Un misterioso criminale intergalattico si reca a Central City dopo aver neutralizzato Supergirl. Su richiesta di Mon-El e J'onn J'onzz, la squadra di Star Labs prova a scoprire cosa sia successo, e la situazione si complica quando anche Barry Allen si ritrova sotto l'influenza del nuovo antagonista. Legati da una passione comune per il musical classico americano, Barry e Kara finiscono nello stesso purgatorio inconscio, un mondo dove la vita è strutturata come uno spettacolo canoro e danzante di Hollywood. Per tornare nel mondo reale devono capire come funziona la trama di questo film in particolare e arrivare fino in fondo, senza poteri e con un'avvertenza: se dovessero morire nel mondo musical, passeranno a miglior vita anche nella realtà.
Leggi anche: Supergirl incontra Flash: un crossover spettacolare e divertente
Due perfetti superamici
L'avevamo già constatato un anno fa, in occasione del primo crossover tra le due serie: ogni volta che Supergirl e The Flash si trovano in difficoltà a livello narrativo (questo vale soprattutto per il secondo show, regolarmente messo alla prova da poco necessarie virate dark e caratterizzazioni discutibili), basta far incontrare Kara Zor-El e Barry Allen per ricordarci quanto ciascuno dei due tragga beneficio dalla presenza dell'altro nel riportare lo status quo alle origini: allegria, spensieratezza e una dose non indifferente di spettacolo. Nella stagione 2015-2016 si dovette limitare l'incrocio dei flussi creativi ad un singolo episodio di Supergirl, per motivi puramente pratici (all'epoca le avventure della cugina di Superman venivano girate a Los Angeles, mentre The Flash, come le altre serie dell'Arrowverse, ha sede a Vancouver, in Canada), mentre adesso, con tutti i programmi supereroistici della DC Comics riuniti geograficamente (ad eccezione della commedia Powerless), è possibile farli incontrare più spesso, tenendo pur sempre conto del fatto che Kara e Barry vivono in universi separati.
Il motivo principale per volerli vedere insieme il più possibile è l'infallibile chemistry fra Melissa Benoist e Grant Gustin, aiutata dalla precedente esperienza comune sul set di Glee (Benoist ha fatto parte del cast fisso nella quarta e quinta stagione, mentre Gustin è apparso come guest star nella terza e quarta). Questo fattore, unito all'esperienza musicale di molti attori dell'Arrowverse, ha portato alla decisione di trasformare il terzo crossover in un vero e proprio musical, unendo le forze di tutte le serie DC attualmente in onda sulla CW (con l'aggiunta di un altro show dello stesso network) per una quarantina di minuti di puro entertainment, tra cinefilia e la necessità di prendersi una pausa dalle storyline più impegnative tuttora in corso (sebbene queste contribuiscano in parte alla premessa del crossover, inaugurato rapidamente da un cameo del cattivo di turno nell'episodio di Supergirl prima della trasferta a Central City).
Leggi anche: Grandi eroi, piccolo schermo: i fumetti della DC Comics in televisione
Tutti insieme appassionatamente (?)
Duet (2) sfrutta le doti canore dei seguenti attori: Gustin, Benoist, Carlos Valdes, Jeremy Jordan, Jesse L. Martin e, in prestito da Legends of Tomorrow, John Barrowman e Victor Garber. A questo bel gruppo va aggiunto l'ospite d'onore Darren Criss, un altro veterano di Glee che appare nei panni di Music Meister, un antagonista recente nell'universo DC (la sua prima apparizione è stata nel 2009 nella serie animata Batman: The Brave And The Bold, e aveva la voce di Neil Patrick Harris). In mezzo a questa sinergia va menzionata anche Rachel Bloom, creatrice e protagonista di Crazy Ex-Girlfriend, che ha scritto la canzone originale più bella dell'episodio, Super Friend: una descrizione sincera e al contempo irriverente dell'amicizia fra Kara e Barry (e a giudicare dal testo e brano non saranno mai più che amici, il che va benissimo anche perché per farli funzionare come coppia sarebbe necessario integrare Supergirl nell'Arrowverse a tempo pieno), che riassume idealmente i punti di forza di entrambi i personaggi e dei rispettivi programmi.
L'altro brano originale degno di nota, che accompagna nuove interpretazioni di classici come Moon River, è il più romantico Runnin' Home to You, legato alla relazione tra Barry ed Iris, e vanta la firma di Benj Pasek e Justin Paul, recentemente premiati dall'Academy per aver scritto City of Stars, la canzone-simbolo di La La Land. Una coincidenza cosmica alquanto strepitosa, poiché anche Duet, come il film di Damien Chazelle, è un omaggio al musical classico contaminato con sensibilità più contemporanee, sebbene in questo caso sia presente anche una certa componente ironica poiché i due protagonisti sanno di essere all'interno di un mondo magnificamente finto. E per quanto sia palese che il crossover sia nato per ragioni non strettamente legate alle trame orizzontali delle due serie (anzi, il fatto che sia un crossover è destinato a creare problemi per chi segue regolarmente solo Supergirl, e sarà un bel grattacapo per quando lo show sarà disponibile su Netflix), la rivelazione dell'amore che Kara e Barry nutrono sin dall'infanzia per il musical hollywoodiano è tutt'altro che incoerente: la positività generale di entrambi è perfettamente compatibile con chi è cresciuto a pane, Judy Garland e Gene Kelly.
Leggi anche: La La Land, i numeri musicali: tutte le magie di Damien Chazelle
So Long, Farewell, Auf Wiedersehen, Goodbye!
Duet non è un episodio rivoluzionario come lo fu a suo tempo La vita è un musical, una delle vette artistiche di Buffy - L'ammazzavampiri, né vuole esserlo. Il suo scopo principale è quello di fungere da simpatica distrazione in un momento buio - in più sensi - per i due show coinvolti, un interludio dove risulta evidente la gioia di cast e troupe nei confronti del loro lavoro all'interno della famiglia CW e dell'Arrowverse. Ma soprattutto costituisce la conferma dell'efficacia di questi crossover annuali, che ormai sembrano destinati a diventare un appuntamento doppio (autunno per tutte le serie, primavera per Supergirl e The Flash). A patto, ovviamente, che gli sceneggiatori e i produttori non si riducano a farli solo perché è una tradizione.
Leggi anche: Speciale Buffy - l'ammazzavampiri: ritorno a Sunnydale, 20 anni dopo
Movieplayer.it
4.0/5