Star Wars: Kathleen Kennedy non lascerà la Lucasfilm entro l'anno. Ma forse dovrebbe farlo

È la diretta interessata a smentire le voci sul suo allontanamento dallo studio, anche se forse, come per la Marvel, è comunque ora di cambiare aria.

Kathleen Kennedy e l'universo di Star Wars

Non è di certo per caso che George Lucas, dopo il suo pensionamento "uscita" dalla Lucasfilm, abbia voluto Kathleen Kennedy a guida della casa di Star Wars. Non è che tutti i produttori e le produttrici di questo mondo possono dire di aver esordito nel mondo del cinema producendo un film come E.T. di Steven Spielberg, ma lei invece può farlo. Non è che poi si sia adagiata sugli allori: in seguito avrebbe aggiunto al suo curriculum di producer o executive producer roba come L'impero del sole, I goonies, Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Jurassic Park, I ponti di Madison County, Il sesto senso, Lincoln. Poi c'è la Kennedy/Marshall Company, la società di produzione che nel 1992 ha aperto con suo marito Frank Marshall. Un altro che nei primi anni settanta si è fatto le ossa con L'ultimo spettacolo e Paper Moon. Insomma: parlare di Kathleen Kennedy significa avere a che fare con quasi 50 anni di cinema pop.

Star Wars: Episode VII - J.J. Abrams e Kathleen Kennedy sul set insieme al membro del Parlamento inglese George Osbourne e a R2-D2
Kathleen Kennedy sul set di Star Wars 7

Eppure, dal giorno in cui ha accettato di ereditare dall'amico e collega George Lucas le redini della compagnia da lui fondata, il suo rapporto con la saga di Star Wars pare essere stato abbastanza conflittuale. Una conflittualità che si è riflessa tanto a livello interno, pensate ai vari registi licenziati anche in corso d'opera a riprese quasi ultimare, che esternamente, in quanto a feedback con i fan. Che hanno accolto con molta gioia la notizia secondo la quale entro la fine dell'anno lascerà la sua posizione di boss della Lucasfilm. Cosa che è stata smentita dalla diretta interessata in un botta e risposta con Deadline.

Come ti spaccio la notizia

Tutto ha avuto inizio con un'indiscrezione pubblicata dal noto analista e scooper Matthew Belloni. In un'uscita recente della sua newsletter Puck, ha scritto che la Disney ha intenzione di mettere da parte Kennedy entro l'anno. La stessa cosa che, come ci ricorda Deadline, aveva detto circa un anno fa. Motivo per cui il co-editor in chief della testata menzionata poco fa, Mike Fleming, in un classico gioco di battibecchi come spesso avviene nel mondo della stampa d'intrattenimento, ha deciso di mettere i puntini sulle i. Ed essendo il co-caporedattore di Deadline ha potuto farlo interpellando proprio lei, Kathleen Kennedy.

Prima di farlo ha però elegantemente criticato la faciloneria con cui Belloni è solito attaccare Kennedy "come se gli dovesse dei soldi" e la maniera con cui ha innescato l'inevitabile tamtam mediatico. Effettivamente, tutto questo si è automaticamente tradotto con un "Kathleen Kennedy lascerà la Lucasfilm entro la fine del 2025" come se la Casa di Topolimo fosse effettivamente pronta a mettere alla porta la produttrice dal giorno alla notte. News riportata da tutti in tutto il mondo a partire dall'Hollywood Reporter in giù.

Star Wars Celebration: Billie Lourd insieme a George Lucas, Mark Hamill, Harrison Ford e Kathleen Kennedy
Una foto di gruppo starwarsiana

Spiega Fleming che la realtà dei fatti è molto più ordinata di così. Molto semplicemente, Kathleen Kennedy starebbe lavorando a un piano di successione da un paio d'anni a questa parte e starebbe selezionando dei candidati interni insieme al CEO della major, Bob Iger, e al capo dei Walt Disney Studios Alan Bergman.

Cosa si mormora a Los Angeles

Quella innescata da Belloni sarà stata anche un'escalation poco simpatica nei confronti di Kathleen Kennedy, ma ha portato in ogni caso alla pubblicazione di qualche rumour interessante. Prendiamo l'Hollywood Reporter. Il giornale spiega che, a prescindere dall'eventuale contentezza di parte del fandom di fronte a un'eventuale addio della dirigente, rimpiazzarla non sarà facile. Rayne Roberts, executive che ha lavorato per 12 anni alla Lucasfilm, pareva uno dei papabili, caldeggiato dalla stessa Kennedy. Ma giusto una manciata di giorni fa è stato nominato nuovo vice presidente di Searchlight.

The Mandalorian Prime Impressioni Lbfptrv
The Mandalorian in TV ha ottenuto straordinari riscontri

Poi ci sarebbero delle beghe collegate al ruolo in sé. Che non è tanto di natura creativa come può essere anche il mestiere di produttore. Ha più a che fare con questioni di tipo manageriale, tanto in merito di rapporti con la Disney quanto in materia di licensing e di relazioni con i fan. Che è un po' il motivo per cui è difficile che in Lucasfilm si possa creare una situazione in cui, a prendere il posto di Kennedy, saranno Jon Favreau e Dave Filoni, i responsabili delle serie TV di maggior successo ambientate nel mondo di Guerre Stellari. Entrambi resterebbero ingabbiati in una professione che non è la loro e che tarperebbe le loro ali.

Un inizio col botto, un epilogo moscio

Mettiamo da parte ogni considerazione collegata alle serie TV di Star Wars. Guardiamo un attimo ciò che è accaduto al cinema. Star Wars: Il risveglio della forza ha incassato più di due miliardi di dollari. Star Wars: Gli ultimi Jedi 1,3. Star Wars: L'Ascesa di Skywalker poco più di un miliardo.

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Daisy Ridley nel mediocre Star Wars 9

C'erano in programma svariati film antologici, in aggiunta a Rogue One: A Star Wars Story e Solo: A Star Wars Story, che non sono stati mai fatti e, tutt'al più, si sono trasformati in serie Tv mediocri come The Book of Boba Fett e Obi-Wan Kenobi. Insomma: qualcosa è andato storto perché esordire con una cifra così alta e chiudere con la metà vuol dire non aver saputo dare seguito alla fiammata iniziale. Era naturale, dopo dieci anni di assenza dalle sale e con la spinta della macchina promozionale della Disney, che Star Wars VII avrebbe fatto faville al botteghino.

Obiwan Kenobi Ew 7
La serie TV di Obi-Wan Kenobi poteva essere memorabile. Poteva...

Curiosità, attesa, costruzione di un vero e proprio evento imperdibile. Fallire era quasi impossibile. Qualcosa però non ha funzionato a dovere con quello che è stato fatto poi è se è vero che il lavoro di Kathleen Kennedy non è più quello puro di produttrice ma è più manageriale e ha il compito di tenere in piedi tutta la baracca vuol dire comunque che manca in ogni caso la capacità di mantenere una visione d'insieme capace di suscitare interesse nelle persone.

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E lo diciamo col massimo rispetto possibile verso la figura di una produttrice con successi senza pari alle spalle realizzati in un contesto come quello dell'industria del cinema che, per le donne, non è mai stato semplicissimo. Tuttavia, come abbiamo detto anche di Kevin Feige qualche giorno fa, arriva per tutti il momento di fare un passo indietro.