Star Wars, fin dalle sue fondamenta, è stato presentato come un universo dal sapore epico e messianico che, paradossalmente, ha molti punti in contatto con il genere fantasy, nonostante il mondo di Lucas sia inserito in un contesto sci-fi. Tale aspetto è importante da sottolineare perché la Galassia lontana lontana, che ha visto la luce inizialmente nel 1977, rappresenta un conglomerato di istanze diverse con una predilezione particolare nei confronti dell'epica cavalleresca e dell'esegesi biblica, tutti elementi di vitale importanza che però, soprattutto negli ultimi anni, sono stati abbandonati. È però necessario che questo sostrato contenutistico e tematico sia riscoperto, specialmente dai nuovi appassionati di Star Wars così da non perdere le importanti basi culturali che sorreggono tutto il franchise. Il nuovo film di Guerre Stellari diretto da James Mangold (Logan - The Wolverine, Quel treno per Yuma), annunciato recentemente durante lo Star Wars Celebration, torna alle origini, raccontando la storia del primo Jedi e inaugurando l'era dell'Alba dei Jedi (Dawn of the Jedi), riprendendo quel collante contenutistico di cui vi abbiamo parlato sopra.
Le prime parole di Mangold
Quando è stato ufficializzato il film di James Mangold, l'autore fin da subito ha speso qualche parola sul progetto, attribuendogli "un respiro biblico" e dando due modelli cinematografici ben precisi ovvero Ben-Hur e I dieci comandamenti. Questi lungometraggi, nella fattispecie due kolossal di stampo storico-religioso, sembrano già fornire delle indicazioni molto chiare. In base a tali indizi, quindi, dovremmo aspettarci un'opera molto lontana dalle solite pellicole di Guerre Stellari (specialmente le più recenti) con un'attenzione maggiore sulla costruzione dell'universo e un occhio particolare riservato alle regole che lo governano, andando a creare forse una storia di formazione dai toni seriosi e filosofici. Un ulteriore conferma è arrivata nelle ultime ore, con il film-maker che ha specificato che all'interno del film sarà fondamentale capire il significato della Forza, una domanda ricorrente nel franchise che finalmente avrà una risposta. Quest'ultima non giungerà certamente a colpi di battute, ma con analisi, descrizioni e sviluppo di tematiche ben precise, con uno schema narrativo che ci sembra meno immediato e diretto rispetto al solito.
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Le basi di Guerre Stellari
Detto questo, un lungometraggio di Star Wars ambientato 25.000 anni prima di Guerre stellari include già, sul piano contestuale e cronologico, un'ambizione che Lucasfilm si è posta probabilmente subito dopo il fallimento della trilogia sequel. Quando infatti l'azienda si è effettivamente accorta di cosa non ha funzionato dei nuovi film, ha pensato bene di ripartire da capo con questa opera o meglio, di andare a ritroso per settare in modo più esplicito le regole e le leggi dell'universo sci-fi, probabilmente per spiegare meglio le intenzioni e il significato dietro determinate scelte produttive. Quella che sembra, però, una giustificazione lunga un'intera pellicola, è la perfetta occasione per espandere ed ampliare una porzione di mondo che non è mai stata raccontata (almeno secondo il canone, perché l'Universo Espanso, come vedremo dopo, ha già spiegato qualcosa in merito). Una scelta controcorrente che acquista ancora più senso se si tira in ballo anche il film di Sharmeen Obaid-Chinoy che invece si occupa del post-trilogia sequel, a conti fatti l'altro estremo temporale di Guerre Stellari.
Recuperare l'universo espanso
Come già anticipato, in realtà l'Universo Espanso si è già occupato dell'Alba dei Jedi, nello specifico con una serie a fumetti della Dark Horse Comics scritta da John Ostrander e illustrata da Jan Duursema, pubblicata tra il 2012 e il 2014. Anche in questo caso, la cronologia comincia nell'anno 25.793 BBY e vede come protagonisti i primi esseri umani sensibili alla Forza, in perenne scontro con il popolo dei Rakata. Tutto questo interessante arco narrativo, che tra l'altro ebbe un notevole successo all'epoca, dopo l'acquisizione di Star Wars da parte della Disney il 25 aprile 2014, rientrò sotto l'etichetta Legends, con una buona porzione dell'universo espanso escluso dalla continuity della saga. Ecco che quindi questa nuova pellicola sembra ripartire proprio da questo progetto rimasto oramai nell'ombra e ci sono buone probabilità che James Mangold abbia recuperato parte del contenuto del fumetto. È chiaro, però, che riportare alla luce una fetta cospicua del mondo di Guerre Stellari perduta parzialmente non è l'unica finalità di Lucasfilm.
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La nascita di una nuova Era, ma non solo
Non dobbiamo dimenticarci che questa pellicola ha tutte le carte in regola per ampliare l'universo stesso del franchise. Il lungometraggio è il primo ambientato durante l'Alba dei Jedi, inaugurando in modo sottinteso una nuova Era per il mondo sci-fi ideato da George Lucas, dove possono convogliare in futuro altri prodotti come serie tv, film, fumetti e videogiochi, similarmente a quanto accaduto all'Alta Repubblica, lanciata a livello editoriale da qualche anno. Non solo: la costruzione di tale Era permette anche di assottigliare le distanze con il tanto decantato periodo della Vecchia Repubblica, che, proprio durante lo Star Wars Celebration, è stato ufficializzato dopo alcune menzioni sparse specialmente in Star Wars: le guerre dei Cloni e Star Wars Rebels. Parliamo di un intervallo temporale che purtroppo è stato accantonato nel reame Legends (legato a videogiochi, fumetti e romanzi), ma che sembra che possa ricominciare a vivere, in particolare dopo le tante richieste dei fan di vedere sul grande e piccolo schermo gli scontri leggendari tra i Jedi e Sith più potenti della galassia.
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Un nuovo ordine
In conclusione, è evidente che la Lucasfilm voglia a tutti i costi mettere ordine nella Galassia dopo che la recente trilogia sequel ha sconvolto e non poco le carte in tavola. La company si è resa conto che una maggiore attenzione alla cronologia degli eventi, specialmente passati (ma anche futuri, come abbiamo visto), può rivelarsi la chiave giusta per riprendere le fila del franchise. È altrettanto importante considerare che aprire nuovi spiragli cronologici e non sviluppare quelli già presenti richiede sicuramente una cura e un impegno maggiori, ma denota anche una concretezza e uno sguardo a lungo termine che non avevamo visto negli ultimi anni. Tutto dipenderà, ovviamente, dall'accoglienza riservata alla pellicola diretta da James Mangold che sarà il banco di prova definitivo non solo per per L'Alba dei Jedi, ma anche per l'Alta Repubblica e la Vecchia Repubblica, i due archi temporali "old school" successivi che saranno testati per la prima volta nel mondo seriale e cinematografico.