Non avremmo mai pensato di scrivere la recensione di Spoiler Alert, dal 1° giugno nelle sale italiane, distribuito da Lucky Red e Universal Pictures International Italy, pensando che sarebbe arrivato addirittura al cinema. Non perché non se lo meriti, anzi, ma perché chi scrive conosce bene la lunga gestazione di questo progetto nato da un romanzo che è anche una storia vera. Ed è la storia d'amore (tragica) di un collega giornalista d'oltreoceano, appassionato seriale sempre come chi scrive e (magari) come chi sta leggendo. Ovvero la storia di come ha conosciuto il suo futuro marito, morto di cancro troppo giovane, e da lì sia nato prima un libro per provare a esorcizzare il dolore della perdita, e ora un film.
Un romanzo dal punto di vista di chi è rimasto e di un vero e proprio serial addicted, come si dice in gergo, tanto da giocarci fin dal titolo, mantenuto anche nella pellicola nella quale il giornalista, Michael Ausiello, è riuscito a coinvolgere personalità molto note del mondo della serialità e del cinema a lui così cari. Mondi e dimensioni narrative che si scontrano e mescolano continuamente, spesso senza soluzione di continuità, ed è proprio questo il principale punto di forza del film che non lo rende "la solita commedia romantica con malattia annessa".
Allerta Spoiler
Il titolo della pellicola diretta da Michael Showalter (già dietro la macchina da presa, tra gli altri, per The Big Sick e Gli occhi di Tammy Faye), come dicevamo proprio per via del romanzo autobiografico originario, parte dalla fine, avvisando subito lettori e spettatori su quale sarà l'epilogo: "Allerta spoiler, l'eroe muore". Questo perché non sarà un elemento che rovina la visione della storia, ma si rivelerà anzi importante per apprezzarne ancora di più il percorso e il significato. A quel punto torniamo agli albori della love story altalenante tra Michael (nientemeno che l'ex Sheldon Cooper Jim Parsons) e il fotografo Kit (Ben Aldridge, visto di recente in Bussano alla porta), nata per caso in un club. Una relazione che, come spesso capita, ti fa scoprire lati inediti di te stesso e ti fa uscire dalla tua comfort zone per provare esperienze nuove. Un rapporto fatto di alti ma soprattutto di bassi, che sono i più difficili per rimanere. Una storia che potenzialmente potrebbe spezzarti il cuore, ma non per i motivi che avevi immaginato tu. Tra un momento tragicomico e l'altro - ce ne sono molti e funzionano nel corso della pellicola, grazie ai tempi comici dei protagonisti e alla sceneggiatura brillante, anche nei momenti più bui - la narrazione viene inframezzata da sequenze in cui Michael immagina la sua vita come il set di una delle sue serie preferite e la sua infanzia come quello di una sitcom vecchio stile, l'emblema della famiglia affettuosa e amorevole.
Gli occhi di Tammy Faye, la recensione: Fede, soldi e carità
Famiglia
Il nucleo familiare è l'elemento che è mancato troppo presto a Michael e che, per bilanciare l'universo, Kit ha avuto al contrario in modo allargato, da un lato i suoi genitori biologici (la mitica Sally Field e il dolce Bill Irwin) rimasti nel paesino dove è nato, dall'altro il gruppo che si è costruito con gli amici in città. La famiglia è uno dei temi e degli elementi ricorrenti di Spoiler Alert, più che l'elaborazione del lutto come spesso capita ultimamente nell'audiovisivo, proprio perché racconta di quanto fatto finché Kit era ancora in vivo e non ciò che è successo dopo.
La commedia agrodolce messa in scena non può non strappare qualche lacrima, anche perché non diventa mai ricattatoria sul fronte emotivo per gli spettatori ma si muove sempre sul filo, e sono proprio le trovate meta-televisive a salvarla dal baratro del patetismo. L'interpretazione che Jim Parsons e Ben Aldridge offrono è sincera e toccante, così come quella dei sempreverdi Sally Field e Bill Irwin. La regia di Michael Showalter è invece intima e delicata, mai troppo enfatizzata. Forse avrebbero potuto approfondire maggiormente la parte ambientata nella sitcom immaginaria dell'infanzia di Ausiello, che ci dice molto tra le righe sui suoi traumi del passato, e che mette volutamente in contrasto anche a livello di fotografia e scenografia quanto si vede nel passato/presente del racconto. È sempre difficile confrontarsi con qualcuno che - si potrebbe dire - ha utilizzato la propria tragedia per guadagnarci qualcosa, come il giornalista protagonista, eppure in realtà non solo non ci sentiamo minimamente di giudicare chi ha vissuto quel dolore ma soprattutto risulta tutto così genuino e non costruito, che è difficile pensare a qualcos'altro che non sia un modo per metabolizzare quanto accaduto. E poi l'eroe di questa storia non è Michael, bensì Ben.
Oltre Sheldon: Jim Parsons al di là di Big Bang Theory
Dietro le quinte
Spoiler Alert vuole riflettere su quanto siamo ossessionati dal dietro le quinte delle vite degli altri. Non solo dei personaggi famosi e delle star, ma anche dei nostri vicini, amici e conoscenti. A questo proposito, forse il film avrebbe potuto approfondire maggiormente anche la parte dedicata al lavoro di Michael e alla sua evoluzione negli anni: inizialmente lavorava a TV Guide ma non si sentiva capito e ascoltato come giornalista che si voleva specializzare in serie televisive, ossessionato da show come Una mamma per amica, tanto che nel revival di Netflix vi è apparso come guest star, e Felicity. In seguito è riuscito a cavalcare l'onda dell'avvento di internet nel settore e a fondare una testata web tutta sua, TV Line, esistente tutt'oggi. Ma le tanto appassionanti serie tv sono effettivamente la sua medicina e la sua terapia, ciò in cui poteva rifugiarsi nei momenti bui (a quanti di noi non è capitato?) e ciò che lo aiuterà ad affrontare la perdita dell'amore della sua vita. Tra una risata registrata e l'altra. Tra un set e l'altro. Tra un cambio d'abito e l'altro. Tra un finale di stagione e un nuovo capitolo tutto da scoprire.
Conclusioni
A chiusura della recensione di Spoiler Alert possiamo dirci felici di veder arrivare anche in Italia questo progetto dalla gestazione lunga e travagliata, proprio come la storia d’amore tragica (e vera) che racconta, inframezzata da situazioni e citazioni meta-televisive che alleggeriscono il racconto. Un cast altrettanto citazionista e ottimamente scelto è la ciliegina sulla torta.
Perché ci piace
- Il raccontare la storia d'amore e la malattia e non l'elaborazione del lutto, partendo dalla fine.
- Il cast, a partire da Jim Parsons e Ben Aldridge.
- Le citazioni meta-televisive per gli appassionati.
- Sceneggiatura e regia non sono mai troppo ammiccanti...
Cosa non va
- ... ma a qualcuno potrebbero comunque dare un po' fastidio.
- Forse si potevano approfondire di più il passato familiare e il lavoro di Michael.