Diciamo spesso che le vie della serialità sono infinite e piene di sorprese ma, nel caso della recensione di Suburræterna è proprio vero: chi l'avrebbe mai detto che una serie chiusa con evidente celerità per debacle di seguito da parte del pubblico con una terza ed ultima stagione di soli sei episodi che non solo affrettava parecchio la narrazione ma si allontanava anche definitivamente dal romanzo e soprattutto dal film di cui in teoria era nata come prequel, sarebbe rinata dalle proprie ceneri. Ora ci ritroviamo tre anni dopo quello che doveva essere un finale di serie a ritornare in quell'universo narrativo e lo facciamo contro ogni aspettativa in modo fresco e rinnovato, per riproporre personaggi e schemi narrativi ma sotto una luce nuova, almeno nei primi due episodi visti in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023 e a Lucca Comics and Games, per poi approdare dal 14 novembre interamente su Netflix.
La Suburra è eterna
Suburra è stato il primo original italiano della piattaforma rossa e si vede come quest'ultima creda fortemente in questo progetto, come i vecchi interpreti che sembravano stanchi e svogliati nell'ultimo ciclo di episodi qui sembra si siano risvegliati dal proprio letargo e siano pronti a far sentire la propria voce, proprio come i loro personaggi che devono scontrarsi col nuovo che avanza e vuole prendersi tutto. A partire dalla sigla, suggestiva e curata, e dal titolo col dittongo latino, che richiamano l'Antica Roma poiché da lì viene la Suburra che sembra non trovare pace e non avere mai fine nel corso dei secoli, anche guardando al futuro. Il Male non muore mai, come insegnava Gomorra - La Serie. Proprio da quest'ultima - da cui già aveva attinto più a livello formale che contenutistico nella serie originale senza però ottenere un gran risultato - sembra prendere soprattutto i dialoghi ad effetto e le battute iconiche che potrebbero diventare dei tormentoni. C'è una cura quindi, dalla scrittura alla messa in scena che denota impegno e volontà da parte della produzione. Anche da parte degli interpreti, che complice lo hiatus di tre anni nella realtà come nella storia raccontata e le nuove storyline proposte per i rispettivi personaggi, possono proporre qualcosa di leggermente diverso e tornare a respirare un po'.
Suburræterna: tutto quello che sappiamo sulla nuova serie Netflix spin-off di Suburra
Vecchi nuovi personaggi
È così che SUBURRÆTERNA è di fatto una quarta stagione di Suburra ma allo stesso tempo qualcosa di nuovo. È così che Spadino, ora a tutti gli effetti Alberto Anacleti che non ha più paura di nascondersi, è una sorta di Batman vendicatore (che però proviene da quello stesso marcio che vorrebbe a suo modo combattere) in una Roma sempre più caotica, con la gente uscita in piazza e per le strade per protestare contro il potere della Chiesa, della criminalità organizzata e la crisi economica che peggiora di giorno in giorno. Una Roma sporca e corrotta proprio come la Gotham City del Cavaliere Oscuro, in cui tagli una testa del sottobosco criminale e ne rinascono due, proprio come il mitologico Idra. Gli intrighi di palazzo che riempiono i corridoi del potere in questo spin-off/sequel sembrano invece venire direttamente da Il trono di spade e House of the Dragon: da un lato due cardinali (la vecchia conoscenza Nascari interpretato da Alberto Cracco e il nuovo arrivato Tronto col volto di Federico Ceci) che si "fanno la guerra" per il prossimo Papa da mettere su quella fantomatica sedia.
Nuovi vecchi personaggi
Dall'altro Angelica (Carlotta Antonelli, che ci ha convinto più che in passato) si è rifatta una vita e una famiglia (quella che non aveva potuto con Spadino) con Damiano Luciani, di un'altra delle famiglie storiche di zingari a Roma che ha un vecchio conto in sospeso con gli Anacleti (altro possibile candidato a vigilante). Una delle new entry più interessanti è proprio il personaggio di Marlon Joubert, un po' figlio del Dogman di Besson e ricolmo di voglia di riscatto sociale insieme ai suoi due fratelli pescivendoli rimasti orfani (Yamina Brirmi e Morris Sarra), coatti come non mai. Ed è nell'evoluzione del rapporto tra Angelica e Spadino, ma anche tra la donna e l'amica Nadia (Federica Sabatini), il cui cuore non ha mai dimenticato Aureliano) e tra la matriarca degli Anacleti e l'ex nuora, che sembra quasi esserci la mano di George R.R. Martin.
