Star Wars: Visions, la serie anime antologica realizzata da sette studi giapponesi ispirandosi al mondo di George Lucas, è un'operazione interessante che lascia con la curiosità di approfondirne diversi aspetti una volta completata la visione dei suoi nove episodi. Una curiosità che abbiamo avuto modo di soddisfare in una chiacchierata con James Waugh e Kanako Shirasaki, rispettivamente produttore esecutivo e produttrice della serie disponibile su Disney+, che ci hanno spiegato alcune delle scelte fatte e dei retroscena della realizzazione dei nove cortometraggi che ne fanno parte.
La genesi di Visions
Come è stata l'idea di una serie che espandesse così tanto l'universo di Star Wars?
James Waugh: Credo che gli anime siano stati una grande influenza sullo staff creative di George Lucas in ogni media, quell'impostazione artistica e cinematografia ci ha ispirati per molto tempo e abbiamo sempre saputo che avremmo volute unire Star Wars e i narratori del Giappone e dell'animazione. L'unico ostacolo era decidere quale fosse l'approccio migliore per permettere a questi creativi di fare quello che fanno meglio, di permettergli di esplorare il potenziale immaginifico della saga senza subirne le aspettative legate al suo cuore principale. Il nostro molto è andato molto avanti nel frattempo, Disney+ è diventata un'opzione e un luogo perfetto per veicolare nuove storie. Kathy Kennedy è stata la persona che ha seguito l'operazione: aveva lavorato con Miyazaki, adorava il lavoro che arrivava dal Giappone, e ha iniziato rapidamente a fare riunioni con gli studi che ci piacevano di più, trovando incredibili fan di Star Wars, una grande passione, entusiasmo e grandi idee. Al punto che ci è stato difficile scegliere, al cospetto di tante grandi e inaspettate storie e punti di vista sul mondo di Star Wars. È allora che abbiamo capito il vero potenziale di Disney+, che ci ha permesso di andare oltre i formati tradizionali e realizzare qualcosa di antologico, che proponesse uno spettro di toni e stili che vengono dal Giappone. Tutta l'azienda desiderava farlo da tempo, ma è Kathy ad aver dato il definitivo OK per iniziare il processo.
Star Wars: Visions, la recensione: Una contaminazione scritta nelle stelle
Com'è stato il processo creativo di queste storie? Come avete lavorate con i diversi studi coinvolti? Erano completamente autonomi o c'è stato un confronto continuo?
Kanako Shirasaki: La produzione è iniziata subito dopo l'inizio della pandemia, quindi tutta la comunicazione tra noi e gli studi coinvolti è stata online. Abbiamo fatto riunioni come questa, su Zoom, in cui parlare della storia, degli storyboard e delle idee che avevano. Ci sono stati molti confronti via mail o live, ogni volta che lo ritenevamo necessario per rivedere i punti chiave della storia, i design e il materiale che ci arrivava dallo studio. Speriamo di andare presto in Giappone per incontrarci faccia a faccia e approfondire la conoscenza di questi studi, ma sfortunatamente non è stato ancora possibile. Grazie alla tecnologia tutto è filato liscio.
James Waugh: L'unica cosa che vorrei aggiungere è quanto importante sia stato il supporto di Kanako in quella situazione, con tanti studi coinvolti, fusi orari diversi e chiusure che ci hanno messo in difficoltà. Una cosa da sottolineare è la disponibilità di tutti questi creativi a confrontarsi con LucasFilm, consapevoli che eravamo lì per aiutarli a realizzare la miglior storia possibile di Star Wars con la nostra conoscenza della materia.
Immergersi nel mondo di Star Wars
Ricordate la prima volta che avete visto un film di Star Wars e cosa vi ha colpiti?
Kanako Shirasaki: La mia prima volta è stata alle scuole superiori. Era l'Episodio 1 ed io ero una grande fan di Ewan McGregor e non potevo perderlo!
James Waugh: Il mio è stato L'impero colpisce ancora. Dovevo avere quattro o cinque anni e ricordo che mio padre era un grande fan del primo Star Wars perché era un grande fan di Kurosawa. Era un autore di documentari, molto appassionato di cinema giapponese, e mi parlava di una versione spaziale di quei film e ricordo che una volta al cinema me ne innamorai subito, nonostante non sapessi nulla del contesto della storia, di Luke e Darth Vader. Mi sono dato da fare per avere subito una cassetta col primo film, nonostante fossi così piccolo, ed è diventato subito una parte fondamentale della mia vita da allora.
