La nascita del mito
"Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale. Diretta all'esplorazione di strani, nuovi mondi. Alla ricerca di altre forma di vita e di civiltà. Fino ad arrivare dove nessun uomo è mai giunto prima." queste le parole d'apertura che accompagnavano le immagini dell'astronave creata da Gene Roddenberry nel 1966 mentre sorvolava pianeti e galassie. Roddenberry ha creato un mito che ancora oggi fa viaggiare con la fantasia milioni di persone, nonostante siano passati quasi cinquant'anni. Ma il papà di Star Trek ha dato vita a qualcosa di più di un semplice franchise, è stato il fautore di un movimento culturale basato sui principi che ispirano la serie madre e tutti i suoi spin-off: onestà, di azione e pensiero, abolizione dei pregiudizi, apertura mentale, curiosità intellettuale, abbandono dei conflitti armati (se non come ultimissima risorsa), insomma un modo di pensare completamente all'avanguardia per l'epoca e anche per oggigiorno.
Lo show è nato per ispirare più alti valori morali e si può tranquillamente dire che ci sono riusciti, avendo introdotto sullo schermo per la prima volta una donna di colore (Uhura interpretata da Nichelle Nichols), un giapponese al timone (Sulu, George Takei) e un russo alla postazione di difesa (Chekov, Walter Koenig) tutti nella stessa squadra, un evento storico considerata la fine della seconda guerra mondiale ancora alle porte e lo spauracchio del comunismo agitato da Joseph McCarthy.
L'esordio al cinema
Come ciliegina sulla torta Roddenberry pensò bene di introdurre un personaggio che avrebbe praticamente distrutto tutte le barriere politiche e sociali dell'epoca: un alieno di nome Spock (Leonard Nimoy). Un extraterrestre metà umano e metà vulcaniano che pratica la religione della logica e non comprende assolutamente l'impetuosità delle emozioni umani (a meno che non si trovi nel periodo del pon-farr). Come avrebbe potuto il pubblico identificarsi con un personaggio del genere? Ma lo stratagemma narrativo ha raccolto ampliamente i suoi frutti, Mr Spock è diventato il simbolo con cui i Trekkies si identificano di più: l'alieno dall'intelligenza sovrumana e dall'ignoranza sentimentale che guarda tutto con occhi nuovi è ancora oggi il testimone indiscusso della saga.Nonostante la serie originale sia durata soltanto tre stagioni, questo non ha fermato l'uragano capitanato da James Tiberius Kirk (William Shatner), a dieci anni dall'ultimo episodio, nel dicembre del '79 arriva sugli schermi Star Trek: il film, la trasposizione cinematografica della serie TV che vede la vecchia squadra di nuovo insieme mentre affronta un'astronave di dimensioni immense che si dirige verso la Terra con il chiaro intento di distruggerla. Le cose sono un pochino cambiate; Kirk è diventato Ammiraglio e non siede più al comando della nave, deve accontentarsi di dare suggerimenti o in alcuni casi di 'rubare' il comando per situazioni impreviste, come accade nel secondo installement, Star Trek II: L'ira di Khan, dove un vecchio nemico (Ricardo Montalban) rispunta dalle pieghe del tempo per portare a termine una terribile vendetta nei confronti di Kirk e del suo equipaggio. Anche stavolta la ciurma se la cava per il rotto della cuffia, ma paga un prezzo enorme: Spock si sacrifica per salvare la nave e i suoi passeggeri e il film si chiude con il funerale del leggendario vulcaniano, che Kirk saluta dicendo "Del mio amico posso dire solo questo: di tutte le anime che ho incontrato nei miei viaggi, la sua era la più... umana".
