Stranger Things 2, quando gli adolescenti della serie finiscono nel Sottosopra del Lucca Comics

Tra cosplayer, waffles e nostalgia degli anni Ottanta, abbiamo incontrato i quattro giovani attori della generazione di mezzo della celebre serie Netflix. Abbiamo parlato di miti, recitazione e della nuova moda del binge-watching.

Stranger Things: una foto di Nancy e Jonathan
Stranger Things: una foto di Nancy e Jonathan

C'è un intenso profumo di waffles tra i vicoli. Con buona pace della torta coi becchi, del castagnaccio e di altri dolci tipici toscani, il primo giorno del Lucca Comics & Games 2017 è segnato in ogni dove a quel fenomeno inarrestabile chiamato Stranger Things. Approdata soltanto qualche giorno fa (il 27 ottobre) con la sua seconda stagione, la serie Netflix ha ampliato la sua mitologia e dato ancora più spessore ai suoi personaggi, riuscendo finalmente a trovare un'identità tutta sua, al di là di qualsiasi ammiccamento ruffiano e nostalgico all'immaginario anni Ottanta in cui è immerso. Camminando tra le vie di Lucca c'è stato un indizio, solo apparentemente secondario ma in realtà assai significativo, che ha colpito il nostro sguardo. Tante, tantissime ragazze vestite come la nuova Undici in versione punk, quella vista nelle ultime puntate dello show. Emblematico di come non solo il personaggio sia entrato nell'immaginario collettivo, ma della vorace fretta e velocità con qui gli appassionati della serie abbiano divorato la seconda stagione. Questa volta, però, niente ragazzini alle prese con le prime turbe del cuore e alla ricerca del proprio posto nel mondo. Lucca e il suo caotico, colorato, pulsante Sottosopra pieno di passione hanno accolto i quattro adolescenti di Stranger Things: Joe Keery (Steve), Natalia Dyer (Nancy), Charlie Heaton (Jonhatan) e la nuova arrivata Linnea Berthelsen (Kali).

Stranger Things:
Stranger Things:

Loro sono la generazione di mezzo, quella sospesa tra i piccoli protagonisti e gli adulti, quelli dei figli che hanno ancora tanto da imparare, eppure capaci di essere un esempio per gli altri. Ad eccezione di Keery, che sfoggia ancora una cotonata capigliatura come quella della serie e si dimostra molto affabile, gli altri attori ci sono sembrati molto timidi, quasi impauriti da tutto questo successo e tutta questa attenzione. Quattro ragazzi appassionati e umili ai quali abbiamo chiesto come si abbraccia un'epoca diversa dalla loro e come si torna indietro da un successo che può fare persino paura.

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Oltre la nostalgia

Il tema di questa edizione del Lucca Comics & Games è "Heroes", un richiamo forte all'immaginario degli anni Ottanta, ovvero lo stesso a cui si rifà Stranger Things. Come vi siete approcciato a quell'epoca lontana dalla vostra generazione?

Joe Keery: "In questo i fratelli Duffer sono stati fondamentali, ovviamente. Loro ci hanno fatto calare il più possibile nelle atmosfere e nella cultura pop degli anni Ottanta. Ci hanno consigliato film, serie tv e musiche per farci entrare totalmente nelle immagini e nei suoni di quel tempo. A dire il vero, però, anche noi siamo cresciuti nel mito di quell'immaginario. Penso a film come I Goonies, tutti gli Indiana Jones e Poltergeist: demoniache presenze. Tutte opere formative che avevamo già visto anche prima di lavorare a Stranger Things".

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Stranger Things si trasformata in un fenomeno mondiale di incredibile importanza. Che responsabilità avete avvertito nella seconda stagione?

Lucca 2017: Charlie Heaton alla manifestazione
Lucca 2017: Charlie Heaton alla manifestazione

Charlie Heaton: "Stranger Things ha un grande merito, ovvero quello di essere trasversale e abbracciare diverse generazioni di spettatori. I più piccoli si riconoscono nei protagonisti della serie, i più giovani in noi, mentre gli adulti apprezzano tutte le citazioni che rimandano agli anni Ottanta. Personalmente sono rimasto molto colpito da tutto questo successo, per certi versi mi ha lasciato di stucco, soprattutto quando mi sono accorto che mi riconoscevano persino in Spagna. È bello fare parte di tutto questo. Ne sono davvero orgoglioso".

Natalia Dyer: "Il responso del pubblico è stato fantastico. Credetemi, è incredibile lavorare a qualcosa che sai essere così atteso e amato. Tra l'altro, vivendo il tutto dall'interno, talvolta è difficile percepire la portata e l'influenza di una serie come Stranger Things. È gratificante vedere i frutti del proprio lavoro".

L'avvento di Netflix ha creato due nuove dinamiche di fruizione: il binge watching e il binge racing. In tal senso Stranger Things è tra le serie viste più velocemente dal pubblico. Vi immaginavate questo traguardo?

Lucca 2017: Natalia Dyer alla manifestazione
Lucca 2017: Natalia Dyer alla manifestazione

Joe Keery: "Onestamente no, anche perché personalmente non riuscirei mai a vedere una serie in questo modo. Lo trovo folle (ride). Quando guardo uno show, preferisco gustarmelo, mi fa piacere prendere una pausa per capire tutto al meglio e pensare a cosa sto vedendo"

Charlie Heaton: "Ma secondo voi come ci riescono a non interrompere mai? Si portano il pc anche in bagno?"

Natalia Dyer: "In realtà penso che questo fosse un obiettivo dei fratelli Duffer, che hanno concepito le due stagione come due grandi e unici film".

Generazione di mezzo

Uno degli aspetti che ci ha colpito di più nella seconda stagione è il rapporto che instaura tra Steve e Dustin. Come hai vissuto questa novità?

