Non è una stella hollywoodiana e non aspira ad esserlo. A James McAvoy
basta essere un attore di talento e tenere testa, da protagonista o comprimario, ai colleghi della stessa generazione più quotati, da Michael Fassbender a Tom Hardy per intenderci. Da Le cronache di Narnia a L'ultimo re di Scozia si è sempre distinto per l'abilità nella scelta dei ruoli più calzanti e un equilibrio pressoché perfetto tra le grandi e le piccole produzioni indipendenti come La scomparsa di Eleanor Rigby. Tra la saga di M. Night Shyamalan, partita con il sorprendente Split, e le avventure degli X-Men, l'attore di recente è riuscito a incastrare anche il nuovo film di Wim Wenders, Submergence (in uscita il 22 agosto) di cui è protagonista insieme ad Alicia Vikander.
Il film, di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Submergence, racconta la storia d'amore tra Danielle Flinders e James More, una biomatematica impegnata in un programma di immersioni profonde volto a computare la sua teoria sull'origine della vita sulla Terra e un agente dei servizi segreti britannici incaricato di rintracciare una base di attentatori suicidi infiltrati in Europa. I due si incontrano casualmente in uno sperduto hotel in Normandia e si innamorano perdutamente. Il momento della separazione è doloroso, sono determinati a rincontrarsi al più presto ma tra loro c'è una missione talmente pericolosa che potrebbe impedirgli di rispettare la promessa d'amore. Ne abbiamo parlato in questa intervista con lo stesso James McAvoy, incontrato al Toronto International Film Festival.
Un'occasione imperdibile
Come descriverebbe il suo primo incontro con Wim Wenders?
Siamo andati a fare una passeggiata e poi a prendere un caffè. Mi è sembrato subito un tipo molto affabile. Poi però mi sono ritrovato a parlare da solo per 45 minuti. A stento ha proferito parola. Non mi ha detto quasi nulla del film. È stato un incontro piuttosto inusuale. Gli ho detto che sarei stato felice di prendere parte al progetto ma ero sicuro che non avrei ottenuto il ruolo. Mi ha sorpreso ricevere la sua chiamata il giorno dopo.
E sul set che persona ha ritrovato?
Una persona molto alla mano, padrona del set. Era sempre rilassato nonostante le difficoltà finanziarie che ha dovuto affrontare per realizzare Submergence. È un mistero come riuscisse a rimanere così calmo. Mi ha entusiasmato, forse perché sono stato abituato a lavorare con registi molto più agitati.
Che cosa l'ha convinta della sceneggiature del film?
Mi piaceva l'idea di una storia d'amore tra due persone profondamente complesse, intelligenti e impegnate. I loro dialoghi sono intensi e originali. Non si incontrano spesso personaggi così stratificati. Una sfida elettrizzante.
Relazioni e intimità
Come è stato lavorare con Alicia Vikander?
Alicia Vikander un'attrice straordinaria e interessante con cui lavorare. Arriva sul set già molto determinata, cerca il modo migliore per risultare onesta. E ci riesce in maniera sorprendente. È una professionista seria e ama così tanto questo lavoro che fa venire voglia a chiunque sia presente sul set di impegnarsi per stare al suo passo.
È stato utile conoscervi prima per girare scene così intime?
Non ci conoscevamo così bene. Sono amico di Michael Fassbender e me l'ha presentata lui ma non abbiamo avuto modo di frequentarci spesso. La riuscita di una scena di intimità dipende molto dalla bravura dello sceneggiatore che ne stabilisce l'atmosfera. Ma l'apporto del regista è fondamentale per gli attori. Sono scene che creano tensione e solo un bravo regista è capace di rendere l'ambiente sicuro, sereno e divertito per evitare che si fomenti l'imbarazzo e il disorientamento. Ho vissuto sia esperienze positive che negative in questo senso.
I punti di contatto
Il suo personaggio è estremamente ambizioso e appassionato al suo lavoro. Vale lo stesso per lei?
Sicuramente, anche se io fortunatamente non mi trovo a dover scegliere tra la vita e la morte. Adoro il mio lavoro, lo trovo stimolante. È bellissimo pensare al desiderio che le persone hanno di vedere artisti che fingono, che raccontano delle storie, che interpretano dei sentimenti. Milioni di dollari vengono investiti ogni anno affinché questo accada. L'essere umano ha l'urgenza di conoscere storie e di vederle rappresentate. Mi sento onorato di avere la possibilità di soddisfare questa esigenza universale.
Come ha affrontato il viaggio nei sentimenti del suo personaggio?
Con fatica, specialmente quando viene imprigionato. Avevo già interpretato un personaggio che viene trattato con violenza nel film L'ultimo re di Scozia, e non sono esperienze che si vivono a cuor leggero, sebbene si tratti di finzione. In qualche modo ti segnano. Mi sono sentito una schifezza ma suppongo sia il modo in cui un attore debba sentirsi per restituire quell'esatta sensazione allo spettatore.
E come riusciva a liberarsi del peso di quelle emozioni?
La sera, dopo la fine delle riprese, tornavo a casa, bevevo un po' di birra, uno shot di vodka e mi mettevo a letto. Le affondavo nell'alcol come si suol dire.
Fraintendimenti
In un'intervista al The Guardian ha dichiarato di non essere abbastanza attraente per recitare in delle commedie romantiche...
Scusi se la interrompo, l'ho letto anche io ma lo smentisco categoricamente. Mai dichiarato nulla di simile. In ogni caso amo le commedie romantiche e mi piacerebbe ricevere qualche bel copione.
È una cosa che le capita spesso: leggere informazioni erronee sul suo conto?
Qualche volta. Non è mia intenzione attaccare i media in alcun modo. Non trovo che sia corretto. Ma nelle interviste funziona spesso così: parli di tante cose che riguardano la bellezza del tuo lavoro, poi dici una stupidaggine che credi che nessuno abbia preso in considerazione e quello diventa il titolo. Questo meccanismo è deludente e un po' mi infastidisce. A quel punto adotto una strategia di difesa: non dirò nulla di interessante, sarò noioso ma almeno le mie parole non verranno distorte.
Ci fa un esempio?
Durante le riprese di Wanted - Scegli il tuo destino scrissero che avevo rubato il cuore di Angelina Jolie, allontanandola da Brad Pitt. Veramente divertente!
Legge tutto ciò che scrivono su di lei?
No. Se il film è andato bene mi capita di leggere qualche recensione, se è andato male evito. Cerco di non farmi contagiare dalla negatività. Non mi piace sentirmi demoralizzato.
Ha raggiunto un livello di fama che le basta?
Sì, sono estremamente soddisfatto del livello che ho raggiunto. Se dovessi andare oltre mi sentirei strano. Non sarei più a mio agio. Adesso riesco a gestire il lavoro e tutto ciò che concerne con scioltezza senza avere intrusioni nella mia vita personale. Giusto un po', ma va benissimo così.