Alla ricerca di Spock
Ma niente paura, perchè a meno che non si indossi una maglietta rossa in Star Trek non si muore mai per davvero (tutte gli extra degli episodi con l'uniforme rossa facevano sempre una brutta fine) e Spock ritorna nuovamente ad elargire perle di logica nel quarto film. Nel frattempo era già partito il primo spin-off della serie madre, una serie animata che è andata in onda per un solo anno. La terza pellicola dell'84, Star trek III: alla ricerca di Spock, vede il dottor McCoy (DeForest Kelley), brillante controparte di Spock per tutta la saga, essere affetto da una fusione vulcaniana, poichè il caro comandante, prima di sacrificarsi e salvare l'equipaggio, gli ha affidato il suo katra, cioè la sua essenza vitale. Per salvare McCoy dalla follia c'è un'unica possibilità, portarlo su Vulcano dove affronterà una cerimonia religiosa molto antica. Ovviamente le cose si complicano un tantino e i nostri finiscono per rubare l'Enterprise, recuperare il corpo di Spock, che è vivo ma in pratica un vegetale, far saltare in aria la nave per evitare che cada in mano di una banda di Klingon ribelli e appropriarsi di un vascello Klingon per scappare come sempre all'ultimo minuto prima di un'immensa esplosione.
Rotta verso la Terra
Purtroppo anche in questo capitolo Kirk versa lacrime amare per la morte di suo figlio David. Il ritorno a casa nell'86, Star trek IV: rotta verso la Terra, trova Kirk, Spock, Bones, Sulu, Chekov e Uhura pronti ad affrontare la corte marziale per quello che hanno fatto, ma in quello che è forse il film più palesemente politico della serie, vediamo la gang salvare nuovamente il pianeta andando indietro nel tempo per recuperare una balena e portarla nel loro tempo, in modo che possa comunicare con una sonda aliena che sta, involontariamente, distruggendo la Terra. Il messaggio ambientalista è chiarissimo e nonostante i fans non lo considerino uno dei film più prettamente sci-fi della saga è anche uno dei più amati, anche perchè finalmente a Kirk viene restituito il comando dell'Enterprise come 'punizione' per i suoi atti di insubordinazione. Quello meno amato è forse il quinto film, Star trek V: l'ultima frontiera che più che un prodotto cinematografico sembra un episodio TV esteso.
Gli anni '90: il ritorno in TV
Nell'87 arriva la svolta televisiva, Star Trek: The Next Generation. L'Enterprise ha un nuovo equipaggio e un nuovo capitano, Jean-Luc Picard (Patrick Stewart), un uomo meno impulsivo di Kirk, ma con grande esperienza, che guida una nave enorme con tanto di equipaggio e famiglie al seguito. Rispettando il messaggio di uguaglianza e parità dei diritti, in plancia troviamo ben più di un alieno e al comando tattico c'è nientemeno che un Klingon, il tenente Worf (Michael Dorn) che simboleggia la tanto agognata pace tra i Klingon e gli umani. Pace raggiunta nel 1991 con Star trek VI: rotta verso l'ignoto dove l'Impero Klingon, in seguito a un esplosione su uno dei suoi pianeti, di ritrova con meno di cinquant'anni di vita e non può più permettersi una situazione politica estera disastrosa.In The Next Generation ci sono alieni di ogni specie e averne uno a bordo non è una novità, quindi gli autori hanno creato un altro escamotage per intrattenere il pubblico: l'androide Data. Superefficiente, più complesso e avanzato del computer di bordo, Data non è solo un robot, è una sorta di Pinocchio che aspira a diventare umano, a comprendere la nostra natura e a riuscire, in qualche modo, a emularla. Inutile dire che il successo della nuova serie è strepitoso e ridà linfa vitale al franchise che stava perdendo colpi. Rimane in onda per sette stagioni e dà vita a quattro nuove pellicole: Star trek: generazioni, dove c'è l'effettivo passaggio di testimone tra il vecchio e il nuovo equipaggio e dove Kirk incontra la sua fine su un pianeta deserto; Star Trek: Primo Contatto, in cui il nuovo equipaggio dell'Enterprise deve viaggiare all'indietro nel tempo per salvare l'universo, stavolta da una terribile minaccia, i Borg; Star trek: l'insurrezione, anche questo un capitolo non amatissimo dai fans, che lo 'salvano' soltanto perchè la storyline verte molto su Data e sulla sua continua ricerca della sua umanità; e Star Trek La Nemesi, del 2002, che vede la fine dei viaggi stellari dell'Enterprise per un po' di tempo e la morte di Data, scelta artistica che ha suscitato l'ira dei Trekkis in tutto l'universo conosciuto. Ma d'altronde non era possibile nessun'altra fine per Data, interpretato da Brent Spiner, che ovviamente non essendo un androide positronico tende a seguire il corso della natura e a invecchiare.
