Lo street style torna in scena con Step Up All In, quinto capitolo della saga iniziata con Channing Tatum (in sala dal 20 agosto, con anticipazioni in tutta Italia a partire dall'8). A presentarlo in anteprima al 44° Giffoni Film Festival ci sono Ryan Guzman, protagonista anche della precedente pellicola, Lorella Boccia, prima italiana nel cast e Gué Pequeno (con Jake La Furia e Don Joe parte del gruppo rap italiano dei Club Dogo), qui in veste di doppiatore. Nella versione italiana sarà sua la voce di Jasper, leader della crew dei Grim Knights, la favorita nella competizione di Las Vegas a cui partecipa Sean assieme al suo gruppo.
Ryan Guzman affiancherà Jennifer Lopez nel thriller The Boy Next Door e sarà Rio nella versione live action del cartoon Jem and the Holograms. Lorella Boccia, reduce dal successo dell'accademia di Amici, sta affrontando il palcoscenico internazionale: "per me è stato un passo in avanti - confessa - anche se sono partita da un'esperienza formativa nella scuola tv dove ho studiato con professionisti". Gué Pequeno si concede di sconfinare in un campo artistico ancora inesplorato. "Un'esperienza nuova - dice ai giovani giurati - che all'inizio credevo molto difficile e che mi ha divertito molto. È giusto accettare le sfide e mi è andata bene".
Alter ego
"Il mio personaggio - continua il rapper - è simpatico ma un po' str..., mi somiglia. Comunque il mio lavoro mi ha aiutato molto nel doppiaggio, dopo tutto lo studio di registrazione è la mia seconda casa". Intanto il sogno di Lorella Boccia è arrivato fino ad Hollywood: "Mi sono avvicinata alla danza da piccola, per me è stata sempre importante per esprimermi, mi aiuta ad esternare il mio stato d'animo. Step Up All In mi ha regalato la possibilità di confrontarmi con artisti internazionali che non conoscevo per niente. Tutto il cast è eccezionale, anzi spaziale".
Cambio di rotta in arrivo, invece, per il protagonista Sean che si ritrova in piena difficoltà con i Mob e non sa come sbarcare il lunario: gli scampoli di gloria si stanno ormai esaurendo e la dura realtà bussa alla porta degli artisti di strada. "Nel film il mio personaggio Sean - spiega Ryan Guzman - ha perso gli affetti e di fatto deve ricreare una nuova famiglia, uno nuovo gruppo: nel suo viaggio ci saranno gioie e dolori ma soprattutto tanti, tanti balli!".
Una nuova sfida
I tre interpreti, interpellati sul tema dell'edizione 2014 "Be Different", si sono detti entusiasti del messaggio positivo del film, capace di influenzare le giovani generazioni. "Quando si è piccoli molte volte si viene influenzati da giudizi altrui, negativi e cattivi - commenta il rapper - invece la differenza dà la forza di essere unici e trasformare una debolezza in un tratto distintivo per andare avanti e farcela". Uno degli snodi cardine della saga riguarda la competizione tra crew: "Va benissimo se è sana - commenta Lorella Boccia - ma non è costruttiva se usata per dimostrare di essere superiori o diversi da come si è". "In effetti - aggiunge Ryan Guzman - può aiutare a dare il meglio di te. La parte negativa è che ci sono certe persone che la prendono troppo seriamente. Quando succede, come nel film, si arriva addirittura a perdere gli amici e ad essere allontanati da tutti. Se l'unico obiettivo per cui sei in gara è vincere, allora inevitabilmente nel raggiungerlo puoi allontanare dalla tua vita le persone più care".
Quella marcia in più
Non si tratta solo della coreografia perfetta, dei costumi curati e dell'atteggiamento giusto: per Ryan Guzman la chiave di lettura di questo genere di film resta comunque la disciplina. Fin da ragazzo, infatti, l'amore per lo sport gli ha permesso di raggiungere i traguardi più importanti sul lavoro e nel privato: "Sicuramente le arti marziali mi hanno aiutato nella preparazione artistica e mi hanno facilitato il compito d'imparare i vari balli velocemente. Il discorso vale anche al contrario. Ricordo ancora che su questo set mi sono fatto male al ginocchio ma sono riuscito a portare a termine le riprese anche grazie alla mia preparazione nelle arti marziali". La musica, comunque, resta il cuore della vicenda: "La musica e le immagini vanno di pari passo - commenta Ryan Guzman - e se non ci sono immagini suggestive e una colonna sonora toccante il film non funziona. Bisogna trovare comunque il giusto equilibrio e a me sembra che questo franchise ci sia riuscito, portando in scena nuove forme di danza".