Will Byers ricomincia a sentire quei brividi sul collo, che gli fanno capire che sta per succedere qualcosa. Qualcosa di molto brutto. È un'immagine che abbiamo visto più volte nelle quattro stagioni di Stranger Things, la serie tv simbolo di Netflix, che dal 1 luglio è disponibile in streaming anche con il Volume 2, gli episodi 8 e 9 che sono il finale della stagione 4. È un'immagine che non avevamo ancora visto, perché Will era lontano da Hawkins, e per questo, era rimasto lontano dai pericoli. Nel raccontarvi il significato del finale di Stranger Things 4 incorreremo più volte in una serie di SPOILER, per cui assicuratevi di aver visto tutto l'episodio 9 prima di leggere. Abbiamo parlato di Will Byers, perché l'episodio 9 è allo stesso tempo un finale e un nuovo inizio: le ostilità sono già avviate e la stagione 5 è, di fatto già iniziata. Ma il finale, intenso e maestoso, ci ha già fatto capire tante cose sulla storia di Stranger Things.
Essere fragili può costare caro
La prima cosa che abbiamo capito è che essere fragili può costare caro, se in agguato c'è un villain come Vecna. Le vittime che ha scelto erano tutte persone a loro modo deboli, insicure, con un segreto da nascondere, con un lato oscuro che in qualche modo le tormenta. Sapevamo che Max (Sadie Sink) era torturata da qualcosa, sapevamo della sua famiglia, e anche dello stress post traumatico per la morte di Billy. Ma quando ci confessa di aver pregato perché Billy scomparisse, e di non aver fatto nulla per salvarlo, non per paura, ma perché una parte di lei desiderava che morisse, è una rivelazione. Perché ci fa capire meglio chi è più attaccabile da Vecna, e chi potrà essere in pericolo. Ma anche perché getta una nuova luce su Max, protagonista assoluta di questa stagione 4. E perché capiamo finalmente che anche i nostri eroi sono imperfetti, non sono eroi senza macchia, ma persone con le loro contraddizioni.
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Possiamo essere eroi, anche solo per un giorno
Se Max, con Lucas al suo fianco, si scontra con Vecna, c'è chi pensa al diversivo. Eddie Munson (Joe Q. Bretz) e Dustin (Gaten Matarazzo) si preparano ad affrontare i pipistrelli che infestano il Sottosopra e proteggono Vecna. Il loro deve essere un diversivo, distrarre le bestiacce, tenerle occupate, e poi ripiegare. "Non siete eroi" viene detto loro. Ma poi accade qualcosa che non ti aspetti. Accade che chi è sempre stato considerato il poco di buono, quello che scappa, abbia il suo momento di riscatto. "Possiamo essere eroi, anche solo per un giorno", cantava David Bowie. Si può essere eroi anche quando tutti credono il contrario. Quando ti credono il cattivo. Ed è questo quello che vuole farci capire Stranger Things. Non c'è solo il supereroe con i superpoteri, non c'è solo Undici. C'è anche il ragazzo che decide di cambiare la sua vita. Ogni eroe, però, deve avere il suo aedo, il suo cantore, come Omero per il Pelide Achille. E allora è fondamentale che il nostro Dustin lo dica forte e chiaro, chi era Eddie Munson.
Vecna e il Sottosopra
Ma il finale di Stranger Things 4 è anche quello che fa finalmente luce sul villain definitivo, entrato in scena proprio in questa stagione. Capiamo finalmente chi è Vecna. Certo, lo avevamo capito alla fine del Volume 1, nell'episodio 7, e ne eravamo rimasti piuttosto sconvolti. Ma il finale di Stranger Things 4 mette finalmente in chiaro qual è il suo rapporto con il Sottosopra. Lanciato da Undici in "un posto nuovo". Così Henry, o 001, o Vecna, è diventato un esploratore, l'esploratore di un regno incontaminato dal genere umano. Un giorno ha trovato la cosa più straordinaria di tutte, che avrebbe cambiato tutto, un mezzo per trascendere la sua forma umana e diventare un predatore. Sì, una volta arrivato nel Sottosopra, è stato Vecna a incontrare il Mindflyer, o meglio, la materia di cui è fatto il Mindflyer, e di farlo diventare quello che è, il suo modo per arrivare nel nostro mondo. Vecna lo ha plasmato, si è compenetrato con lui, lo ha governato, gli ha dato forza e ha preso la sua forza. E la stessa cosa è accaduta con i Demogorgoni. Tutto è nato da Vecna, dalla sua rabbia. E ora non ha intenzione di fermarsi. Vuole portare tutto questo al di fuori del suo mondo, vuole arrivare nel nostro: le quattro vittime gli servono per aprire dei portali. "Hawkins brucerà e cadrà, insieme al resto di questo mondo corrotto. E io sarò lì a raccogliere i pezzi quando crollerà. E lo trasformerò in qualcosa di bello". Vecna vuole trasformare il nostro mondo nel suo.
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Io ci credo, ci credo davvero
La risposta alla rabbia, all'odio, è l'amore. Sarà banale, ma ha un senso. "Tu sei il cuore" dice Will a Mike, che è quello che si crede inutile, impotente, senza poteri, a maggior ragione in confronto alla persona che ama, Undi (Millie Bobby Brown), che è un supereroe. Will lo aveva raffigurato così, in un dipinto fantasy fatto qualche giorno prima, un guerriero con un cuore al centro dello scudo. A volte non serve avere i superpoteri, a volte basta far capire ai nostri amici o alla persona amata che li amiamo, che crediamo in loro. Così, nel momento clou del finale, quando tutto sembra perduto, è Mike a "salvare" Undi, con delle semplici parole. È come il Principe Azzurro delle favole, con la differenza che Eleven non è la principessa indifesa da salvare, ma un vero e proprio eroe. E allora Mike è anche l'aiutante dell'eroe, quel personaggio che in ogni storia strutturata come il percorso dell'eroe è fondamentale. Sarà l'amore a salvarci: quello di Mike per Undi. Ma anche l'amore, quello amicale, che Undi ha per Max, la migliore amica che non ha mai avuto, e che lo è stata per un breve tempo. Sono quei momenti insieme, quel vissuto, che le danno la forza di riuscire, forse, a salvarla. Stranger Things ci ha insegnato questo. Amore è saper dire anche "Io ci credo, ci credo davvero".