Le nuove astronavi
Per quanto riguarda le serie televisive, sono stati originati altri tre spin-off, Star Trek - Deep Space Nine, Star Trek Voyager e Star Trek: Enterprise. Il primo show racconta le avventure di una stazione spaziale, porto galattico su cui arrivano alieni di ogni dove; Voyager è una sorta di carovana spaziale al comando del capitano Janeway (Kate Mulgrew) dispersa nel quadrante Delta per opera di un'entità superiore e segue il difficoltoso viaggio di ritorno a casa dell'equipaggio. L'ultima nata è forse quella più amata dai fans dopo la serie originale e The Next Generation; Enterprise fa un salto all'indietro e ci racconta dei primissimi viaggi esplorativi della nave, quando la Federazione non esisteva ancora e quando il teletrasporto non era ancora sicuro per trasportare esseri viventi. Il capitano Archer (Scott Bakula), l'ingegnere Trip (Connor Trinneer) e la vulcaniana T'Pol (Jolene Blalock) sono i primi esploratori, quelli che coraggiosamente si avventurano oltre il nostro sistema solare per conoscere nuove forme di vita. La serie va in onda dal 2001 al 2005, con un finale di serie che ha oltraggiato i fans che preferiscono considerare l'episodio precedente come il vero finale di serie. Rick Berman e Brannon Braga, gli autori, hanno commesso l'errore fatale di spostare l'attenzione della storia dai beniamini del pubblico, inserendo dei personaggi di The Next Generation nell'ultimo episodio. Non ci sarebbe stato niente di male, visto che TNG è una delle serie preferite dai Trekkies, ma farlo nel finale di stagione e di serie ha lasciato l'amaro in bocca ai fans, così come la morte inutile e insignificante di Trip.
Il reboot di Abrams
Con la fine di Enterprise sembrava che il franchise avesse ormai raggiunto la sua ora, ma Star Trek è più di una semplice saga, è entrata nell'immaginario della gente allo stesso modo dei Cavalieri Jedi, Indiana Jones e altri cardini fondamentali della nostra fantasia. Nel 2009 J.J. Abrams ha preso in mano le redini del comando e ha diretto il nuovo Star Trek, un ambizioso e riuscitissimo nuovo capitolo delle avventure di Kirk, Spock & Co. Nuovo cast, nuova linea temporale, nuovi nemici, Abrams è riuscito a fare l'impensabile, ad accontentare gli inossidabili Trekkers e a catturare l'interesse di un pubblico nuovo, ripartendo da zero con gli stessi personaggi già noti ai più. Chris Pine, Zachary Quinto, Karl Urban, Zoe Saldana, Simon Pegg, John Cho e Anton Yelchin sono la nuova ciurma dell'Enterprise sfidano i venti siderali per andare dove nessun'uomo è mai giunto prima e ci riescono alla grande. Il bad guy di turno ha il volto tatuato di Eric Bana, un romulano proveniente dal futuro che mette in moto una serie di eventi tali da alterare la linea temporale 'canon' e così al comando dell'astronave Enterprise non troviamo Kirk - almeno non subito - ma il Comandante Pike (Bruce Greenwood) e il suo vice, Spock. Il vulcaniano e Kirk non si conoscono, non sono amici, anzi si detestano, ma durante il corso degli eventi - e con lo zampino di un altro vulcaniano ben noto al pubblico - tra i due s'inizierà a forgiare quel legame di profonda amicizia che li accompagnerà per tutta la vita.
Altra differenza notevole è la relazione romantica tra Spock e la bella Uhura, della quale finalmente scopriamo anche il nome, Nyota. Scotty non è neanche a bordo per metà del film, ma anche lui troverà la via di 'casa'. In questo genere di progetti il casting è fondamentale visto l'affetto che accompagna il franchise da decenni, in particolare c'era molta preoccupazione per il personaggio di Spock ma Zachary Quinto ha svolto un lavoro davvero encomiabile. Il passaggio di testimone viene segnato anche dalla presenza della moglie di Gene Roddenberry, Majel Barrett, storica voce del computer di bordo dell'Enterprise che anche stavolta ha dato vita alla battagliera astronave, poco prima di spegnersi nel dicembre del 2008. Il film ha debuttato negli States l'8 maggio del 2009 incassando quasi quattrocento milioni di dollari. La colonna sonora è firmata da Michael Giacchino il quale è riuscito a integrare il tema originale di Alexander Courage usandolo come accompagnamento per la scena finale, quando l'equipaggio, finalmente riunito, si prepara alla sua leggendaria missione quinquennale nello spazio inesplorato. La critica, così come il pubblico, ha accolto la pellicola in maniera entusiasta, elogiando l'operato del cast, degli autori e dell'intera crew, che è riuscita a creare uno spettacolo visivo brillante, dal sapore epico ma allo stesso tempo ricco di humour e action. L'unico 'scontento' ufficiale è arrivato da William Shatner, il quale ha gradito il film ma è rimasto deluso dal fatto di non avervi potuto partecipare.
