Arrivati alla recensione di Star Trek: Discovery 3x07, quindi oltre metà stagione (mancano sei episodi alla fine di questa terza annata), torniamo al dubbio che abbiamo avuto nelle scorse settimane, ossia se sia presente il rischio di un ritorno alle vecchie abitudini da parte dello show che generalmente si è attenuto al principio del non avvalersi eccessivamente dei capisaldi del franchise, orientandosi invece verso nuovi lidi. Il dubbio è legittimo perché all'inizio dell'episodio c'è un bel momento di autoironia che sembra indicativo di una consapevolezza degli autori circa i pochi difetti rimanenti, con Book che fa presente a Michael Burnham che lei potrebbe anche lasciare la Discovery, perché non tutto ruota intorno a lei. Una sequenza tenera e divertente, di quelle che una serie può permettersi una volta arrivata alla terza stagione (o più in là) e preso coscienza di ciò che funziona o meno nel suo mondo. Troppo bello per essere vero? Ebbene sì, perché tale momento di presunta autoironia inaugura un episodio dove... tutto ruota intorno a Michael.
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Ritorno a casa
Il nuovo episodio di Star Trek: Discovery è intitolato Unification III, il che fa immediatamente pensare a Star Trek: The Next Generation, che proprio sul tema dell'unificazione fece una storia in due parti con Leonard Nimoy come ospite speciale nei panni di Spock. Ed è proprio a quel momento del primissimo spin-off di Star Trek che si rifà la nuova avventura dell'equipaggio della Discovery: all'epoca si parlava della pace tra Vulcaniani e Romulani, due popoli in guerra pur essendo derivati dallo stesso antenato comune. Ebbene, secoli dopo la morte di Spock ciò è effettivamente accaduto, e in seguito alla distruzione del pianeta Romulus (come raccontato in Star Trek: Picard) i due popoli vivono insieme su Vulcano, ribattezzato Ni'Var. In quanto sorella di Spock, Michael è ritenuta ideale per trattare con il comitato scientifico del pianeta, avendo a disposizione nuovi dati sull'evento che portò alla fine dei viaggi interstellari. Ma per riuscire a convincere entrambe le fazioni deve superare una prova dove verrà testata la sua sincerità, e a giudicarla è nientemeno che... sua madre.
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Eredità fraterna
Se in passato era lecito criticare lo show per l'eccessivo attaccamento agli elementi consolidati del franchise, in particolare data l'ottica prequel che limitava il potenziale narrativo, in questa sede il legame con ciò che è venuto prima (per i personaggi e per gli spettatori) è giustificato perché ci si ricollega a quello che un tempo era il "presente" dell'universo trekkiano (e per certi versi lo è ancora, complice il ritorno sullo schermo di Picard all'inizio dell'anno), ma senza cedere alla nostalgia pura. La massima concessione al fan service è l'uso, filologico e commovente, di materiale d'archivio del compianto Nimoy, per il resto c'è una volontà di andare in nuove direzioni, come si può evincere dal nuovo appellativo di Vulcano. Un'ambizione che però si scontra frontalmente con quello che abbiamo detto prima, ossia la necessità di collocare Burnham al centro di tutto, sacrificando a tratti gli altri personaggi. Certo, non immaginavamo che lei lasciasse veramente la Discovery, ma il modo in cui lo ribadisce alla fine dell'episodio sa un po' di confusione da parte degli sceneggiatori, come se avessero dimenticato quanto hanno scritto nei primi minuti (contraddicendo quello stesso momento con la trama verticale della settimana). Uno squilibrio che - si spera - non sarà presente negli episodi rimanenti, a cominciare dal prossimo che segna il ritorno di Jonathan Frakes in cabina di regia.
Conclusioni
Chiudiamo, non senza qualche perplessità, la nostra recensione di Star Trek: Discovery 3x07, episodio che vuole guardare avanti avvalendosi in modo intelligente del passato, ma scivola anche in alcuni punti a causa del principale difetto dello show.
Perché ci piace
- Il legame con The Next Generation è pertinente e intrigante.
- Il cameo postumo di Leonard Nimoy è commovente.
- L'evoluzione di Vulcano è affascinante.
Cosa non va
- La decisione di porre ancora una volta Burnham al centro dell'attenzione lascia un po' interdetti.