The Acolyte - La seguace: camei, segreti e polemiche dell'episodio 4

Il quarto episodio di The Acolyte - La seguace ha sollevato un polverone tra i fan di Star Wars sulla presenza di un certo personaggio. Solo una polemica sterile o argomento di discussione? L'articolo contiene spoiler!

The Acolyte, i protagonisti della serie Star Wars

Sembra quasi che ogni settimana si debba sollevare un polverone su un nuovo episodio di Star Wars... quale che sia la serie, poco importa. In questo caso tocca a The Acolyte - La seguace. Così, dopo che una parte del pubblico si è indignata per la componente LGBTQ+ nell'episodio 3 - sebbene l'unica effusione, se così la possiamo chiamare, sia stata una semplice carezza di Madre Aniseya - ora tocca al personaggio di Ki-Adi Mundi fare arrabbiare i fan più integralisti. Tra le due polemiche c'è una certa differenza, però.

Vernestra
Vernestra Rwoh in una scena di The Acolyte - La seguace

Certi fan ce l'avevano con The Acolyte - La seguace per quello che amano definire woke ancora prima che uscisse l'episodio pilota: la creatrice della serie Leslye Headland è lesbica ed è sposata con Rebecca Henderson, l'attrice che interpreta proprio Vernestra Rwoh. Anche Amandla Stenberg, che interpreta sia Osha che Mae, è gay: una combo micidiale che ha spaventato chi non vede di buon occhio l'inclusività, sebbene alla fine la serie non sia stata proprio un susseguirsi di arcobaleni.

Ki-Adi Mundi in The Acolyte?

Ki Adi In The Acolyte
Ki-Adi Mundi da "giovane" nella serie Star Wars

La polemica che riguarda l'episodio 4, però, è un po' meno sterile e solleva anzi una questione importante. Il punto è questo: Headland aveva anticipato che nella sua serie non ci sarebbero stati altri cameo dell'Alta Repubblica dopo Vernestra Rwoh, tuttavia non sarebbero mancate delle "sorprese" in questo senso. E mentre tutti prevedevano una comparsata di Yoda (in fondo lui era già nel Consiglio dei Jedi nei fumetti e nei romanzi dell'Alta Repubblica, ambientati circa 100 anni prima di The Acolyte) e sapevano, dai trailer, che ci sarebbe stato Plo Koon - o comunque un Kel Dor che somiglia tantissimo al cavaliere Jedi, dato che non è menzionato nei titoli di coda - nessuno si aspettava di vedere Ki-Adi Mundi, che invece nei titoli di coda è nominato. The Acolyte, infatti, si svolge nel 132 BY (Before Yavin) mentre Ki-Adi Mundi sarebbe nato nel 93 BY, quindi quasi quarant'anni dopo. Eppure lo vediamo già adulto in The Acolyte, sebbene più giovane rispetto al canuto Jedi conosciuto in Star Wars - La minaccia fantasma.

Ki Adi In Ep3
Ki-Adi Mundi in Star Wars: Episodio III

Bisogna però sottolineare che la data di nascita di Ki-Adi Mundi è stata menzionata soltanto in un vecchio tomo della linea chiamata Legends, cioè di quella serie di produzioni multimediali antecedenti l'acquisizione di Lucasfilm da parte della Disney che non è più considerata strettamente canonica: i nuovi scrittori di romanzi, fumetti, film, videogiochi e serie TV possono attingere alle storie Legends e usarle come fonte d'ispirazione, ma esse non sono più ufficiali a meno che Lucasfilm non le confermi o le riscriva. È quello che è successo col personaggio di Thrawn, per esempio. Creato da Tymothy Zahn per i suoi romanzi nei primi anni '90, è rimasto confinato nel canone Legends finché Dave Filoni non l'ha ripescato molti anni dopo per la serie animata Star Wars Rebels, facendo riscrivere la sua storia dallo stesso Zahn in una nuova serie di romanzi ufficiali.

The Acolyte: La seguace, ma cos'è l'Alta Repubblica nell'universo di Star Wars?

La vera polemica sulla continuità

Ki Adi In Ep1
Ki-Adi Mundi in Star Wars: Episodio I

Il problema, però, non è solo il fatto che in The Acolyte - La seguace compaia un personaggio che non sarebbe dovuto ancora essere nato: volendo si potrebbe semplicemente spostare la sua data di nascita ufficiale e confermare che i Cereani come Ki-Adi Mundi possano vivere centinaia di anni. Il problema è proprio quel personaggio, perché Ki-Adi Mundi è famoso per una battuta molto specifica, pronunciata in Episodio I: La minaccia fantasma. Quando Qui-Gon Jin e Obi-Wan Kenobi informano il Consiglio dei Jedi di aver incontrato Darth Maul nel deserto di Tatooine, proprio Ki-Adi Mundi esclama: "Impossibile. I Sith sono ormai estinti da un millennio!". E tuttavia lui partecipa alla riunione segreta nell'episodio 4 di The Acolyte - La seguace in cui i Jedi presenti ipotizzano che Mae appartenga a un "ordine scismatico... o a qualcosa di peggio".

È una contraddizione che i prossimi episodi potrebbero spiegarci facilmente. Per esempio, è possibile che nessuno riesca a riferire a Ki-Adi Mundi e agli altri di aver incontrato un Sith che magari potrebbe anche non essere un Sith: non tutti i Jedi "cattivi" sono Sith. Forse The Acolyte sta imbastendo questa storia per giustificare la "menzogna" di Ki-Adi Mundi in Episodio I: questa storia, casomai non si fosse capito, serve a spiegare come l'Ordine dei Jedi si è indebolito a tal punto da farsi prendere per i fondelli da Palpatine e i suoi seguaci in tutta la trilogia prequel. Saranno, insomma, i prossimi episodi a chiarire se si sia trattata di una semplice svista o se il cameo di Ki-Adi Mundi sia stata una scelta precisa e ragionata.

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I Jedi pronti a combattere nel finale dell'episodio 4 di The Acolyte - La seguace

Nonostante questo, bisogna riflettere un attimo sulla direzione che sta prendendo il citazionismo in Star Wars. Le polemiche nel web sono spesso gratuite e gonfiate ma in questo caso non possiamo biasimare in toto i fan che hanno sollevato un polverone. L'Universo Espanso di Star Wars è un immaginario multimediale molto delicato che merita rispetto e per il quale si è scelto di fondare un organo di supervisione proprio al fine di evitare l'anarchia e le contraddizioni che lo avevano incrinato negli anni antecedenti all'acquisizione di Lucasfilm, quando gli autori erano liberi di scrivere e riscrivere le storie, creando solo una gran confusione. Bisogna chiedersi che senso abbia rovistare in questo immaginario a caccia di personaggi o situazioni solo per farne degli easter egg che rischiano di adirare proprio quel pubblico che si vorrebbe deliziare. Le prossime settimane ci diranno se la Headland ha commesso un grosso errore o se riuscirà a sorprenderci con una giravolta che potrebbe anche conferire maggiore profondità a quelle vecchie storie.