Supersex, su Netflix dal 6 marzo, racconta la vita di Rocco Siffredi fin da quando era bambino e si chiamava Rocco Tano. Lo vediamo infatti a Ortona e conosciamo la sua famiglia, composta dalla madre, il padre e quattro fratelli. Compreso Tommaso, che per il protagonista è, parole sue, come un dio. A interpretare Rocco da adulto è Alessandro Borghi, mentre Saul Nanni è la sua versione 20enne, quando lascia l'Italia per andare a Parigi, dove vive il fratello.
Tommaso Tano adulto è invece Adriano Giannini, mentre Jasmine Trinca è Lucia, la sua compagna, che Rocco ha idealizzato fin da quando era piccolo. Nella capitale di Francia il protagonista comincia a lavorare come cameriere nel ristorante gestito dal fratello. Presto però capisce che quello non è il suo destino: nel locale per scambisti Le 106 capisce che il porno è il suo destino.
È proprio lì che incontra infatti Gabriel Pontello, il protagonista dei fotoromanzi erotici della rivista Supersex (da cui la serie Netflix prende il titolo), grazie a cui il piccolo Rocco ha scoperto il sesso. Nella nostra intervista gli attori ci spiegano cosa hanno visto di se stessi negli occhi di Rocco Siffredi. E cosa hanno capito.
Supersex: intervista a Saul Nanni, Adriano Giannini e Jasmine Trinca
Saul Nanni ha avuto la possibilità di recitare con Rocco Siffredi: il cameo dell'ex pornodivo è proprio quello di un cliente che serve al ristorante. "È stata una cosa abbastanza inaspettata: era un giorno che è venuto a trovarci sul set e si è deciso che fosse la situazione giusta per fare un cameo con Rocco. È stato divertente: anche lui si è divertito. Bellissima esperienza."
Supersex, recensione della serie con Alessandro Borghi: nella mente di Rocco Siffredi
Nella serie Siffredi è mostrato come qualcuno che scopre presto la propria vocazione e che trova il coraggio di seguirla. E quindi di essere libero. Per Jasmine Trinca questo è come un superpotere: "Ci vuole una super forza per pensarsi liberi. A Lucia viene affidata una frase impegnativa nella serie, che è: a volte è tanto bello essere schiavi. Quella che ci arriva addosso, il destino che gli altri hanno proiettato su di noi, a volte è una posizione più semplice, piuttosto che provare a cercarlo quel destino e ribaltare lo stato delle cose."
Proprio il personaggio di Lucia ha un dialogo fondamentale con Rocco: si parla di guardarsi negli occhi e di provare a capire veramente come si sente l'altro. In particolare Lucia dice al protagonista che lui nelle donne con cui è sul set vede quello che lui vuole vedere. L'attrice: "Abbiamo paura di guardare davvero negli occhi gli altri perché temiamo di vedere riflesso qualcosa. Se guardi negli occhi non hai tanto paura di attraversare la persona, ma di vedere riflesso qualcosa di te."
E Giannini? Cosa ha visto di sé negli occhi di Rocco che non gli piace? L'attore: "Credo che non ci si guardi negli occhi anche perché sempre di più c'è un'assenza di ascolto reale dell'altro. È vero che vedi la tua immagine riflessa, però vedi anche che c'è un pensiero nell'altro che non corrisponde a quello che tu stai cercando di comunicare. C'è poca empatia. Oggi mi sembra ce ne sia sempre meno. Ed è quello che noi cerchiamo di combattere molto sul set: cerchiamo di rimettere la relazione, l'umanità all'interno del nostro lavoro. Che non è soltanto quello che voi vedete, ma è anche attorno a quello che voi vedete."