Da poco più di 45 anni Star Wars fa parte dell'immaginario collettivo, con le sue storie ambientate tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana. Una galassia che in teoria potrebbe espandersi in infiniti modi, sul piano geografico e cronologico. Eppure, almeno sullo schermo, continua a ruotare attorno allo stesso gruppo di persone, e ultimamente lo fa in modo a dir poco discutibile, di fatto compromettendo gran parte del potenziale del franchise. Proviamo a spiegare il perché in questa sede. Attenzione, l'articolo contiene spoiler per le serie live-action realizzate per Disney+!
Un annuncio a lungo atteso
Tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018, il regista Rian Johnson ha parlato del suo progetto per una trilogia senza legami con la Skywalker Saga, ambientata in un angolo finora inesplorato della galassia lucasiana. Una notizia intrigante per l'evoluzione del franchise dopo la conclusione della suddetta Saga, ufficialmente finita con l'Episodio IX. Stando a Kathleen Kennedy, presidente di Lucasfilm, il trittico di Johnson è ancora previsto, appena lui avrà finito di lavorare ai due sequel di Cena con delitto - Knives Out, ma c'è chi sospetta - anzi, spera - che quei tre film non vedano mai la luce del giorno, dato che il cineasta avrebbe snaturato la Saga con Star Wars: Gli ultimi Jedi, reo di aver cercato di fare qualcosa di nuovo e non appoggiarsi alla nostalgia a tutti i costi. Un "crimine" nei confronti dell'opera lucasiana, a detta dei fan più conservatori, nonostante il film sia perfettamente in linea con quanto visto negli Episodi precedenti (tanto per dirne una, la descrizione dei Jedi da parte di Luke Skywalker, da alcuni ritenuta sacrilega, è il riassunto perfetto della trilogia prequel).
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Il trattamento che Johnson e alcuni degli attori della terza trilogia hanno subìto sui social (Kelly Marie Tran ha dovuto chiudere il suo profilo Instagram in seguito a insulti vari) è il motivo per cui altri registi, tra cui Christopher McQuarrie, esitano ad accettare un incarico legato al mondo lucasiano, perché non vogliono avere a che fare con quella fazione, ridotta ma agguerrita, di appassionati che se la prendono per la minima deviazione da quello che loro reputano canonico, anche quando la loro nozione del canone è errata. Una fazione talmente legata al passato che è pronta ad accettare anche un Luke palesemente posticcio ed eticamente dubbio (quello visto in The Mandalorian e The Book of Boba Fett), esaltandolo come "vero" Skywalker solo perché si comporta in base alle loro aspettative, senza interrogarsi sul fatto che sia una creazione virtuale dalle implicazioni problematiche (anche la voce è interamente digitale, grazie a un software chiamato Respeecher). E questo dopo che, appena qualche decennio prima, lo stesso George Lucas era stato preso di mira dal fandom per il suo uso eccessivo di tecnologie digitali.
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Nuovi mondi?
Il presunto desiderio di assecondare i nostalgici è talmente forte, secondo alcuni, che all'inizio del 2022 c'era chi ipotizzava che nel finale della miniserie su Boba Fett avremmo visto gli avatar digitali di Mark Hamill, Carrie Fisher e Harrison Ford, per accontentare chi si era lamentato di non averli visti tutti e tre insieme nella trilogia sequel. E anche se questo non si è verificato, rimane il sentore generale di una mancanza di ambizione in seno alla Lucasfilm, che da quando ha cominciato a operare sotto l'egida aziendale della Disney ha solo sfornato film e serie che si situano nella cornice cronologica degli Episodi I-IX. E tutto questo all'insegna del crossover continuo, una presunta contaminazione della Marvel. Con la differenza che la Casa delle Idee continua a spingersi in nuove direzioni (vedi Eternals e Moon Knight), mentre la galassia lontana lontana non fa che restringersi: si torna sempre alla guerra tra Jedi e Sith e alla questione degli Skywalker, anche in storie che sulla carta non dovrebbero intersecarsi con tali elementi. Sola eccezione finora è Star Wars: Visions, i cui artisti hanno carta bianca nel rileggere le componenti del franchise a loro piacimento.
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Rimane lo spiraglio di luce e speranza (una nuova speranza?) offerto dai film attualmente in lavorazione. Kathleen Kennedy ha ribadito l'importanza di dover andare oltre la Skywalker Saga, e in teoria è ciò che faranno i lungometraggi di Johnson e quello di Taika Waititi, che dovrebbe essere il primo a uscire, alla fine del 2023. Saranno ambientati dopo gli eventi del filone principale, o prima? Ci sarà davvero la possibilità di esplorare angoli narrativi che non si ricolleghino per forza a ciò che stiamo seguendo da quasi cinque decenni? Domande importanti per il futuro del franchise, perché se il Luke posticcio degli ultimi due anni dovesse diventare il simbolo di ciò che la galassia lucasiana è oggi, ciò vorrebbe dire che in tempi piuttosto brevi il tutto rischia di diventare un'operazione solo per i fan duri e puri, un fenomeno di nicchia per pochi eletti.
Che è esattamente ciò che Star Wars non dovrebbe mai essere.