Staying Vertical: non piegarsi di fronte al lupo

Un altro film originale, selvaggio e misterioso per Alain Guiraudie, ma qui è un po' più difficile individuare un'organicità narrativa e tematica rispetto al bel Lo sconosciuto del lago.

Leo è un cineasta in cerca del lupo, o meglio di un argomento che lo spaventi e lo affascini, come Alain Guiraudie, un regista che ha bisogno di andare dove gli altri non osano. Mentre cerca invano di scrivere una bozza di una sceneggiatura per cui sta già chiedendo pagamenti anticipati, questo eroe dallo sguardo curioso e dai multiformi appetiti attraversa a piedi le campagne del sud della Francia e s'imbatte in una donna che i lupi li combatte, perché il suo mestiere è proteggere il bestiame.

Rester vertical: Raphaël Thierry in una scena del film
Rester vertical: Raphaël Thierry in una scena del film

Nonostante le prospettive differenti sul tema dei predatori, i due si piacciono e Leo si trova a familiarizzare con i due bambini e l'ombroso padre di Lei, un uomo che fatica a portare avanti la sua tradizionale attività di allevatore. Quando Marie mette al mondo il loro bambino, Leo capisce che quel figlio è esattamente ciò che ha sempre desiderato. Lei però non è dello stesso avviso, e, stanca dell'indeciso e irritante andirivieni di Leo, un bel giorno prende i figli più grandi e se ne va; "gli uomini lo fanno sempre e tutto va bene", dice a Leo quando questi la cerca per convincerla che il bimbo ha bisogno di sua madre. E così ha inizio una carriera da padre single davvero bizzarra.

Istinto paterno

Staying Vertical, una scena del film
Staying Vertical, una scena del film

Dopo il plauso ottenuto grazie all'affascinante, coraggioso e sensuale Lo sconosciuto del lago, un film in cui il sesso casuale è visto come un rischio eccitante che può affermare o negare la vita, qui il protagonista con il sesso produce, almeno inizialmente, qualcosa di più scontato: un bambino. Era attratto da un ragazzo sfuggente ed efebico, trova una donna morbida e accogliente; cercava il mistero feroce e inesorabile della natura, e lo trova in una creatura dal pianto inconsolabile e dai sonni irregolari, che rende ancora più insormontabile l'impasse creativo in cui si trovava.

Rester vertical: Raphaël Thierry, Damien Bonnard e India Hair in una scena del film
Rester vertical: Raphaël Thierry, Damien Bonnard e India Hair in una scena del film

Apparentemente innaturale, invece, il rifiuto del bambino da parte della madre, che certamente in molti troveranno repellente e inaccettabile, ma che vuol stimolare qualche riflessione: le donne sono regolarmente lasciate sole coi figli anche nelle famiglie "tradizionali" perché i padri in genere non hanno un congedo parentale significativo. Nella società moderna è prevista invece una "maternità istituzionale" tutelata, ma perché si dà per scontato che debba sempre essere la donna la nutrice primaria se i figli si fanno in due? Questa convinzione culturalmente radicata espone le donne anche a un rischio esponenzialmente maggiore di trovarsi in gravi difficoltà. Date un'occhiata alle statistiche sulle condizioni economiche delle madri single. E poi tornate pure a riflettere su ciò che accade a Leo in Staying vertical quando tutto quello che aspira a fare è occuparsi di quel bimbo senza nome che sì, è quello che ha sempre desiderato.

Eros e Thanatos

Oltre a sperimentare con la sovversione degli stereotipi di genere, il film affronta in maniera audace il tema del suicidio assistito. È un argomento controverso in Italia ma non molto di meno in Francia, e, anche qui, fermatevi a pensare a quanto più spesso riguardi le donne piuttosto che gli uomini: quelle figlie stanche e già avanti con gli anni che si trovano ad accudire vecchissimi genitori ormai allo stremo, a cui non restano che il tempo (poco, o molto, è relativo), l'umiliazione e la sofferenza. Lo sappiamo che quella che chiamiamo eutanasia e che per qualcuno è un crimine è un gesto pietoso e spesso necessario. Leo non è professionale come l'accabadora di Michela Murgia. Ma può donare una morte dolce, una morte che non è solo pietosa ma è bella. Quella sequenza così scioccante ritrae il senso ultimo del nostro corpo, l'atto supremo di esplorazione e conoscenza che vince la solitudine e la paura, il più generoso che un essere umano può compiere nei confronti dell'altro.

Il mistero del lupo

Che cosa rappresenta il lupo, nell'economia della storia, ci piacerebbe chiederlo ad Alain Guiraudie. Ma ci risponderebbe? Ci chiederebbe senz'altro di ascoltare l'intuito perché questo ha fatto lui scrivendo il suo film. È un bel film, Rester Vertical? Certamente non in senso classico. Ma è un'opera stimolante e interessante e ardita, che ha molte cose da dire e rifiuta di dirle in maniera tradizionalmente narrativa. Prendere o lasciare.

Movieplayer.it

3.0/5