Henry Cavill sì, Henry Cavill no: il dibattito è aperto. Negli ultimi giorni diversi rumor davano per assodata la cancellazione del secondo capitolo di Man of Steel, prontamente smentiti da uno dei diretti interessati nella questione, ovvero quel James Gunn che ha preso in mano - assieme a Peter Safran - le redini dell'universo supereroistico di casa DC Comics e ha dichiarato di come il personaggio di Superman sia una delle principali priorità attualmente in discussione. Approfittiamo della trasmissione televisiva del Superman interpretato da Christopher Reeve - ricordiamo che il primo film sull'Uomo d'acciaio risale invece al 1951 e gli prestava corpo e volto il quasi omonimo George Reeves - per mettere a confronto non soltanto le due pellicole ma anche i due rispettivi interpreti, in grado di incanalare forse meglio di chiunque altro una figura così iconica e al contempo così difficile nel suo essere sempre e comunque un potenziale deus ex machina.
1. Il fisico
Senza ombra di dubbio Cavill ha un physique du role che lo avvicina maggiormente a calarsi nel ruolo del kryptoniano, in particolar modo per le numerose sequenze nelle quali si ritrova a indossare il costume e il mantello. Muscoli scultorei che gli avevano già permesso di candidarsi nel 2006 alla parte, poi andata a Brandon Routh che fu il dimenticato protagonista dello sfortunato Superman Returns (2006) di Bryan Singer, per poi vederlo finalmente scelto da Zack Snyder per il primo stand-alone dell'allora ancora prossima a nascere Justice League. Reeve per quanto ben piazzato, anche grazie agli allenamenti pensati appositamente per il ruolo, aveva un fisico invece molto più "umano", che gli permetteva di spiccare maggiormente nelle vesti borghesi di Clark Kent.
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2. L'autoironia
Ecco qua un punto a favore di Reeve, il quale forse anche per via di scelte registiche e narrative aveva molta più carta bianca nel giocare dal punto di vista espressivo con il personaggio. D'altronde eravamo alla fine degli anni '70, un periodo dove i film tratti dai fumetti non erano ancora presi poi così seriamente (in senso positivo), e dietro la macchina da presa siedeva un certo Richard Donner, autore di cult molto spesso giocati sul filo dell'ironia - basti pensare alla saga di Arma letale. Nulla a che vedere con lo stile cupo e forzatamente drammatico di Snyder, che a cominciare da Batman v Superman: Dawn of Justice (2016) fino a Zack Snyder's Justice League (2021) ha fatto attraversare al suo Superman un epopea personale ricca di tragiche perdite e scelte ambigue, nascondendo così le note potenzialmente più leggere insite nel personaggio.
3. Clark e Lois
Senza la sua amata Lois, Superman avrebbe probabilmente mancato di quel legame necessario a mantenere salda la sua umanità e la sua fedeltà verso quei terrestri che lo hanno accolto e cresciuto. Anche qui troviamo delle differenze tra i due uomini d'acciaio a cavallo tra i decenni. Christopher Reeve e Margot Kidder, che vestiva i panni di Lois, erano infatti una sorta di perfetti innamorati, quasi memori di una sit-com del periodo, con l'alchimia tra loro al centro di sequenze divertenti e ispirate anche nelle dinamiche d'azione. Basti pensare quando Clark riporta indietro il tempo per riportare Lois in vita. Non si può dire lo stesso invece per la versione di Amy Adams, sprecata in una parte che - date soprattutto le qualità dell'attrice - avrebbe meritato un maggior approfondimento e relativo minutaggio e che qui invece sembra una sorta di mero collante tra gli eventi.
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4. In buona compagnia
Una sostanziale differenza tra i due Superman è ovviamente nella presenza di personaggi, secondari o comprimari, che accompagnano il figlio di Krypton. Il Superman di Reeve era da solo a lottare contro le forze del male, appartenente come già anticipato in precedenza a un'epoca dove i cinecomics erano tutto tranne che la norma: se era già raro vedere supereroi bazzicare il grande schermo, figuriamoci addirittura parlare di ipotetici crossover. Nel nuovo millennio invece le pellicole tratte dai fumetti hanno preso sempre più piede, con il successo dei titoli MCU che ha portato più personaggi a convivere nella stessa storia: ecco così che il Superman di Henry Cavill si trova a sfidare o a collaborare con Batman, Flash, Wonder Woman, Aquaman e così via, all'insegna di un "chi più ne ha, più ne metta" che sembra ormai una moderna costante del filone, con tutti i pro e i contro del caso.
5. Il numero di apparizioni
Bella lotta in questo caso tra i due Uomini d'acciaio per eccellenza. Reeve infatti può vantare ben quattro presenze nel ruolo, tutte da protagonista assoluto in altrettante pellicole basate sul personaggio - per quanto solitamente si tenda ad ignorare il terzo e il quarto episodio da lui interpretati, di qualità considerata generalmente mediocre. Cavill è stato al centro di un unico spin-off, ad oggi, ed è stato poi co-protagonista al fianco degli altri colleghi di casa DC di altre due pellicole, più il cammeo nel recentissimo Black Adam(2022). Cammeo che apre le porte ad un futuro ad oggi quanto mai incerto e che sarà probabilmente risolto nei prossimi giorni, non appena Gunn e Safran sveleranno i loro piani a lungo termine sul relativo universo supereroistico.
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