Quella di South Park è una storia fatta di perseveranza e di una sola certezza: far incazzare indistintamente chiunque, dissacrando qualsiasi cosa. Quando ti becchi denunce sia dai democratici che dai repubblicani, hai il coraggio di dire che Bono è in realtà un grande escremento che cammina (letteralmente), di sparare a zero su ebrei, musulmani, cristiani e Scientology, vuol dire che sei completamente libero. O completamente pazzo. Probabilmente tutte e due le cose insieme nel caso di Trey Parker e Matt Stone, geniali, pestiferi e alterati creatori della serie animata.
South Park compie 25 anni: il 13 agosto 1997 andava infatti in onda il primo episodio con protagonisti quattro bambini del Colorado, Cartman, Kyle, Stan e Kenny, intitolato Cartman Gets an Anal Probe (ovvero Cartman si becca una sonda anale, che in Italia sarebbe arrivato soltanto il 6 gennaio 2000). All'epoca nessuno avrebbe scommesso sulla longevità della serie: animazione rudimentale (all'inizio Parker e Stone animavano a mano i personaggi, oggi è fatto tutto al computer), parolacce a profusione, una tendenza sistematica a spingersi all'estremo. Praticamente un destino segnato. E invece, tra una canzone sui Mormoni (a proposito: se non avete mai visto il musical The Book of Mormon, scritto sempre dal magnifico duo, rimediate, perché è un vero capolavoro) e una Mecha-Streisand, South Park è arrivata fino alla 25esima stagione.
Ancora più importante, South Park è arrivata ai 25 anni senza invecchiare di un giorno e soprattutto mantenendosi sempre altamente irritabile e anarchica, senza cedere a un ammorbidimento che le avrebbe reso la vita più facile, ma sicuramente meno divertente. All'inizio parlavamo di perseveranza: in un mondo in cui I Simpson esistevano già da 10 anni, sembrava impossibile poter competere nel settore dell'animazione seriale per adulti. Gli stessi Parker e Stone, grandi fan dell'opera di Matt Groening, hanno dichiarato apertamente il grosso debito che hanno verso O Homer e gli altri in un episodio: I Simpson l'hanno già fatto (Simpsons Already Did It), il numero 7 della sesta stagione, in cui Butters cerca di trovare il piano perfetto per distruggere South Park, ma si rende conto che tutte le idee che gli vengono in mente sono state già messe in pratica in I Simpson. Eppure, sulla lunga distanza, l'allievo ha superato il maestro. Ecco perché.
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Le prime 10 stagioni de I Simpson sono incredibili. Hanno cambiato la tv e la satira. In precedenza i cartoni animati, soprattutto in Occidente, erano considerati cose per bambini. La famiglia di Springfield ha cambiato completamente le regole. Arrivata dopo, South Park ha sempre dovuto confrontarsi con la serie di Matt Groening. Nessun paragone possibile invece con I Griffin: una copia sbiadita e più scemotta di entrambe le precedenti. Sì, lo diciamo senza mezzi termini: Peter Griffin si elimina da solo dalla competizione, perché I Simpson e South Park giocano proprio in un altro campionato.
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Fedeli a se stessi, nonostante la presenza ingombrante di I Simpson, Parker e Stone hanno comunque sempre fatto ciò che divertiva prima di tutto loro, che tra l'altro doppiano anche la maggior parte dei personaggi della serie. E a un certo punto è arrivato il sorpasso: mentre I Simpson si sono sempre più addomesticati, perdendo cattiveria e puntando sui camei di personaggi famosi, Cartman e gli altri hanno spinto invece sul pedale dell'irriverenza. E, cosa fondamentale, non si sono mai ripetuti: il segreto della serie ambientata in Colorado sta nel fatto che, anche se i quattro bambini protagonisti non crescono mai, i suoi autori scrivono gli episodi tenendo sempre ben presente ciò che succede nel mondo, mantenendosi freschi e attuali. E continuano a farlo da 25 anni. Un esempio su tutti: molto prima che si parlasse di "dittatura del politicamente corretto" in Italia, Parker e Stone hanno creato il preside PC, dimostrando di fatto che la dittatura del politicamente corretto non esiste. Dicono tutto quello che vogliono da 25 anni, eppure sono ancora in tv. Certo, si sono beccati delle denunce e star come Jennifer Lopez hanno detto pubblicamente che si sono sentite offese a morte, ma nessuno li ha zittiti.
In questi ultimi anni South Park ha fatto un'intera stagione sulla presidenza di Donald Trump prima che diventasse davvero Presidente degli Stati Uniti e raccontato la pandemia parallelamente alla guerra delle piattaforme di streaming, dimostrando di essere sempre sul pezzo.
South Park: un futuro da 900 milioni di dollari
Per festeggiare i 25 anni della serie, Trey Parker e Matt Stone hanno fatto le cose in grande. Insieme a Comedy Central hanno messo su un grande concerto al Red Rocks Park, proprio in Colorado, The South Park: The 25th Anniversary Concert, a cui hanno lavorato per più di un anno.
Questo punto di arrivo non è però un addio: il futuro della serie è infatti sempre più roseo. Se, agli inizi, trovare del merchandising di South Park era quasi come andare a caccia di tesori, oggi il brand vale tantissimo e sta per diventare un franchise immenso. Gli autori hanno infatti firmato un accordo da 900 milioni di dollari con ViacomCBS Inc., uno dei più ricchi nella storia della televisione.
South Park: al Papa presta la voce la 'Iena' Frank Matano
South Park passerà a Paramount+ e avrà almeno altre cinque stagioni: si arriverà quindi alla numero 30. Non solo: nell'accordo è compresa la realizzazione di ben 14 lungometraggi, che si aggiungono a quello del 1999, South Park: il film - più grosso, più lungo & tutto intero, che ha avuto anche una nomination all'Oscar per la miglior canzone originale, Blame Canada. Musical, videogiochi, serie, film: non c'è limite per questi ragazzacci che ormai hanno 50 anni ma continuano a essere dei "brutti bastardi". E ne vanno anche molto fieri.