Star Trek Into Darkness
Buona squadra non mente ed ecco che a quattro anni di distanza, nell'aprile del 2013, arriva nelle sale americane il sequel del reboot generato da Abrams. Anche stavolta la sceneggiatura è nelle mani dei fidati collaboratori del regista, Alex Kurtzman e Roberto Orci che hanno firmato la nuova pellicola con Damon Lindelof. Nuovamente al timone di comando e pronto a dispensare lens-flares a destra e manca (forse l'unica pecca del regista che ama fin troppo l'effetto realistico dei riflessi luminosi), Abrams mette a segno un altro punto vincente con questo sequel, che vede l'entrata in scena di uno dei villain iconici dell'universo trekkiano, Khan Noonien Singh. Super-umano geneticamente modificato, Kahn da' un bel po' di filo da torcere a Jim e soci; nella serie originale e nel film del 1982, Kahn è stato portato in vita da un fantastico Ricardo Montalbán che ne ha fatto un personaggio leggendario. Anche in questo caso il casting era un passaggio delicato da affrontare e di fatto non sono mancate le polemiche visto che per la versione attuale è stato scelto Benedict Cumberbatch, attore 'It' del momento consigliato ad Abrams da Steven Spielberg che lo ha diretto in War Horse. Cumberbatch è un interprete straordinario e anche stavolta ha dato un'ottima prova di se', ma molti fan sono rimasti scontenti dalla scelta degli autori, convinti che cambiare le origini del personaggio da P.O.C. (Person of Color) a caucasico sia stata una scelta poco sensibile.
Sia George Wang (Voyager) sia George Takei hanno dichiarato pubblicamente il loro disappunto, sostenendo che il loro malcontento era legato essenzialmente al cambio di razza del personaggio non al talento, indiscusso, di Benedict. Orci ha affrontato la questione in un'intervista dicendo che durante il processo di casting si sono sentiti in difficoltà all'idea di 'demonizzare' una persona di colore, specie qualcuno con caratteristiche medio-orientali: "uno dei punti fondamentali del film è che dobbiamo fare attenzione ai villain all'interno degli Stati Uniti, non al di fuori". Un altro motivo di lamentela è stata una scena con il personaggio di Alice Eve, durante la quale l'attrice compare in biancheria intima. La scena è effettivamente inutile e gratuita da un punto di vista narrativo e Lindelof si è scusato dicendo che in futuro avrebbe fatto più attenzione; Abrams ha cercato di alleggerire la tensione mostrando una scena tagliata in fase di montaggio di Benedict/Kahn sotto la doccia. Dal canto suo, l'attrice si è detta sorpresa dal tanto chiasso e che non si è sentita 'sfruttata'. Nonostante le critiche e nonostante i riflessi accecanti, anche il sequel ha riscontrato il successo meritato, consolidando definitivamente il reboot del franchise e la presenza del nuovo equipaggio nel cuore dei fan. Con un incasso di oltre 450 milioni di dollari, è il film che ha guadagnato di più in tutta la storia della saga. Ovviamente è già stato previsto un secondo sequel, per il 2016, con Orci a bordo per la sceneggiatura e Abrams come produttore esecutivo, visti i suoi impegni con il franchise antagonista Star Wars di cui dirigerà il nuovo capitolo.
