Suicide Squad è un lungometraggio supereroistico DC che è stato già dimenticato abbondantemente dalla critica internazionale: l'opera di David Ayer (Fury, Bright), nonostante sia stato accolto molto bene dal pubblico, è stato totalmente distrutto dai giornalisti che hanno messo in evidenza i tanti difetti di un progetto dal potenziale inespresso che sicuramente avrebbe meritato di più. Il peggior film del 2016 secondo Rolling Stone, però, nonostante siano passati ben 7 anni dall'uscita, ha ancora molto da dire, considerando i tragici retroscena che sono emersi a mano a mano nel corso del tempo. Come rivelato dallo stesso Ayer, il Suicide Squad visto nelle sale non corrisponde per nulla alla sua visione progettuale ed è per questo che il cineasta con un Suicide Squad Ayer's Cut vorrebbe mostrare agli spettatori la sua idea originaria, priva delle tante modifiche attuate da Warner Bros. Nonostante il rinnovato interesse nel cinecomic, una nuova versione della pellicola può veramente fare la differenza o si tratta di un'operazione fallimentare già in partenza?
Suicide Squad, la manipolazione di WB e un Joker al margine
Cominciamo dall'inizio, ovvero dalla percezione che il pubblico ha avuto dopo la visione di Suicide Squad. Se si guarda attentamente il film, emergono diversi dettagli curiosi che implicitamente suggeriscono una possibile manipolazione da parte di Warner Bros. In prima battuta ci rendiamo conto che, per quanto Harley Quinn (una figura che abbiamo recentemente analizzato qui) e Deadshot (Will Smith) siano probabilmente i meglio caratterizzati, è palese che manchi qualcosa del loro background, così come è anche evidente che il ruolo del Joker (Jared Leto) è fin troppo di contorno, lasciando pensare effettivamente ad un taglio netto della sua storyline. Il risultato finale è un guazzabuglio dinamico dal ritmo indiavolato, con un montaggio che evidentemente si è concentrato maggiormente sull'azione e molto meno sugli antieroi che in alcuni casi sono secondari rispetto alla messinscena. Se aggiungiamo a tutti questi elementi anche diverse dichiarazioni di Ayer in merito, non è difficile comprendere che la versione che abbiamo visto è molto lontana dal concept iniziale dell'autore.
Un precedente: Zack Snyder's Justice League
David Ayer, però, non è l'unico che ha subito questa pesante mutilazione: anche Zack Snyder, che fino a qualche anno fa era il direttore artistico dell'intero mondo DC, ha visto la sua ultima opera supereroistica, Justice League, completamente rimaneggiata da Joss Whedon dopo il suo addio dal progetto a causa di un grave lutto familiare. Con uno stuolo di fan al seguito, al grido di #ReleasetheSnyderCut, nel 2021 finalmente il film-maker ha visto l'uscita della sua versione del lungometraggio, dopo che nel 2020 la Warner Bros. ha approvato delle riprese aggiuntive per la costruzione di Zack Snyder's Justice League. Si è quindi creato, implicitamente, un precedente importante e il cineasta dietro Suicide Squad, di fronte all'annuncio della restaurazione di Justice League, si è rimboccato immediatamente le maniche, iniziando una personale campagna social. I primi passi sono stati quelli di condividere un'immagine in movimento del Joker con un messaggio a intermittenza che lascia poco spazio all'immaginazione e un estratto del copione del film, sempre dedicato al Clown del Crimine.
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Una Ayer Cut sempre più richiesta
Ed ecco anche qui la nascita dell'hashtag #ReleasetheAyerCut che è stato accompagnata, nel corso degli ultimi tre anni, da aggiornamenti costanti da parte del cineasta che, in maniera molto intelligente e anche liberatoria, ha condiviso dettagli di Suicide Squad che non hanno mai visto la luce, da alcuni concept alternativi dei personaggi, a scene cancellate, ma anche alcune immagini inedite. Un film nel film che fino a questo momento continua a rimanere nascosto anche se il pubblico sta supportando sempre di più la causa di David Ayer. Negli ultimi mesi, però, c'è stato un cambiamento radicale nel mondo DC, con James Gunn e Peter Safran che sono diventati i nuovi co-CEO della company. Questa inedita direzione dell'azienda può rappresentare effettivamente un terreno fertile dove Suicide Squad Ayer's Cut forse ha l'occasione di crescere senza temere nessuna ripercussione. La rivoluzione contenutistica e tematica di Gunn, infatti, può passare anche attraverso il rilancio di un prodotto ingiustamente vessato e alterato.
Un ritorno che rischia di passare inosservato
Arriviamo quindi ad una delle ultime notizie ufficiali sull'argomento, ovvero all'incontro recente che c'è stato tra David Ayer e James Gunn. Quest'ultimo, infatti, avrebbe assicurato al film-maker che i tempi sono maturi per condividere finalmente la pellicola perduta, dimostrando un certo interesse nei confronti del progetto. Se però sembra mancare veramente poco all'annuncio ufficiale della Ayer Cut, c'è un dettaglio che non va sottovalutato. Siamo veramente sicuri che questo ritorno sul grande schermo possa realmente essere accolto con entusiasmo? Sicuramente i fan più appassionati non avranno nulla da ridire, ma il resto del pubblico potrebbe non dare peso a tale uscita, considerando che sono passati ben 7 anni dall'arrivo del film al cinema. Un lungometraggio che quindi rischia di passare inosservato, anche perché appartenente ad una vecchia filosofia supereroistica che invece la nuova DC sta cercando di demolire con molta fatica. Per quanto il prodotto può essere relegato magari alla sezione fuori canone Elseworlds, è comunque un titolo molto distante dagli altri prodotti che vedremo nei prossimi anni.
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La verità artistica, a prescindere dai risultati
In conclusione, quindi, qual è il valore più importante che il film può portare alla luce, mettendo da parte i risultati economici? Per prima cosa, la possibile uscita del cinecomic in sé in questa nuova versione restaurata rappresenterebbe un successo su tutta la linea perché dimostrerebbe che il pubblico, ancora una volta, ha tre le mani un potere decisionale molto forte che supera ogni scelta progettuale della company. Oltre a ciò, infine, David Ayer può ottenere una sorta di redenzione artistica, mostrando al mondo intero la sua verità personale, che va al di là di ogni possibile giudizio sul lungometraggio. L'autore, infatti, avrebbe modo di liberarsi di questa terribile e spaventosa ossessione e passare finalmente oltre, scrivendo un nuovo capitolo della sua carriera cinematografica. In senso più ampio ed universale, inoltre, il rilascio dell'Ayer Cut può dimostrare che gli artisti possono riprendere con forza la loro individualità, vincendo contro un sistema che spesso e volentieri li sfrutta senza riconoscere la loro voce.