Film di Star Wars: in che ordine (cronologico) vederli
Ci sono cose in Visions che vanno al di là del canone della saga, come le spade che cambiano colore a seconda del Jedi che le impugna. Come vi siete comportati in questi casi? Siete stati aperti a tutte le nuove idee o ci sono stati casi di spunti che andassero troppo oltre?
James Waugh: In generale, indipendentemente dal tipo di storia che stiamo raccontando, cerchiamo sempre di far sì che un creativo possa realizzare la sua visione. E con queste Visions in particolare c'era l'opportunità di usare la forma dell'animazione per fare cose che non erano mai state fatte prima in live action. Nel caso specifico che citi, credo che ci sia stata una discussione interna, perché è quello che facciamo normalmente, per capire se funzionasse nella logica della storia e drammaturgica. E ci è sembrato che lo facesse nell'interpretazione della storia di quel corto, così l'abbiamo approvato. Ci sono stati dubbi, soprattutto all'inizio, e penso a Rapsodia di Tatooine che è stato uno dei primi progetti esaminati. Sono stati dei veri e propri test per capire le potenzialità del progetto, ma abbiamo subito capito che queste storie potevano aprire la porta per realizzare cose che non avevamo mai fatto, come una Rock Opera, spade laser che cambiano colore o una storia tipo Pinocchio che vuole diventare un bambino vero.
Avete parlato con George Lucas a proposito di queste storie? Che cosa vi ha detto?
James Waugh: Non c'è stata occasione di parlare con George a proposito di queste storie. Siamo tutti ispirati da tutto ciò che George ha fatto. Speriamo che ne sia fiero, essendo un fan del mondo giapponese e del suo cinema, e speriamo che abbia occasione di vederli presto.
Star Wars e il Giappone
La cultura giapponese ha influenzato Star Wars sin dall'inizio. Com'è stato tornare alle origini della saga?
James Waugh: Dal mio punto di vista è stata una gioia. È stato bellissimo vedere questo dialogo tra est e ovest, con l'intento di realizzare qualcosa che la gente potesse amare. È corretto, Star Wars è pieno dei riferimenti ai film di Kurosawa, così pieno di riferimenti allo stile narrativo giapponese, George ne è stato così ispirato che ci è sembrato di rifare quella traduzione al contrario e tornare a casa.
Kanako Shirasaki: Così come Lucas è stato ispirato da Kurosawa e i film classici giapponesi, così molto animatori e creativi del mondo degli anime è stato ispirato da Star Wars, e sono stati felici di esplorare questa contaminazione nei loro corti.
Pensa che questo progetto possa avvicinare le generazioni più giovani, che amano lo stile giapponese, al mondo di Star Wars?
James Waugh: Non credo sia stato questo l'intento, non credo si sia scelto il mondo degli anime per intercettare quel target. Speriamo ovviamente che tanti fan degli anime che non amano Star Wars possano vedere le potenzialità immaginative della saga, ma allo stesso tempo penso che ci siano tanti fan di Star Wars che non sanno conoscono la ricchezza narrativa che viene dal Giappone. La speranza è che la fusione di queste due idee porti nuovi fan a entrambi i mondi, anche se c'è sicuramente già una sovrapposizione. Sono due mondi che si uniscono alla perfezione.
Ci sono aspetti del mondo di Star Wars e di questi corti che vi piacerebbe venissero ulteriormente esplorati in futuro?
James Waugh: Una delle cose divertenti di Star Wars è il poter espandere la narrazione in altri media, lo facciamo sempre. Per esempio c'è un romanzo molto interessante ora riprende la storia dei Ronin. Star Wars è un universo e queste storie continuano ad andare avanti. Questi personaggi continueranno ad andare avanti e ci sono tante avventure all'orizzonte. L'opportunità di riprendere queste storie e raccontarle è lì, pronta a essere colta. Io stesso voglio rivedere la band di Rapsodia di Tatooine, voglio vedere come vanno avanti alcune di queste storie. C'è tanto potenziale e alcune di queste idee sono così uniche che ci piacerebbe riprenderle. Speriamo che l'entusiasmo del pubblico ci supporti una volta che la serie sarà pubblicata.
Kanako Shirasaki: Ci sono così tante storie e personaggi interessanti in ogni corto che non puoi fare a meno di voler sapere di più su di loro. Non vedo l'ora di ascoltare e leggere le reazioni del pubblico che guarderà Star Wars: Visions su Disney+.