Star Trek Beyond
Il 25 Giugno 2015 iniziano le riprese per il terzo installment della linea temporale creata da Abrams & soci nel 2009, Star Trek Beyond, con Chris Pine, Zachary Quinto e il resto del cast nuovamente nei panni dello storico equipaggio. Il film viene distribuito nel Luglio del 2016 ma è accompagnato da una nota di sobrietà e tristezza visto che un mese prima del suo arrivo nelle sale Anton Yelchin è rimasto ucciso in un incidente a soli 27 anni. Al cast si aggiungono anche Idris Elba nel ruolo di Krall, un villain "originale" e non preso in prestito alle storie canon della saga e Sofia Boutella in quello di Jaylah. L'Enterprise e il suo equipaggio sono impegnati nella missione quinquennale alla scoperta di strani, nuovi mondi e, durante lo svolgersi delle loro mansioni, sono attaccati da una formidabile ondata di forze aliene sconosciute.
Sopraffatti dal nemico, l'equipaggio è costretto ad abbandonare la nave, finendo abbandonato su un pianeta isolato senza mezzi di soccorso. Insomma una bella patata bollente per il Capitano Kirk e i suoi, ma siamo certi che se la caveranno egregiamente ancora una volta. Abrams stavolta partecipa in veste di produttore, essendo impegnato con il franchise "nemico" Star Wars. Orci subentra inizialmente in veste di regista, ma in seguito è sostituito da Justin Lin. Anche la sceneggiatura ha incontrato qualche difficoltà; Orci ha iniziato a scrivere il sequel già nel 2013, in collaborazione con Patrick McKay e John D. Payne, ma nel 2015 Simon Pegg e Doug Jung sono stati ingaggiati per una nuova stesura che fosse meno sci-fi e diretta a un target più "inclusivo". "L'idea era quela di fare un western, un thriller o una rapina per poi applicarlo ai personaggi di Star Trek, in questo modo è diretto a un pubblico più ampio, incoraggiando anche i più reticenti". La release del film è stata spostata al 2016 per coincidere con la celebrazione del 50esimo anniversario della serie originale creata da Gene Roddenberry.
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Progetti futuri
Non è ancora ufficialmente confermato ma sembra che l'attuale Capitano Kirk e il suo Primo Ufficiale, alias Pine e Quinto, abbiano firmato per un prossimo quarto capitolo della saga cinematografica. E' prevedibile che anche gli altri attori saranno chiamati a riprendere in mano le vesti dei loro personaggi, anche se a questo punto c'è da chiedersi se Chekov avrà il volto di qualcun'altro o se perirà off screen. Forse sarebbe meglio così visto che ci sembra quasi un'offesa pensare di sostituire Yelchin, d'altronde questa è una nuova linea temporale e può succedere di tutto. Ma il franchise non continuerà a vivere solo al cinema, anzi, ritorna nuovamente in televisione nel Gennaio del 2017 con una serie nuova di zecca, creata da Bryan Fuller per la CBS e prodotta da Alex Kurtzman. Lo show, attualmente ancora privo di titolo, introdurrà personaggi nuovi al franchise che in puro stile Star Trek andranno in giro per le galassie imbattendosi in nuovi mondi, nuove razze aliene, il tutto contornato come sempre da temi sociali attuali e all'avanguardia.
Star Trek in video game
La Paramount Pictures e la NAMCO BANDAI hanno confermato che Zachary Quinto e Chris Pine riprenderanno i rispettivi ruoli di Spock e Capitano Kirk per il video game dedicato al reboot della saga intitolato Star Trek. Il gioco farà da ponte alle due pellicole e verrà distribuito agli inizi del 2013; il videogame è stato concepito per le piattaforme Xbox 360, Paystation 3 e PC. La vice presidente delle partnership marketing mondiali della Paramount, LeeAnee Stables, ha dichiarato in merito di essere entusiasta di avere questi incredibili attori a bordo del progetto e prolungare l'esperienza dell'universo trekkiano per i fans. Oltre a Pine e Quinto, nel gioco verranno presentati anche gli altri membri ufficiali dell'equipaggio con le fattezze degli attori che li hanno portati in vita sullo schermo. La sceneggiatura è firmata da Marianne Krawczyk (già vincitrice del premio BAFTA per God of War) con la collaborazione di Roberto Orci ed Alex Kurtzman, che fanno già parte del team di produzione delle due pellicole di Abrams. I giocatori potranno interagire usando Kirk e Spock per esplorare nuovi mondi, entrare in battaglia con le più moderne navi da guerra avendo un vasto range di campionario bellico da cui attingere.