ST
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Joe Keery: "Prima di tutto c'è da dire una cosa: rispetto a Jonathan e Nancy, Steve non ha un fratello minore. Credo che la loro connessione sia nata anche per questa mancanza. Nella seconda stagione Steve e Dustin si aiutano a vicenda in due momenti di reciproca difficoltà: entrambi sono emarginati dai loro gruppi di amici. Steve viene piantato da Nancy e Dustin si trova da solo. Tra l'altro c'è un altro forte punto in comune tra loro: hanno entrambi dei problemi con le donne, e questo li lega, crea un terreno comune tra i due. Attraverso questo rapporto riescono ad andare avant. Se ci pensate, i loro duetti iniziano con un tono quasi da commedia, ma pian piano si evolvono in qualcosa di più, autentico e profondo, anche se è buffo come a volte Dustin risulti più adulto dell'infantile Steve"

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Lavorando a Stranger Things cosa avete capito della recitazione?

Lucca 2017: uno scatto di Natalia Dyer, Linnea Berthelsen, Charlie Heaton, Joe Keery alla manifestazione
Lucca 2017: uno scatto di Natalia Dyer, Linnea Berthelsen, Charlie Heaton, Joe Keery alla manifestazione

Linnea Berthelsen: "Molti di noi vengono da studi accademici, per cui abbiamo un approccio alla recitazione molto tecnico, basato sullo studio attento della sceneggiatura. Recitando con persone come Millie Bobby Brown, invece, mi sono accorto che il suo è uno stile recitativo molto diverso, decisamente più istintivo e naturale. In ogni caso, so che tutti noi abbiamo ancora molto lavoro da fare per migliorare".

Natalia Dyer: "Linnea ha ragione sull'approccio dei ragazzi. Loro sono naturali, spontanei, pieni di immaginazione. Poi, dall'altra parte abbiamo l'esempio di veterani strutturato come Winona Ryder, Sean Astin e David Harbour. Ecco, è bello essere in mezzo a questi due tipi di attori. Ci arricchisce essere in questa zona di mezzo"

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Joe Keery: "Non credo che esiste un meglio e un peggio tra questi due stili, ma di una cosa sono certo: ho tanto lavoro da fare, perché questo è stato il mio primo lavoro professionale. Sono molto curioso di cimentarmi anche in esperienze cinematografiche e teatrali, che richiedono nuove sfumature recitative".

Qual è stata la scena più divertente da girare o da rivedere?

Stranger Things: una foto dei protagonisti della serie
Stranger Things: una foto dei protagonisti della serie

Joe Keery: "Sicuramente la sequenza nel tunnel assieme ai ragazzini. Anche se mi sono sentito vecchio quando ho provato forti dolori alla schiena dopo averli sollevati per farli uscire dal buco".

Natalia Dyer: "Quando ci siamo barricati tutti in casa tutti con le armi, perché dovevamo far finta di essere spaventati e sorpresi, quando in realtà davanti a noi non c'era niente. Rivedendoci ho pensato: è venuta bene!".

Charlie Heaton: "Ci sono tante scene divertenti, ma la mia preferita è quella che precede il tentato esorcismo di Will. Tutti gli altri personaggi sono agitati, preoccupati, in ansia, mentre io guido e basta. Io che guido quel vecchio macchinone. Mi sono sentito molto cool".

Linnea Berthelsen: "Trovo che Sean Astin sia sempre irresistibile. È una persona troppo simpatica anche sul set. Per questo la mia scena preferita è quella in cui lo vediamo vestito da Dracula ad Halloween. La scena più bella da rivedere, per me, è stata proprio quella iniziale della seconda stagione dove semino la polizia. Essendo tutto in green screen, rivederla per la prima volta mi ha fatto un certo effetto".

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La cosa che preferite e vi piace meno dei vostri personaggi

ST2
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Charlie Heaton: "La cosa che odio sono i suoi capelli, mentre apprezzo una sfumatura del suo carattere: Jonathan sa chi è, si accetta per quello che è, e non ha più paura di essere semplicemente se stesso".

Natalia Dyer: "La cosa che mi piace di Nancy è la sua costante crescita dalla prima alla seconda stagione. Si tratta di un cambiamento nato dalla generosità degli sceneggiatori che hanno pensato alla sua evoluzione. Il suo aspetto peggiore? Ha poche amiche".

Linnea Berthelsen: "Inizialmente Kali è un personaggio respingente, faticoso da accettare. Poi ho imparato ad apprezzarla per la sua forza e la sua determinazione. Però ha un grande difetto: ascolta poco gli altri".

Joe Keery: "Anche Steve è un personaggio con cui è difficile entrare in empatia. Nella prima stagione lo conosciamo come un egocentrico completamente concentrato su se stesso. Era sgradevole, non mi piaceva. Ora è cambiato, e amo questa sua evoluzione. Credo che la relazione con Nancy sia stata molto importante per la sua crescita".

È la vostra prima volta in Italia? Che impressione vi ha fatto il Lucca Comics in confronto al Comic-Con di San Diego?

Charlie Heaton: "Sì, per me è la prima volta qui in Italia. Abbiamo visto velocemente anche Milano e Firenze, ma non abbiamo avuto il tempo di vederle bene, perché siamo sempre in giro per lavoro. Avrei bisogno di tornarci per godermela".

Joe Keery: "Rispetto al Comic-Con, dove sembra che un bus ti debba venire addosso da un momento all'altro, qui a Lucca l'atmosfera mi sembra più vivibile e amichevole. È una città fantastica, perché sembra di essere nel Medioevo. Qui è bello camminare e godersi questa affascinante ambientazione"