La carriera di Stephen Frears è inversamente proporzionale alla sua loquacità. A parlare per il caustico regista inglese sono le sue pellicole, varie per genere e temi, ma chi prova a intervistarlo sa che dovrà scontrarsi con un muro di sarcasmo e monosillabi. C'è un tema che però sta particolarmente a cuore al cineasta britannico, la politica, non solo solo in senso stretto, ma intesa come visione del mondo e della società. Come ammette lui stesso "nei miei film parlo di donne, gay, pakistani. Sono sempre stato attratto dagli outsider, forse è per questo che sono considerato un sovversivo".
Fin dai tempi dei suoi primi rivoluzionari lavori, Sammy e Rosie vanno a letto, My Beautiful Laundrette, Frears ha sempre offerto una visione anticonformista della società, schierandosi dalla parte dei deboli nella speranza di un cambiamento. Col passare del tempo, il cineasta sembra essere giunto alla conclusione che il potere del cinema non sia tale da cambiare la mente delle persone. "Con Sammy e Rosie vanno a letto abbiamo cercato di di cambiare il governo, ma non ci siamo riusciti. Però il cinema ha plasmato la mia vita interiore, soprattutto i film del passato, che erano più sovversivi. Il cinema riflette la società, quindi oggi i film sono più convenzionali perché la società è più conformista".
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Un cinema di regine
Nel cinema di Stephen Frears realtà e finzione si compenetrano. Le sue opere, spesso biografie, contengono una forte matrice realistica tanto che il regista afferma ironicamente di non notare una reale differenza: "Un film è reale, ingaggia emozioni e sentimenti reali, parla di persone reali. Quale è la differenza rispetto alla vita quotidiana di Lucca?" Anche la definizione di biopic sta stretta al polemico autore che, chiamato a riflettere su quale dei suoi personaggi lo abbia più arricchito, ribatte: "Non penso ai miei film come biopic, ho fatto un film sulla regina, anzi, su un momento di crisi nella vita della regina e della monarchia stessa". Dopo un attimo di silenzio, però, Frears si addolcisce e ammette: "Se penso a un personaggio che mi è rimasto nel cuore non posso non citare la vera Philomena, una donna straordinaria. Lei lavorava come infermiera in un ospedale psichiatrico. Nonostante la chiesa le abbia impedito di ricongiungersi al figlio, non nutre rancore o odio perché non vuole essere come i suoi pazienti. Da lei ho imparato il valore del perdono".
Stephen Frears ama i suoi personaggi femminili e il modo in cui tratteggia anche quelli più discussi come la Regina Elisabetta, fotografata nel momento cruciale della crisi dopo la morte di Diana, lo denuncia.
L'autore ammette di amare molto cinema del passato incentrato sulle donne e cita Eva contro Eva, "l'ho rivisto l'altro giorno, Bette Davis è straordinaria, è un film sulle donne adulto. Quasi tutti i miei film hanno delle donne come protagoniste. Come faccio a immedesimarmi nel punto di vista femminile? Non saprei rispondere, ma tutte le donne intorno a me pensano che sia un terribile maiale, altro che #metoo (ride, ndr.)".
Quando lo interroghiamo sulle sue due regine, Helen Mirren e Judi Dench, e sulle differenze nei loro metodi di lavoro, Frears sorride, ma taglia corto: "Sono due attrici straordinarie, sono entrambe delle perfezioniste, vogliono che il film sia perfetto e fanno di tutto. Se fanno qualcosa che non va bene glielo dico, ma non hanno bisogno di essere trattate come bambine".
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Altà fedeltà, amore e capitalismo
La notizia di questi giorni è il preannunciato remake di Alta Fedeltà, il cult ispirato al romanzo di Nick Hornby, in versione femminile che andrà sulla piattaforma streaming di Disney. Dopo aver informato Frears della reazione colorita del protagonista John Cusack di fronte alla novità del remake, lui commenta con un laconico: "Buona fortuna! Alta fedeltà parla di una relazione tra un uomo e una donna, non è un film sulla musica, ma è un film sull'amore." Poi prosegue: "Non mi pongo il problema dell'influenza delle piattaforme streaming. Quello che mi interessa è fare i film, trovare i soldi per farli e fare in modo che vengano visti. La differenza tra cinema e tv? Fare film costa un sacco di soldi, quindi li devi recuperare. La televisione è più economica, non è capitalismo nudo come il cinema".
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Detto fatto. Dopo tanto cinema, anche Stephen Frears ha fatto ritorno al piccolo schermo con una miniserie, A Very English Scandal, dedicata al caso di Jeremy Thorpe, politico accusato di aver ucciso l'amante nel 1979. A interpretare l'omosessuale Thorpe Frears ha voluto Hugh Grant. "L'ho visto in Quattro matrimoni e un funerale e l'ho trovato brillante, poi non ho più visto niente dei suoi anni di Hollywood, ma ho sempre saputo che è un grande attore e sono orgoglioso della sua performance".
Parlando di scandali politici, il confronto fra Italia e Inghilterra è inevitabile. "Nessuno ha mai cercato di fermarmi mentre giravo The Queen, ma ricordo che Paolo Sorrentino, dopo aver visto il film, mi ha detto che capiva molto bene le mie difficoltà visto che lui le aveva avute per fare Il Divo". Informiamo Frears che adesso Sorrentino ha appena concluso un film su Silvio Berlusconi che prevediamo sarà altrettanto osteggiato e la notizia risveglia il suo interesse "Un film su Berlusconi? Ma si intitolerà Bunga Bunga? So che è molto popolare in Italia, il suo è il comportamento dei dittatori. Ricordo di aver presentato The Queen a Mosca e una donna mi ha detto 'Perché ti hanno permesso di fare questo film?" Poi ci ripensa e aggiunge "Bunga bunga, molto interessante... andrò a vederlo".