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Swagger 2: una scena

Come vi avevamo raccontato in occasione della prima stagione di Swagger, una delle caratteristiche vincenti della serie sono le riprese delle partite di basket. La macchina da presa è sempre ad altezza giocatore, in mezzo all'azione. È come se la ripresa fosse fatta non dal giocatore in azione (non si tratta di soggettive), ma da un altro giocatore che è lì vicino. Come se la macchina da presa fosse su un atleta che sta per fare un blocco o ricevere un passaggio. È come se, continuamente, ci trovassimo a fare un uno contro uno su quel campo. Lo avevamo già scritto, e abbiamo avuto di nuovo questa sensazione: è come se le sequenze fossero filmate da Paul Greengrass, un regista che ha rivoluzionato il cinema d'azione mettendo la macchina da presa sempre nell'occhio del ciclone, nel cuore dell'azione.

Come Friday Night Lights, ma con uno stile diverso

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Swagger: una scena della serie

È proprio questa, oltre ovviamente al tipo di sport (qui è il basket, lì il football americano) la principale differenza tra Swagger e Friday Night Lights (da noi conosciuto anche come High School Team), la serie di Peter Berg. Lì l'azione era spesso ripresa con i campi lunghi, dall'alto, secondo la classica narrazione sportiva: è così infatti che siamo abituati a vedere gli sport di squadra, dall'altro delle tribune (oltre, ovviamente, a dei primi piani). La macchina da presa ad altezza giocatori qui è un espediente interessante e rende ogni sequenza di gioco vibrante. In qualche modo si avvicina alla narrazione di un altro prodotto seriale dedicato al basket, Last Chance U: Basketball, che però è un documentario. E dove la mdp ad altezza giocatore è più che altro una necessità, visto che i ragazzi giocano in palestre senza tribune, o con spalti molto bassi.

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La consapevolezza di avere tutti gli occhi addosso

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Swagger: una foto di scena della serie

C'è un'altra cosa che ci colpisce, ancora più che nella prima stagione: Ad ogni punto realizzato, ad ogni stoppata, i giocatori hanno delle esultanze particolari, tra loro, verso il pubblico, ma anche verso i media dai quali sanno di essere seguiti. È una tendenza all'autocelebrazione, all'esaltazione, a una creazione del personaggio e una narrazione di se stessi che può contribuire ad aumentare le loro chance di successo. Ma, soprattutto, dimostra la consapevolezza, a neanche 18 anni compiuti, di avere tutti gli occhi addosso, di essere al centro dell'attenzione. Ma anche del fatto che niente è ancora raggiunto: c'è un campionato da vincere, poi c'è il campionato universitario. E solo allora, alla fine, forse l'NBA.

Quel campo dove tutto scompare

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Swagger: una foto di scena

A un certo punto della storia c'è un marchio di articoli sportivi che vuole sponsorizzare la squadra: lo dicono chiaramente, lo fanno per "vestire" un giocatore in particolare, cioè Jace Carson. Tutto questo ci ricorda anche l'importanza del marketing nello sport, e ci fa venire in mente il recente, e molto apprezzato, Air - La storia del grande salto, che racconta proprio la storia dei manager della Nike che hanno scommesso su un giovane Michael Jordan, non ancora campione affermato, vincendo. L'interesse di questa azienda per Jace è un altro sintomo della sua strada verso il successo, ma anche un ulteriore fatto di pressione in più. Le pressioni sembrano venire da ogni parte per Jace (non ultima la ricomparsa del padre, che aveva lasciato la famiglia anni prima), proprio quando avrebbe bisogno di stare più tranquillo e dedicarsi solo al basket. "Tutto quello che voglio fare è tornare su quel campo, dove tutto scompare solo per un secondo" dice a un certo punto Jace.

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Quello che gira intorno al basket: la politica, la scuola, gli interessi

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Swagger: una scena

Quella frase ci dice molto sulla vita di un giovane sportivo. Ma in qualche modo descrive anche quella che è la struttura narrativa di Swagger. Come in ogni dramma sportivo ci sono le sfide da affrontare sul campo, e anche quelle da affrontare fuori. Ci sono i drammi familiari, come in Friday Night Lights, ma, rispetto a quella serie, ci si concentra meno sul fattore sentimentale, sugli amori, e più sui rapporti con i genitori e su quello che gira intorno al basket: la politica, la scuola, gli interessi. Da un lato è interessante, per capire tutto quello che c'è al di fuori del campo. Dall'altro, alcuni passaggi più politici, lontano dal parquet, raffreddano un po' il racconto. Si parla anche di società e di diritti, durante le lezioni al liceo, della condizione degli afroamericani negli States. Ci viene fatta questa domanda: la democrazia è la destinazione o è un viaggio?

Swagger è anche una serie di attori

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Swagger: un'immagine della serie

Swagger è anche una serie di attori, e i protagonisti della stagione precedente tornano, sempre più intensi e più espressivi. Isaiah Hill, nei panni di Jace, ha tagliato i capelli e ha l'aria più adulta: non solo per quello, ma anche per le continue pressioni che arrivano al suo personaggio. O'Shea Jackson Jr. è un coach Ike sempre più convincente, sia che lo si veda sul campo che nella sua vita familiare, di padre di una bambina piccola. Ma a stupire sono ancora di più le attrici. Shinelle Azoroh, che interpreta Jenna, ha un volto bellissimo, le lentiggini, gli occhi allungati e un sorriso accattivante, l'espressione fiera di chi sa che deve occuparsi di far sì che il sogno di un figlio si possa avverare. E poi c'è Quvenzhané Wallis, l'attrice che avevamo conosciuto, bambina, in Re della terra selvaggia, e che è diventata una splendida ragazza. Ha un viso immediatamente empatico, e simpatico, una dolcezza innata e un look molto particolare, con i lunghi capelli neri, raccolti in parte in treccine, e un piercing. Una ragazza di oggi, intensa, credibile. Come lo è la serie.

Conclusioni

Nella recensione di Swagger 2 vi abbiamo parlato di un'ottima serie di epica sportiva, che mescola grandi sequenze di basket a momenti di vita privata. Con un ottimo cast.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Le storie di epica sportiva, anche se su scala più piccola, come questa, sono sempre coinvolgenti.
  • Il cast è formato da ottimi attori, tutti in parte.
  • Le riprese delle partite sono coinvolgenti: sono girate al livello dei giocatori, con la mdp al centro dell'azione.

Cosa non va

  • Quando la storia si allontana dal campo per entrare negli uffici perde un po' di smalto.