Fate e streghe. Il mondo della fiaba e il mondo reale, ma anche il mondo degli adulti e il mondo dell'innocenza perduta. Suspiria di Dario Argento e The Neon Demon di Nicolas Winding Refn sono due film che sembrano parlarsi e specchiarsi tra loro su più livelli. Su un piano cinematografico, con l'utilizzo di una tavolozza di colori che catapulta lo spettatore (e le loro giovani protagoniste) in un mondo fiabesco. Su un piano narrativo, nel raccontare la battaglia di una giovane vergine alla corte delle streghe. Che sia attraverso il balletto di danza classica o il fascino della moda, questi due film sembrano l'uno l'aggiornamento 2.0 dell'altro. Così unici da risultare immortali, come l'eterna lotta tra bene e male. Ecco 5 punti di contatto tra Suspiria e The Neon Demon.
1. Un mondo di colori
Titoli di testa. Una musica che apre e disvela il tono del film. Iniziano allo stesso modo Suspiria e The Neon Demon, ma con le dovute differenze. In Suspiria la musica dei Goblin è inizialmente violenta, sconvolge mentre i crediti bianchi su fondo nero presentano il titolo del film. È a quel punto che si sentono le celebri note del tema musicale principale, a tratti sognante ma perturbante mentre una voce fuori campo presenta l'antefatto della vicenda. Il film si apre all'aeroporto, in cui facciamo la conoscenza di Susy (Jessica Harper) appena giunta a Friburgo. Il mondo intorno a lei appare a prima vista normale, reale. Ma con l'apertura delle porte, sotto un temporale furioso, con il ritorno in pompa magna della musica, ecco che Susy è entrata definitivamente nel mondo colorato dominato dalle streghe. È da questo momento in poi che Suspiria catapulta la protagonista, e noi con lei, in mezzo ai colori, in una dimensione reale eppure onirica. Lezione che viene subito enunciata da Nicolas Winding Refn proprio durante i titoli di testa di The Neon Demon. Lo sfondo è già colorato, la musica di Cliff Martinez non è violenta al primo impatto, ma già richiama le atmosfere del sogno e solo lentamente si trasformerà in un brano techno-trance. Persino i crediti cambiano continuamente colore mentre dorate pailletes circondano il titolo del film. Infine il primo shock: la protagonista Jesse (Elle Fanning) durante un set fotografico, stesa su un divano con il braccio sanguinante. Il mondo di The Neon Demon è già perfettamente definito, un mondo di finzione, ma malefico quanto quello di Suspiria, dove l'apparenza di lustrini e di glamour nasconde una verità più violenta.
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2. La fiaba nera
Due film horror che nascondono al loro interno tutte le caratteristiche della perfetta fiaba nera di antica memoria. Di conseguenza, sia Suspiria che The Neon Demon, nonostante siano ambientati in un mondo contemporaneo alla loro uscita, escono presto da una dimensione temporale precisa. Le due storie seguono un canonico canovaccio delle fiabe dove l'eroina si ritroverà a sfuggire ai pericoli del mondo in cui si è inserita, a tratti ne resterà vittima, ma cercherà di sconfiggere il male. I film rispecchiano entrambi le funzioni di Propp sulla fiaba: l'allontanamento della protagonista dal suo ambiente domestico (Friburgo per Susy, Los Angeles per Jesse), l'ingresso nel mondo dominato dall'antagonista (la scuola di danza, l'agenzia di modelle), la perdizione in quel mondo (Susy viene costantemente drogata, Jesse viene divorata dal suo narcisismo) e il confronto con il nemico, con un diverso epilogo tra i due film. Se in Suspiria Susy riesce a sconfiggere il Male che alberga nella scuola di danza, Jesse sarà invece vittima del rituale.
3. Storia di streghe
Il mondo è malvagio. Il maligno messo in scena nei due film travalica i confini della contemporaneità e si rivela come un Male Antico, sempre esistente, mai sconfitto. È la vecchia strega in Suspiria, Helena Markos, la Mater Suspiriorum che non ha volto, invisibile eppure presente. È il demone dalla forma triangolare che si mostra continuamente a Jesse durante le visioni e durante la sfilata. Una che si sente, l'altro che si vede. Suspiria e The Neon Demon vogliono stimolare i sensi dello spettatore e lo fanno attraverso i rumori o le immagini che si sposano sullo schermo. La storia di streghe si svolge nel perturbante mondo del linguaggio cinematografico, accogliendo e smarrendo lo sguardo dello spettatore al suo interno. Anche noi veniamo colpiti dagli incantesimi delle creature magiche che popolano il film, che sia attraverso i colori o l'unione puramente estetica delle immagini, del montaggio, della musica. Il cinema horror, il genere capace di mettere in scena gli incubi e l'incomprensibile, diventa una porta verso un mondo che turba. Come le protagoniste, anche noi dobbiamo ritrovare la via per il ritorno a casa. Anche noi siamo costretti a cambiare per uscire dall'incubo.
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4. L'innocenza perduta
Gli adepti di queste divinità antiche sono solo la forma umana e fallimentare, seguaci imperfetti del Male. In Suspiria sono le insegnanti di danza, in The Neon Demon le colleghe di Jesse. Entrambe cercano la purezza e l'innocenza delle protagoniste. Susy è forse la ballerina più talentuosa che viene presto avvelenata e messa da parte rispetto alle altre allieve. È lei che nota l'imprevedibile e sembra sfuggire al controllo delle sue maestre. Jesse è una ragazza pura quanto Susy, anche lei minorenne (ricordiamo che anche Dario Argento avrebbe voluto giovani ragazzine nel cast di Suspiria; una volta impossibilitato a proseguire su quest'idea cambiò la scenografia alzando l'altezza delle maniglie delle porte, per dare l'impressione di bambine perdute nel mondo stregato) e soprattutto vergine. È la verginità, questa bellezza eterea da fate bianche, conflittuali con le streghe nere, il motivo primordiale per cui nasce il conflitto. L'avventura di Susy e Jesse le cambierà per sempre, facendole perdere quell'innocenza da bambine che le caratterizzava fino a quel momento. Non è un caso che Susy sarà costretta a sporcarsi le mani e uccidere la Mater, distruggendo l'Accademia di Danza in quello che, a tutti gli effetti, è un battesimo del fuoco per la sua maturità. Diverso il finale per Jesse, incapace di sfuggire al pericolo: troverà la morte, ma nel frattempo si sarà divorata l'umiltà che la rendeva così pura.
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5. Acqua purificatrice
Susy fugge da una scuola in fiamme e trova pace sotto la pioggia. Quella stessa acqua che l'aveva accolta a Friburgo a inizio film e che faceva presagire i pericoli, ora si è trasformata in un'acqua purificatrice. Susy rinasce, alla fine di Suspiria, e rendendosi conto del pericolo ormai sconfitto, conscia della propria vittoria, riuscirà anche a ridere. Il Bene ha vinto il confronto, la morte appartiene a una dimensione lontana. L'incubo è passato. Discorso opposto per la protagonista di The Neon Demon che non trova quella purificazione necessaria a rinascere. Jesse morirà cadendo sul fondo di una piscina senza acqua, verrà fatta a pezzi, il suo sangue diverrà elisir per le streghe. Non è Jesse a purificarsi, ma Ruby, Sarah e Gigi. Solo Gigi, però, rigetterà questa purificazione nelle scene finali del film. La sensazione finale, però, è che il demone, nel film di Refn, abbia vinto, dando una dimensione molto più nichilista al tutto. L'incubo, al cinema, non avrà mai fine.