Ritroviamo anche un nuovo Alberto (Giacomo Ferrara) e un nuovo Cinaglia (Filippo Nigro), il cui passato però busserà prepotentemente alla loro porta chiedendo il conto. Uno dei motivi per cui Suburra si era rivelata un esperimento "innovativo" era la tematica LGBTQIA+ perpetrata dal personaggio di Spadino, inaccettabile nel contesto criminale e zingaro, di cui gli autori sembravano essersi quasi dimenticati nell'ultima stagione e che ora torna prepotentemente. Dato che Alberto sembra aver trovato finalmente la propria dimensione a Berlino, celebre per essere più aperta da quel punto di vista. Finché Roma non chiamerà. Cinaglia vorrebbe essere il nuovo Samurai ma sappiamo tutti non ha la stoffa per farlo e ha un terribile segreto da mantenere coi propri figli, che il pubblico ben conosce.
Nuovi vecchi personaggi
C'è un trittico di new entry nel cast che porterà ulteriore scompiglio ai già precari equilibri della Suburræterna e saranno ovviamente le nuove generazioni, pronte a ripigliarsi tutt chell ch'è o lloro: Aliosha Massine che interpreta con una grande trasformazione fisica Ercole Bonatesta, ovvero il membro della terza famiglia di zingari che bazzicava con Anacleti e Luciani finché non accadde un fattaccio (vengono inseriti anche i flashback in questo sequel), stufo di dover sottostare alle regole dettate dal nonno, patriarca della famiglia. Giorgia Spinelli che è Miriana Murtas, nuovo elemento politico e femminile nel gabinetto del sindaco che vorrebbe sostituire idealmente il personaggio di Claudia Gerini e che ha in piedi in due scarpe.
Infine Gabriele di Stadio diventa Victor Anacleti, il figlio di Manfredi ora divenuto adolescente che non ha proprio percezione di ciò che gli accade intorno ma solo un fuoco dentro, come il padre, che andrebbe spento. Ciò che a livello di scrittura da parte di Gina Gardini, Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli e di regia nelle mani delle new entry dietro le quinte Ciro D'Emilio e Alessandro Tonda la squadra è riuscita a fare è quindi aver rinfrescato un franchise che sembrava morto e sepolto, per quanto gli schemi narrativi del crime siano quelli, c'è qualcosa da scovare nei nuovi episodi. D'altronde, lo sappiamo bene fin dal film di Sollima, alla fine "È stata Roma".
Conclusioni
Alla fine della recensione dei primi due episodi di Suburræterna ribadiamo come un progetto che sembrava non aver più nulla da dire sia stato fatto rinascere dalle proprie ceneri, imparando dai propri errori e presentando delle new entry interessanti e coinvolgenti pronte a prendersi con le unghie e con i denti una fetta del potere di Roma per sé. Le conseguenze ovviamente saranno drammatiche per tutti i membri coinvolti, a partire da Alberto nella sua ritrovata serenità berlinese.
Perché ci piace
- La tematica LGBTQIA+ di Alberto che non è stata dimenticata ma rimessa al centro.
- Le new entry, in particolare Damiano Luciani e il suo rapporto con gli altri personaggi.
- La scrittura che omaggia Gomorra e Game of Thrones.
- I colpi di scena di questi primi due episodi…
Cosa non va
- … anche se manca un potente cliffhanger finale (del resto sono pensati per il binge watching).
- Rimangono le caratteristiche ripetitive del genere (ma migliorano da come era finita Suburra - La Serie).
- Non tutte le interpretazioni sono al meglio.