"Grazie a Michael Chiklis per i consigli sulle serie tv, che mi accingo la girare." Così Pippo Crotti, comico cremasco con quattro anni di Cirque du soleil alle spalle ("ho fatto ben 1400 repliche in soli tre anni") e una nuovissima carriera nella televisione nostrana ("ho deciso di lasciare il circo, ma pensavo di rimanere negli Stati Uniti. L'opportunità di lavorare in una fiction mi ha fatto tornare in Italia") ha ringraziato il protagonista di The Shield per le preziose dritte.
Debutta infatti in Squadra mobile, nuova fiction in partenza il 20 aprile sul Canale 5 - e andrà avanti per otto settimane - che più di The Shield (in comune genere e il tema della corruzione delle forze dell'ordine) si rifà a Southland. A citare come fonte di ispirazione la serie poliziesca ambientate sulle strade di Los Angeles, il regista di Squadra mobile Alexis Sweet, il quale riconosce in questo spin-off di Distretto di polizia (fiction dal successo decennale che presta il personaggio del commissario Ardenzi alla più recente produzione di Taodue) particolare dedizione nel raccontare più i drammi personali e professionali degli agenti protagonisti che i casi, più le storie delle vittime che dei criminali.
Il ritorno di un personaggio popolare
Dopo sette anni di militanza in Distretto di polizia, il personaggio di Roberto Ardenzi con il volto di Giorgio Tirabassi torna sul piccolo schermo: nell'episodio pilota dello spin-off presentato in anteprima a Milano, scopriamo che dopo aver lasciato il Decimo Tuscolano è passato all'antimafia palermitana. Lo ritroviamo vice questore aggiunto della Squadra mobile della Questura di Roma (la capitale è, naturalmente, anche il luogo delle riprese, svoltesi tra maggio e ottobre). A parte la figlia Mauretta (Laura Adriani), ormai universitaria, non gli è rimasto nessuno: la seconda moglie e il figlio sono emigrati (la prima compagna era stata uccisa nella seconda stagione di Distretto di polizia, così pure come il suo migliore amico e collega Mauro interpretato da Ricky Memphis), e i suoi partner professionali sono nuovi. La prima puntata si affida a una festa di compleanno, quella di Ardenzi, per presentare la squadra: c'è il collega maturo e provato da anni di servizio con il vizio de bere (Sandro, nei suoi panni Antonio Catania); il detective attraente e in gamba che nasconde una personalità ambigua (Claudio, Daniele Liotti); c'è la poliziotta specializzata in casi di abusi sulle donne - Isabella, interpretata da Valeria Bilello -, il collega con problemi familiari (Giacomo, Pippo Crotti) e tanti altre figure che si dividono tra drammi personali e familiari. La puntata pilota dichiara subito le intenzioni della produzione, più focalizzata su casi di stalking, bullismo, tentativi di suicidio e corruzione che efferati delitti e cospirazioni criminali. Casi sventati tra inseguimenti e mediazioni, atti di coraggio e salvataggi (come quello del primo episodio, con Ardenzi versione tuffatore olimpionico). Nelle puntate successive la serie approfondirà il rapporto, destinato a complicarsi, tra il commissario - innamorato del suo lavoro, che mette sempre al primo posto con grande rammarico della figlia - e Claudio - avido e pieno di contraddizioni, nonché il villain che il suo interprete Liotti non vedeva l'ora di incarnare.
Tirabassi ama Ardenzi
Presente alla conferenza stampa milanese, un piccolo contingente di membri del cast, produttori e responsabili del canale, tra cui spicca Giorgio Tirabassi, felice di rimettersi nei panni del personaggio che non incarnava da otto anni. Tempo fa lo era un po' meno: "Dopo sette stagioni ero un po' stufo del mio personaggio" ha confessato. "Poi, dopo anni mi è stato offerto di nuovo il ruolo di un commissario di polizia. L'idea di partecipare a un'altra serie poliziesca non mi entusiasmava, ma con il produttore Valsecchi ci siamo resi conto di disporre già un personaggio popolare di cui il pubblico conosceva la carriera e le vicende personali: Roberto Ardenzi. I dubbi si sono dissipati e alla fine è stato bello riprendere questo personaggio creato ormai quindici anni fa e amato dagli spettatori, è stato come rimettersi un paio di scarpe usate e ormai comodissime". Sono trascorsi otto anni dall'ultima apparizione del commissario sul piccolo schermo, ma in Squadra mobile ne sono trascorsi di più: "La figlia di Ardenzi, Mauretta, ha già vent'anni ed è una studentessa universitaria; dovrebbe averne quindici, ma abbiamo preferito farla crescere un po' di più", ha spiegato l'attore.
Un antagonista complicato
Doppiogiochista e combattuto come un poliziotto corrotto da poliziesco di Hong Kong, Daniele Liotti veste i panni di Sabatini. In conferenza si è detto soddisfatto del suo primo vero ruolo da villain: "Finalmente ho potuto fare il cattivo. Sabatini ha varie sfaccettature, è amorale ma soffre di sensi di colpa, è inquieto e fragile, si caccia nei guai ma vorrebbe riscattarsi. Non siamo scaduti nel cliché. La mia collaborazione con Alexis Sweet, il regista, con cui avevo già lavorato in Il Capo dei Capi, è stata felice, ho apprezzato che Squadra mobile non fosse il solito poliziesco ma un'indagine dell'umanità dei personaggi."
Il punto di vista del produttore
"Abbiamo cercato di realizzare una serie più familiare rispetto a Distretto di polizia" ha spiegato il produttore di Taodue Pietro Valsecchi, "e di raccontare il bene e il male che esiste tra le forze dell'ordine, non solo italiane ma di tutto il mondo. A differenza di Distretto di polizia, per Squadra mobile non ci siamo avvalsi della consulenza di membri delle forze, l'argomento della corruzione era molto forte per loro. Tirabassi e io ci siamo adoperati per dare vita alla storia personalmente. Il suo personaggio rappresenta il tipo di poliziotto che tutti vorremmo, in contrasto con quello corrotto; l'amicizia e il conflitto tra Ardenzi e Sabatini è il fil rouge della serie."