Star Trek: Picard 1x02, la recensione: alla ricerca della gemella perduta

La recensione del secondo episodio di Star Trek: Picard, dove continuano i preparativi per il nuovo viaggio dell'ex-capitano.

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Star Trek: Picard - Patrick Stewart in una scena

Con questa recensione di Star Trek: Picard 1x02 vedremo come ancora ci troviamo nella fase introduttiva della nuova serie del franchise, una sorta di preludio esteso (non a caso i produttori hanno scelto i primi tre episodi per un evento speciale destinato ai fan prima della messa in onda ufficiale). Un approccio che mette in evidenza la strategia a lungo termine dello show (la seconda stagione è già confermata), nonché l'evoluzione della scrittura attorno a Jean-Luc Picard dai tempi del suo esordio, caratterizzato sì da una continuity non indifferente ma anche da storie per lo più autoconclusive, mentre qui l'aspetto seriale è al centro, con la componente mystery legata non solo alla "figlia" di Data ma anche a tutto ciò che è accaduto nei quasi vent'anni che separano la serie dall'ultima volta che abbiamo visto Picard sullo schermo, nell'ormai lontano 2002.

Non è la solita Flotta Stellare

Tom Hardi e Patrick Stewart in Star Trek la nemesi
Tom Hardi e Patrick Stewart in Star Trek la nemesi

Il motivo principale per cui ci intrigava l'idea di Star Trek: Picard era proprio il fatto di tornare nel presente: dopo l'uscita di Star Trek La Nemesi, infatti, il franchise ideato da Gene Roddenberry è rimasto fermo nel passato, sia al cinema che in televisione (anche se la terza stagione di Star Trek: Discovery rimescolerà le carte in tal senso). Con risultati mediamente discreti, ça va sans dire (e il film del 2009 è comunque legato in parte agli eventi della nuova serie), ma era innegabile la curiosità circa un mondo segnato dalla Guerra del Dominio e dalla minaccia dei Borg (il cui ritorno, in un modo o nell'altro, è parte integrante del nuovo show già a partire dalla sigla). E per quanto l'approccio misurato dello show possa mettere a dura prova la pazienza di chi vuole sentire Patrick Stewart dire "Engage" mentre è al comando della sua nuova astronave, è innegabile che il ritorno nell'era principale del franchise sia ricco di spunti, dall'astio creatosi tra Picard e le alte sfere di Starfleet al ritorno in scena dei Romulani come antagonisti.

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Un irriconoscibile Eric Bana interpreta Nero in Star Trek (2009)
Un irriconoscibile Eric Bana interpreta Nero in Star Trek (2009)

Quest'ultimo elemento, da sempre una delle principale forze drammaturgiche del franchise (la quinta stagione mai realizzata di Star Trek: Enterprise aveva in mente, tra le altre cose, di mostrare le prime fasi del conflitto tra la Federazione e il popolo del pianeta Romulus), conferisce all'episodio una specie di componente spionistica e arricchisce la nuova mitologia tramite la trovata dell'uso di un vecchio Cubo dei Borg come base operativa per esperimenti clandestini (e la gag dei "giorni senza assimilazione", sottile e ben calibrata, è un ottimo stratagemma per ricordarci che la minaccia cibernetica è stata ufficialmente debellata anni fa). Ciò dà a Maps and Legends un tono decisamente paranoico che fa da giusto contraltare all'atmosfera parzialmente elegiaca che accompagnava le sequenze della vita privata di Picard nel primo episodio della serie. Se negli ultimi anni il franchise si era preoccupato principalmente di mostrare la nascita del mondo che amiamo da più di cinque decenni, in questa sede si diverte a prendere ciò che conoscevamo e a smontarlo, in linea con le paure di oggi.

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Vedo doppio

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Star Trek: Picard - Patrick Stewart e Isa Briones in una scena del primo episodio

Mentre la serie si avvia lentamente verso il decollo (letterale) con l'introduzione progressiva del nuovo equipaggio (e ingresso da western per Michelle Hurd nei panni di Raffi Musiker), è affascinante anche il ritorno esplicito a uno dei temi più intriganti di tutto l'universo di Star Trek, ossia il doppio. Che si tratti di universi paralleli o cloni, il franchise ha sempre avuto un certo affetto per questo tipo di storia, ed è qui che lo show si riconferma l'erede ideale di Star Trek: The Next Generation, dove Brent Spiner interpretava sia Data che il suo "gemello" cattivo Lore. È logico, dunque, che anche sua "figlia" esista in due versioni, e anche se bisognerà aspettare per vedere esattamente come si svilupperà la questione è già notevole il doppio lavoro di Isa Briones, reincarnazione perfetta di una delle storyline più coinvolgenti della storia dei vari equipaggi dell'Enterprise. Una performance che vale doppio, e motivo in più per attendere con ansia il ritorno di Picard nelle regioni più remote della mitica ultima frontiera.

Conclusioni

Chiudiamo questa recensione di Star Trek: Picard 1x02 con lo stesso ottimismo suscitato dal primo episodio: l'amato personaggio interpretato da Patrick Stewart è la scelta ideale per riportarci nel "presente" del franchise, e questo secondo capitolo ricco di intrigo e paranoia aggiunge ulteriori tasselli a un puzzle mitologico il cui completamento si prospetta molto intrigante.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.9/5

Perché ci piace

  • Isa Briones si sdoppia con grazia e talento.
  • L'ingresso di Michelle Hurd è strepitoso.
  • Il nuovo clima politico esplorato dalla serie si fa sempre più interessante.

Cosa non va

  • Chi si aspettava Picard in volo dovrà ancora pazientare un po'.