Sulle ali della musica, la recensione: un biopic diligente sulla prima donna direttrice d'orchestra

La recensione di Sulle ali della musica, film biografico sulla figura di Antonia Brico, la prima donna a essere riconosciuta dalla critica internazionale come direttrice d'orchestra. Su Rai1 e disponibile su RaiPlay.

Sulle ali della musica, la recensione: un biopic diligente sulla prima donna direttrice d'orchestra

In molti campi, in alcuni ancora tutt'oggi, le donne sono state vittime di pregiudizi e per giungere a una vera e propria parità dei sessi in campo professionale si è dovuto attendere anni, quando non decenni o secoli. Anche Antonia Brico, pianista americana di origini olandesi, ha dovuto affrontare una serie di ostacoli prima di diventare la prima donna a essere riconosciuta ufficialmente e su scala internazionale come direttrice d'orchestra.

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Sulle ali della musica: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Sulle ali della musica, questo film biografico ripercorre proprio le fasi salienti nella vita dell'artista, dai suoi inizi al sudato successo, addentrandosi tra pubblico e privato, lasciando il medesimo spazio alla sfera professionale e a quella privata, con una dose di sano romanticismo data dalla traccia sentimentale che accompagna la vicenda principale.

Una scala ripida

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Sulle ali della musica: Christanne de Bruijn in una scena del film

La protagonista nasce in realtà con il nome di Wilhelmina Wolthuis, quello assegnatole dai suoi genitori adottivi; la madre naturale infatti la diede in adozione e solo dopo averlo scoperto in età adulta la ragazza ha deciso di prendere il nome datole dalla reale genitrice, ovvero Antonia Brico. Nata in Olanda e trasferitasi negli Stati Uniti all'età di due anni, Antonia sviluppa fin da giovanissima una profonda passione per la musica, la quale però non trova riscontro e soddisfazione nei relativi ambienti accademici, con tutti i suoi sforzi che non vengono ripagati. Antonia prima lavora in teatro e poi viene assunta come pianista in un locale di varietà, non certo il sogno da lei coltivato ma che le permette almeno di guadagnarsi da vivere. L'incontro con l'affascinante rampollo di una famiglia aristocratica la porterà a prendere una decisione, se prediligere la sua carriera ancora incerta e in divenire oppure l'amore.

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Note liete e amare

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Sulle ali della musica: Christanne de Bruijn in un'immagine

Un'operazione diligente, priva di effettivi guizzi autoriali ma in grado di intrattenere il grande pubblico per due ore e rotti di visione, portandoli a scoprire la storia di un personaggio a sua modo apripista, per quanto ancor oggi - come ulteriormente sottolineato dalla chiosa finale in sovrimpressione - il lavoro di direttore d'orchestra sia visto dal mondo della critica come un affare prettamente maschile. Sulle ali della musica - titolo italiano ben più suggestivo e poetico dell'originale De Dirigent e dell'anglofono The Conductor - svolge il suo compito divulgativo con un discreto mix tra il lato emozionale e quello biografico, con qualche libertà qua e là apportata appositamente per non far perdere interesse al relativo target di riferimento (non è un caso che il film passi in prima serata sull'ammiraglia Rai).

Ritratto di donna

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Sulle ali della musica: Christanne de Bruijn in un'immagine del film

Tra riferimenti all'identità di genere - uno dei personaggi secondari in tal senso è esplicativo - discorsi sulla differenza di classe e diatribe familiari che tirano addirittura in ballo religiose che hanno fatto voto di silenzio, il contorno - romanzato o meno che sia - è abbastanza ricco da garantire una buona varietà di situazioni, con l'attesa per i momenti clou che usufruisce quindi della verve necessaria per riempire quell'ipotetico vuoto tra un'esibizione e l'altra. La regista e sceneggiatrice Maria Peters - la ricordiamo soprattutto per il suo Sonny Boy (2011) - firma un'opera al femminile ma non eccessivamente femminista, trovando comunque il giusto equilibrio senza perdersi in una distinzione netta tra buoni e cattivi, ma concentrandosi maggiormente sulla forza d'animo di una protagonista pronta a tutto pur di realizzarsi e aprire nuove porte non soltanto per se stessa, come dimostra anche la formazione di un'orchestra composta unicamente da musiciste, ma quale guanto di sfida alla società patriarcale vigente. E Christanne de Bruijn è brava e credibile in un ruolo facilmente ricco di incognite e over-acting: l'attrice olandese si cala con la giusta sobrietà in una parte più complessa del previsto.

Conclusioni

Antonia Brico è stata la prima direttrice d'orchestra a essere ufficialmente riconosciuta dalla critica internazionale, pur dovendo affrontare ostacoli su ostacoli per via del suo essere donna in un ambiente tipicamente maschile e patriarcale. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Sulle ali della musica, ci troviamo davanti ad un biopic onesto e diligente, privo di effettivi sussulti ma in grado di intrattenere con un buon ritmo e le giuste emozioni quel grande pubblico principale target di riferimento. E con una Christanne de Bruijn valore aggiunto nelle vesti della tenace protagonista.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Una narrazione coesa, ben equilibrata tra romanticismo e idealismo.
  • Christanne de Bruijn ottima nei panni della protagonista.

Cosa non va

  • Stilisticamente privo di guizzi e sussulti.